Come cambieranno gli italiani dopo il lockdown? Il commento di Erica Nagel di Aon Italia

Aon è il primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. Aon Italia è la branch italiana di Aon Plc, capogruppo quotata al NYSE e presente in più di 120 Paesi con 50.000 dipendenti. Da sempre attenta all’innovazione nel dinamico mercato assicurativo, Aon fornisce supporto e competenze specifiche nella definizione delle strategie che consentono di gestire e controllare i diversi rischi aziendali.

Il commento di Aon ai risultati dell’indagine di Big Hub sul lockdown 

Oggi è con noi Erica Nagel, Chief Marketing & Communication Officer di Aon, che ha commentato per noi i dati emersi dall’ultima rilevazione di Big Hub, in collaborazione con Business Intelligence Group, sugli acquisti nel settore Casa & Giardino in Italia durante il lockdown.

Aon sicurezza dei lavoratori
www.aon.it

Gli abitanti italiani ci hanno detto che sono disponibili a spendere il 13% in più per prodotti attenti alla salute, ecosostenibili, personalizzati e innovativi. Cos’è che sta facendo la vostra azienda su questi temi?

Aon è da sempre attenta ai temi della salute, della sostenibilità e dell’innovazione.

Il gruppo, infatti, mette a disposizione delle aziende per i suoi dipendenti One Net, la rete di strutture sanitarie indipendenti più estesa d’Italia con l’obiettivo di garantire il più ampio accesso all’erogazione di servizi medici, limitando spostamenti e ingressi in strutture sanitarie sottoposte in questo periodo di emergenza a grande pressione. Sempre in ambito Health, inoltre, propone soluzioni di telemedicina e teleconsulto, nonché per i propri dipendenti uno sportello psicologico (a distanza), per non dimenticare di prendersi cura anche della salute mentale oltre che di quella fisica. Sul tema dell’ecosostenibilità non si può non citare Flee, brand innovativo di proprietà del Gruppo, che segna il suo ingresso nel campo della mobilità con una soluzione semplice, efficiente, economica ed al passo con i tempi. Si tratta di un servizio di noleggio auto a lungo termine pay per use, personalizzato ovvero configurato sulle esigenze del singolo e con un DNA green. In Aon abbiamo a cuore il benessere delle persone, e tutto ciò è riflesso anche nella nostra nuova sede di Milano, un edificio dove tecnologia, agile working e sostenibilità si fondono.

Abbiamo realizzato un’indagine sulle famiglie italiane per capire quanto il lockdown avesse avuto un impatto sulla loro dimensione sociale, personale e quella dei consumi.

grafico ricerca di mercato italiani dopo il lockdown
COME CAMBIERANNO GLI ITALIANI DOPO IL LOCKDOWN – Big Hub

Guardando questo grafico, qual è il dato che più vi fa riflettere? E perché?

Sicuramente un primo dato interessante è che più della metà dei rispondenti andranno maggiormente alla ricerca del contatto con la natura/all’aria aperta. Un effetto inevitabile della pandemia è sicuramente stato quello di spingere le persone a ricercare luoghi meno affollati, in cui potersi muovere liberamente. Inoltre, il maggior ricorso allo Smart Working nella nostra organizzazione ci ha fatto notare come molte persone, potendo scegliere di lavorare dalla propria abitazione evitando di viaggiare per raggiungere la sede lavorativa, abbiano preferito restare al di fuori delle grandi città. Abbiamo assistito, infatti, ad una riscoperta dei piccoli centri, delle periferie, il che avrà anche altri impatti importanti da considerar (ad esempio nel settore immobiliare, nella mobilità, nell’erogazione di servizi energetici etc).

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Anche la preferenza accordata per passare più tempo a casa non sorprende, in quanto abbiamo riscoperto il nostro ambiente domestico abituandoci ad una nuova dimensione.

Un altro dato che mi porta a fare una riflessione riguarda il favorire i rapporti a distanza passando più tempo sui social network, va detto che sicuramente la tecnologia ha accelerato una rivoluzione digital a cui già assistevamo da tempo. Abbiamo cominciato ad apprezzare questi nuovi modi di restare in contatto, le loro praticità e versatilità. Il contatto virtuale non sostituisce quello diretto e fisico (di tutt’altro spessore umano) ma permette comunque di mantenere in essere la relazione, qualunque essa sia. Sono soprattutto i social che, nei momenti più difficili dell’epidemia, ci hanno permesso una forma di socialità, attenuando solitudine ed emarginazione.  

