Habitante è attento alla vita, e oggi ha deciso di dare parola anche a chi sta fuori dagli schemi e sacrifica tutto per aiutare gli animali in difficoltà. Non parliamo solo di animali domestici, il Rifugio Miletta è un’oasi di pace e libertà per tutti gli esseri viventi, dove non si fanno distinzioni. Ormai diventato un luogo sacro anche per gli animali selvatici che hanno bisogno di un riparo e di cure veterinarie, tutti sanno che in questo luogo meraviglioso c’è spazio per tutti: cani e gatti, mucche, maiali, daini e cinghiali. Ma anche volatili, ricci, volpi e lepri. Al Rifugio Miletta si celebra la vita, con l’impegno di persone che tutti i giorni scendono in campo con una missione nel cuore: essere porta bandiera dei diritti degli animali.
Andiamo alla scoperta del Rifugio Miletta, un’oasi di pace e libertà per tutti gli animali
In questo articolo diamo la parola a Francesco Castaldo, Vicepresidente del Rifugio Miletta. Habitante ha messo a disposizione la sua visibilità per dare il suo contributo alla loro causa, invitando i suoi lettori ad aiutare questa associazione nella raccolta fondi. Come moltissime categorie, anche loro hanno risentito molto della chiusura causata dal Covid-19, non potendo organizzare le visite.
Francesco, come è nato il Rifugio Miletta?
“Il Rifugio Miletta è nato ufficialmente nel 2013 ad Agrate Conturbia, in provincia di Novara. La fondatrice, Alessandra Motta, già da tempo faceva volontariato stallando cani provenienti da situazioni a rischio o non adeguatamente seguiti. Ad un certo punto del suo percorso è nata la consapevolezza che cani e gatti non erano gli unici animali che avrebbero dovuto essere portatori di diritti. Da qui l’idea di trasformare la propria casa e dedicare la propria vita a tutti gli animali, oltre i confini di specie. Negli anni sono arrivati capre, pecore, mucche, maiali, asini, pony tutti salvati dalla schiavitù.”
Come riuscite a sostenere le spese del Rifugio Miletta?
“Da un anno a questa parte non è più possibile organizzare eventi di raccolta fondi in presenza. Quindi una buona parte delle donazioni che investivamo per gli animali è venuta a mancare. Abbiamo attivato la campagna “Diventa Sostenitore” per cui, chi vede (purtroppo, in questo periodo, solo attraverso i nostri social) quanti animali salviamo e come, può contribuire con una donazione mensile alle attività dell’associazione, secondo le proprie possibilità. Per ora il numero di sostenitori non permette il mantenimento di tutta la struttura, che attualmente investe circa 11.000 euro al mese (in cibo, paglia, farmaci, veterinari, manutenzione delle strutture e dei mezzi) e quindi, di tanto in tanto, chiediamo aiuto anche senza regolarità per superare i momenti di emergenza e saldare i conti”
Sostenere il Rifugio Miletta
Per aiutare questa nobile causa, ti invitiamo a visitare i loro social:
- Facebook https://www.facebook.com/rifugiomiletta/
- Instagram https://www.instagram.com/rifugiomiletta/
- sito web https://www.rifugiomiletta.org/
Per donazioni a offerta libera
- Codice iban: IT76P0521645220000000001530
- paypal https://www.paypal.com/paypalme/rifugiomiletta
La schiavitù degli animali da reddito
“Chi legge la parola schiavitù accostata agli animali da reddito probabilmente sobbalza. Il significato delle parole però è importante e vi spieghiamo perché non le usiamo a caso. Secondo la convenzione di Ginevra del 1926, la schiavitù è “lo stato o la condizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di proprietà o taluni di essi”. Un animale è un individuo? Certo: chiunque conviva con un cane o un gatto, sa che quell’animale, ha delle peculiarità rispetto a tutti gli altri che gli sono fisicamente simili. Il suo trascorso e le sue esperienze lo rendono unico e irripetibile, con aspirazioni, desideri e sentimenti che sono diversi da tutti gli altri. La stessa cosa vale per gli altri animali, solo che la maggior parte delle persone non se ne può rendere conto, non avendo modo di convivere con una pecora, una mucca o un maiale.”
