Può capitare a tutti nella vita, per scherzo o seriamente, di chiedersi se sia possibile vivere senza lavorare. Magari anche trasferendosi su un’isola paradisiaca come le Canarie o un altro luogo lontano dallo stress quotidiano. È evidente che questa è una domanda dalle mille sfaccettature e la risposta più semplice da dare sarebbe semplicemente no. Ma guardando la cosa da un’altra angolazione la risposta potrebbe essere che forse sì, in alcuni casi è possibile vivere senza lavorare.
Vivere senza lavorare: cosa s’intende per lavoro
Se si parla di lavoro la questione si fa seria, soprattutto nella nostra società e in questo periodo storico.
Ma partiamo da quello che tutti sappiamo, ossia che viviamo in un Paese in cui la Costituzione stessa, afferma all’articolo 1 che siamo: una Repubblica fondata sul lavoro. Questo si traduce nel fatto che il lavoro è un diritto ma anche un dovere. Perché la Repubblica assume come proprio fondamento il contributo che ogni cittadino può dare al benessere della collettività con il suo fare personale.
In questo senso è quindi molto importante anche la lettura personale che ognuno di noi dà al concetto stesso di lavoro, il quale partendo dalla definizione stessa è “un’attività o una funzione che concorre al progresso materiale e spirituale della società” come afferma l’art. 4 della Costituzione.
Pensare di vivere senza lavorare è un tema complesso ed ampio, che apre anche a scenari futuristici .
Infatti secondo alcuni, non è così lontano dalla realtà immaginare che in futuro andando avanti con il progresso, le macchine saranno sempre più in grado di svolgere tutti quei lavori che oggi continua a compiere l’uomo. Quindi, come in parte è già successo con la rivoluzione digitale, il lavoro cambierà e sarà opportuno pensare a nuovi lavori o fonti di reddito.
Come si può vivere senza lavorare
Ma tralasciando le questioni più tecniche e serie, legate al tema del lavoro, cerchiamo di capire se, ed eventualmente come, è possibile vivere oggi senza lavorare.
Perché il nocciolo della questione è proprio questo: in che modo riuscire a vivere senza lavorare. Può piacere o meno, e su questo ci sono tanti punti di vista diversi, ma viviamo in una società basata sui consumi dove il denaro serve a garantire quanto meno una vita dignitosa.
Per cui, se si parla di lavoro si deve pensare anche ai soldi. Ecco quindi che per poter vivere senza lavorare, occorre considerare il fatto di avere o meno da parte, una rendita che assicura una minima entrata fissa. Ma essa non dovrebbe prevedere un impegno fisso come quello di un lavoro d’ufficio.
L’esempio più facile è quello di una rendita immobiliare. Può capitare infatti di avere una casa ricevuta in eredità, metterla in affitto può generare un piccolo reddito. Con qualche risparmio in più si può pensare di comprare un immobile, ristrutturarlo e poi affittarlo. Anche affittare una stanza di casa può essere un’opportunità da cui generare una piccola entrata. Per farlo occorre seguire alcune regole per il contratto d’affitto. E per trovare clienti si possono usare i portali dedicati, creando qui il proprio profilo come host.
Questa è una cosiddetta rendita passiva, ma non è l’unica.
Investire i propri risparmi
Per avere una rendita passiva si potrebbe pensare di comprare una partecipazione ed entrare con una quota azionaria all’interno di una società. Anche in questo caso si parte dal presupposto di avere dei risparmi da poter investire. Assumendosi ovviamente il rischio di una possibile perdita, se la società su cui si è investito dovesse fallire.
Esistono anche gli investimenti in azioni di società quotate che pagano i dividendi una o due volte l’anno. Queste danno un rendimento in base alle prestazioni dell’azienda. Anche se sono molto proficue, queste operazioni finanziarie richiedono investimenti di capitale elevati, i rischi sono alti e la protezione dell’investimento è nulla.
Più sicuro ma meno redditizio è un investimento finanziario a basso rischio. Serve anche qui investire un importo abbastanza elevato. Ma nel lungo periodo può portare una rendita sicura ed è un buon punto di partenza, per avere un minimo rendimento fisso.
Per quanto passivo investire o pensare di affittare, comportano pur sempre un minimo impegno. Ma con il supporto di professionisti queste attività possono essere facilmente gestite ed organizzate.
Se non ci avete mai pensato anche investire nelle opere d’ingegno è una forma d’investimento. Ovvero acquistare diritti d’autore su opere d’arte, fotografie, o le royalties di marchi e brevetti per poi rivenderli può generare dei guadagni.
Per questo tipo di investimenti però occorrere essere un esperto del settore e per una rendita adeguata si richiede un investimento consistente.
Investire su se stessi
Per poter vivere senza lavorare occorre quindi partire dal presupposto di avere un bene da sfruttare o una rendita da investire. Ma per pensare di poter vivere senza lavorare è anche importante imparare a risparmiare, ridurre i propri consumi e abbassare le pretese. In sintesi, capire qual è il modo migliore per gestire le proprie finanze.
Cercare quindi di evitare le spese superflue e fare scelte più sostenibili. Abituarsi cioè ad uno stile di vita diverso che consenta di vivere serenamente dal punto di vista economico.
Perché vivere senza soldi è impossibile, ma è anche vero che non si vive solo per lavorare. Un’idea può essere quindi quella di trasformare le proprie passioni in un nuovo lavoro.
Chi si chiede se possibile vivere senza lavorare spesso, lo fa pensando che eliminando le ore impegnate al lavoro, avrebbe molto più tempo da dedicare a se stesso o ai suoi hobby.
Il lavoro infatti non è solo fonte per avere ricchezza, ma anche un mezzo per nutrire l’autostima e giungere alla realizzazione di se stessi.
La Costituzione stessa, parlando del lavoro, non lo considera solo mezzo di sussistenza per sopperire ai bisogni materiali. Ma anche uno strumento necessario per affermare le proprie capacità e la propria personalità.
Come trasformare una passione in lavoro
Come diceva una famosa frase di Confucio: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno in tutta la tua vita.”
Ed è proprio così. Se il lavoro nasce da una passione come quella per la fotografia, il giardinaggio, la cucina, l’arte o qualsiasi altro interesse, si può pensare di trasformarlo davvero in un’attività che possa diventare in qualche modo redditizia.
Perché questo possa accedere il consiglio degli esperti è di diversificare le proprie entrate ma restando l’ambito delle passioni personali. Ad esempio, se ami l’interior design puoi occuparti di consulenze d’arredo. Ma anche organizzare dei corsi di formazione o dei workshop, cominciare a scrivere articoli di settore e molto altro ancora.
In questo modo potresti imparare a gestire meglio la giornata, organizzare il tempo libero e sfruttare i vantaggi che possono esserci, per certe professioni, nel lavorare in smart working ovunque tu ti trovi.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Un rapporto condotto a campione da Randstad Employer Brand Research nel 2020 lascia emerge che in Italia, il 17% del campione intervistato ha dichiarato nell’anno di aver cambiato lavoro. Mentre il 28% degli intervistati ha esposto l’intenzione di cambiare lavoro entro un anno.
- Da una recente indagine Istat sul quadro del mercato del lavoro nel 2020 emerge che sempre più occupati lavorano da casa. Nel secondo trimestre 2020 sono stati il 19,4 % a fronte di un 4,6 % nel secondo trimestre del 2019. Anche il ricorso allo smart working risulta aumentato. Tra marzo e maggio 2020 i lavoratori in smart working erano il 21,3 % tra giugno e novembre 2020 11,3 %.
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