Quando a Cremona si parla di efficienza, non si ha mai voglia di scherzare. Da sempre gli orgogliosi abitanti anelano a brillare per invettiva e creatività e si prodigano ad unire queste virtù ad un pizzico di giusta follia che ravviva lo spirito. È un ingrediente pungente quanto la mostarda che si sposa alle gustose pietanze della loro cucina. Sia nel campo culinario, come in quello dell’artigianato, così come nella musica.
Proprio in queste ore, nella città lombarda che ha dato i natali a grandi musicisti, compositori, attori e cantanti si sta concludendo un’esperienza davvero singolare in cui i violini disegnati nel Settecento da Antonio Stradivari sono stati i protagonisti indiscussi. Per l’occasione però, al centro città è stata chiesta la Voce del Silenzio.
Non semplici strumenti musicali dai riccioli simili alle volute della facciata del duomo, ma autentici gioielli di inestimabile valore pecuniario, storico e sonoro.
I delicati oggetti di design d’età barocca, sono stati al centro della manifestazione che ha avuto luogo nel celebre Museo del violino. Nell’Auditorium Arvedi sito nel museo (progettato per sembrare simile ad un violino), i musicisti Wim Janssen, Andrea Nocerino, Antonio De Lorenzi e Gabriele Schiavi, diretti da un ingegnere del suono, il tedesco Thomas Koritke, hanno avuto il compito di riprodurre le singole note degli strumenti e registrarle in tutte le combinazioni possibili, migliaia di migliaia. Un’impresa titanica, ambiziosa al punto giusto per poter fregiare ulteriormente la capitale del violino agli occhi del mondo, con l’intento di riuscire a completare una Banca del Suono senza paragoni.
Già sette anni fa l’UNESCO riconobbe il patrimonio artigianale ed immateriale della musica di questi strumenti realizzati nelle botteghe locali dagli oltre 150 liutai che sono ancora attivi in città.
In tal modo, grazie all’archivio digitale in cantiere, si suggelleranno una volta per tutte le sublimi note scaturite dal contatto dell’archetto sulle corde degli Stradivari, gli stessi che, oramai da decenni, riposano nelle teche del Museo del violino. Ognuno potrà accedere alla piattaforma digitale ed inserire le note degli antichi Stradivari nelle proprie composizioni musicali. Un’iniziativa lodata dalla stampa internazionale, che ha riconosciuto il merito al direttore del museo, Fausto Cacciatori. Questi si è detto fiducioso per la creazione dell’enciclopedia sonora.
Ma, per farlo al meglio, abilità e pazienza non sarebbero bastati, se non fossero stati uniti al silenzio del contesto urbano.
Infatti, qualsiasi onda sonora esterna prodotta dai passi o dal transitare delle automobili avrebbe potuto inquinare e deformare irrimediabilmente la registrazione del timbro vibrante dei violini. Per cui, grazie all’intervento del Comune, l’intera area del centro storico è stata interdetta per tutta la sessione di registrazione. La durata dell’esperimento è stata di 8 ore al giorno per 6 giorni alla settimana nell’arco dell’intero mese. Un silenzio forzato, sogno di ogni cittadino stressato dal rumore della città che si realizza attraverso la soavità della musica degli Stradivari.
Stupisce incontrare gli abitanti della zona che sono stati lieti di partecipare, con il proprio silenzio, a questa prova di tenacia. Hanno dimostrato amore incondizionato verso il proprio patrimonio culturale e si sono resi conto di aver affinato il proprio udito per poter ascoltare «la Voce del Silenzio», la stessa interpretata da un’altra cremonese d’eccellenza: Mina.
La città non è solo un agglomerato di piazze, strade trafficate, edifici, ma si rivela come un tessuto di onde che si sovrappongono e che si legano.
Un violino Stradivari è un’opera d’arte a tutti gli effetti e le sue note sono come perle rilucenti da sfoggiare solo in occasioni davvero speciali, magari passeggiando all’ombra dell’altissimo Torrazzo nelle tranquille vie di Cremona. Solo così risuonerà l’autentica Voce del Silenzio.