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Nuovi punti di vista che nascono durante le visite al Rifugio
“Durante le visite al Rifugio Miletta invece, chi vuole può tentare di instaurare un rapporto con gli animali che vivono qui, ovviamente se loro stessi sono d’accordo. Attualmente non è possibile visitare il rifugio, dobbiamo attendere che passi l’emergenza sanitaria perché non è possibile evitare assembramenti durante le visite. Speriamo di poter riaprire presto le porte. Tornando al concetto di schiavitù, secondo il nostro pensiero, tutti gli animali hanno diritto ad avere una vita di essere vissuta, il diritto alle cure veterinarie, a gestire il loro branco d’appartenenza e la libertà di scegliere per se stessi. Al Rifugio Miletta gli animali possono scegliere come impiegare il proprio tempo senza che nulla sia chiesto loro in cambio. Attualmente vivono qui poco più di 200 animali, che chiamiamo i rifugiati”
Il rifugio diventa centro di recupero di animali selvatici
“Dal 2016 il Rifugio Miletta è anche Centro di Recupero Animali Selvatici attivo nel territorio della Provincia di Novara. Se c’è un animale selvatico in difficoltà, si chiama il 112 e la telefonata viene inoltrata a noi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. In caso di mammifero investito usciamo noi volontari per effettuare il soccorso sul luogo dell’incidente. Nel caso in cui invece ci sia un uccellino in difficoltà, o altri mammiferi semplici e innocui da catturare, chiediamo a chi l’ha trovato di portarlo al rifugio. Oppure, per risponderti brevemente: nel 2021 il Rifugio Miletta è un’associazione animalista i cui attivisti, con molti sacrifici e rinunce, salvano tanti tanti animali”
Quante persone si occupano del rifugio?
“Siamo circa una ventina di volontari attivi, ognuno aiuta gli animali del Rifugio Miletta secondo le sue possibilità. C’è chi viene mezza giornata a settimana per pulire i box, dando un letto confortevole agli animali rifugiati. Chi viene mezza giornata a settimana per tenere pulito e in ordine il reparto di degenza dei selvatici (la pulizia è uno degli aspetti fondamentali nella sopravvivenza di un animale selvatico soccorso, soprattutto se ferito). Chi dedica 1-2 giorni alla settimana alla manutenzione delle strutture e a rendere sempre più confortevole l’ambiente per gli animali che vivono qui. E poi c’è chi dedica tutto il proprio tempo libero all’associazione.”
Chi sono i vostri ospiti?
“I padroni di casa sono gli animali rifugiati, quegli animali salvati che trascorreranno la loro intera vita al rifugio. Molti arrivano da allevamenti, non necessariamente intensivi, in cui, poiché malati, erano abbandonati in attesa che morissero. Perché è necessario specificare che molti non arrivano da allevamenti intensivi? Con il green washing si sta portando avanti il pensiero che sia corretto sfruttare gli animali a livello casalingo, che il contadino che lavora vicino a noi e dai cui compriamo la carne li allevi con amore. Com’è possibile amare qualcuno crescendolo e poi ricavando dei soldi dalla sua uccisione? Se amo o rispetto qualcuno, non lo uccido e non voglio che muoia.
Sono davvero pensieri “estremisti”?
“Questi pensieri vengono sempre tacciati come “estremisti” ma, anche qui, l’utilizzo delle parole è importante. È estremista pretendere che nessuno venga sfruttato? Oppure l’estremismo è solo una scusa per non cambiare lo status quo e tacitare la propria coscienza, una volta messi di fronte alla realtà? “Ah ok, sono estremisti, posso non riflettere su quello che ho appena ascoltato e continuare a vivere come ho sempre fatto, senza pormi problemi di sorta”. Eppure, le vite salvate di Lino, Rosa, Margherita, Viola, Attila, Ercole, Eva, Ada, Romina e tutti gli altri rifugiati sono testimoni del sistema che li vuole schiavi silenti per poter trarre profitto dai loro corpi.”
Una riflessione importante
“Sui social leggiamo in continuazione “ci sono problemi più importanti di cui occuparsi!”. Purtroppo il benaltrismo è una piaga dilagante, alimentata proprio dall’utilizzo improprio dei social network. Sveliamo un segreto: è possibile rispettare il proprio partner, il proprio vicino, le persone che abitano in altre regioni, le persone che sono nate in un paese diverso, le persone nate in un gruppo etnico diverso dal nostro e contemporaneamente rispettare gli animali senza compiere particolari sforzi.”
Grazie Francesco per averci aperto le porte, purtroppo per il momento solo virtuali, della vostra realtà.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Solo nel 2020 sono stati salvati dai volontari del Rifugio Miletta oltre 1.010, il 68% in più rispetto al 2019
- in questo inizio del 2020 sono stati salvati il 56% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
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