Dal 18 febbraio al 25 giugno Fondazione Prada ospiterà la mostra Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, che esplora il mondo della produzione culturale ed artistica a cavallo delle due guerre mondiali.
Quelle operate da Germano Celant, ideatore e curatore dell’esposizione, possono definirsi senza esitazione scelte coraggiose, assolutamente in linea con l’intento da lui stesso dichiarato nel suo saggio “Verso una storia reale e contestuale” in cui, illustrando le scelte operate nella collocazione delle opere ospitate da questa mostra, afferma: “Scegliendo di non adottare un sistema espositivo che s’impone per la sua assenza di contesto ( quello della disposizione delle opere, su fondo neutro, così che dialoghino solo tra di loro, in nome dell’arte per l’arte), si è voluto ricollocare l’artefatto nel suo sistema d’uso: dalla mostra ufficiale allo studio, alla collezione e alla galleria, per arrivare ai grandi interventi urbani in cui il pubblico lo ha recepito. È rendere visibile, tramite immagini documentarie del tempo, la comunanza della singola opera con altri soggetti, politici e non, evidenziando non solo l’alterità della ricerca d’avanguardia, ma anche il suo assenso oppure il suo raro dissenso rispetto alla vita sociale del momento. Significa in definitiva svolgere un ruolo critico contro la decontestualizzazione espositiva, con la sua pratica d’isolamento, funzionale solo all’ubiquità del valore mercantile, per cui l’arte si tramuta in prodotto e in economia.”
A Fondazione Prada in mostra la creatività italiana tra le due guerre
Un approccio espositivo realistico, in cui oltre 600 lavori provenienti dall’intero universo delle arti e dei mestieri ( la raccolta include infatti dipinti e sculture, ma anche arredi, manifesti pubblicitari o propagandistici e progetti architettonici) vengono presentati al visitatore in modo contestuale, attraverso l’ausilio di focus storici e di 800 documenti, tra immagini d’epoca, foto personali, giornali e lettere, che sala per sala introducono gli oggetti d’arte esposti e ne forniscono la cornice temporale, sociale e politica.
Tra i numerosi autori presenti nei 24 ambienti che compongono il percorso di visita e lettura, anche firme note ai non esperti, come Giacomo Balla, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Mario Sironi e Fortunato Depero.
Per chiudere il percorso, viene infine proposta una selezione di 29 cinegiornali Luce, proiettati nei cinematografi italiani negli anni compresi tra il 1919 e il 1941.
Senza voler anticipare oltre, si può senza dubbio affermare che, quello proposto da Fondazione Prada e curato da Germano Celant, è un percorso immersivo, che guida e supporta il visitatore nella comprensione contestuale e nel pieno apprezzamento dell’opera, ma al visitatore, e solo a lui, lascia ogni considerazione in merito all’operato e alla collocazione politica degli autori esposti durante i densi e complessi anni italiani a cavallo delle due guerre mondiali.
Clarissa Di Stora Gargano