Foto: Come cambieranno gli italiani dopo il lockdown - Big Hub
Foto: Come cambieranno gli italiani dopo il lockdown – Big Hub

Guardando questo grafico, qual è il dato che più vi fa riflettere? E perché?

Dal punto di vista personale, non sorprende che la pandemia, scoprendoci fragili ed impreparati, ci ha ricordato l’importanza della prevenzione e l’attenzione al nostro benessere.

Anche lo Smart Working è un tema di assoluta attualità, come testimoniato del 34,3% dei rispondenti che dichiara la necessità di ripensare al proprio lavoro, in modo che possa essere fatto da casa. Tali valutazioni non sono demandate esclusivamente ai singoli lavoratori, ma devono essere le aziende a chiedersi come possono ottimizzare l’esperienza dei lavoratori. È responsabilità dell’azienda, quindi, compiere quel “passo avanti”, prendendo in considerazione le varie implicazioni sulle modalità organizzative, sulla gestione dei tempi e degli spazi, sulla tecnologia e sul benessere dei collaboratori. Molto è stato fatto riguardo ad alcune dimensioni, quali la tecnologia, mentre resta ancora molto da fare se pensiamo all’organizzazione dei tempi e degli spazi. Le abitazioni degli italiani, infatti, devono evolvere adattandosi alle nuove esigenze dei lavoratori; ciò implica la progettazione di spazi domestici ad hoc per dedicarsi allo svolgimento delle varie attività lavorative.

Foto: Come cambieranno gli italiani dopo il lockdown - Big Hub
Foto: Come cambieranno gli italiani dopo il lockdown – Big Hub

Guardando questo grafico, qual è il dato che più vi fa riflettere? E perché?

Andando ad analizzare le risposte all’indagine dal punto di vista dell’evoluzione dei consumi, emergono dati importanti. In virtù della rivalutazione dei valori delle persone, gli italiani prediligeranno il Made in Italy e i prodotti ecosostenibili/biologici. Questo ci fa ben sperare, anche in un auspicato sostegno all’economia locale oltre che ad una maggiore attenzione verso la qualità. Il 19,4 % cita la scorta alimentare e ci riporta subito con la mente ai primi mesi dopo lo scoppio della pandemia e alle code createsi fuori dai supermercati. Il risparmio economico è al secondo posto, spinto in un certo senso dalla diffusione del lavoro da remoto. I lavoratori, infatti, non devono più sostenere spese di trasporto, ad esempio il costo del biglietto dei mezzi pubblici o i costi associati all’utilizzo di mezzi privati. Il risparmio percepito, però, non si limita a considerare gli spostamenti o le trasferte, ma si estende ad altre categorie, quali pasti o indumenti.

Gli italiani, oggi sempre più connessi, utilizzeranno la rete non solo per motivazioni lavorative o per accedere ai profili social, ma acquisteranno maggiormente online. L’e-commerce, infatti, presenta innumerevoli punti di forza, prime fra tutti comodità ed immediatezza ed è stato uno dei pochi settori a trarre vantaggio in questa situazione. Direttamente da casa, infatti, possiamo scegliere e acquistare in pochi click tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Guardando al futuro, qual è il contributo che la sua azienda può dare per migliorare la qualità della vita degli abitanti?

L’impegno di Aon nel fornire soluzioni innovative e di valore è costante. La nostra offerta, infatti, si muove sempre in ottica di miglioramento della qualità della vita e di gestione dei rischi emergenti per gli individui e le società. Il nostro obiettivo è quello di fornire soluzioni tailor made, modulabili e che rispondano ai trend del momento, anticipandoli ove possibile. Per questo sono sicura che la nostra società continuerà con uguale passione e dedizione a contribuire al benessere degli abitanti e più in generale di tutti gli stakeholders.

Lo smart working dopo l’emergenza Covid-19? Coinvolgerà 5,3 milioni di persone

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Al termine dell’emergenza si valuta che i lavoratori agili saranno 5,35 milioni.
  • La quota di personale in lavoro a distanza è aumentata notevolmente rispetto ai mesi immediatamente precedenti al lockdown. Dall’1,2 per cento di gennaio-febbraio 2020 la quota ha infatti raggiunto l’8,8 per cento fra marzo e aprile, per poi calare tra maggio e giugno al 5,3, restando tuttavia «significativa» ed elevata nelle medie e grandi imprese.
  • L’aumento del numero di impiegati tramite Smart Working è collegata all’aspetto dimensionale delle aziende. Quelle medie e grandi hanno infatti registrato un incremento abbondante di personale in modalità agile: fra gennaio e febbraio il personale impiegato era rispettivamente il 2,2 e il 4,4 per cento contro il 21,6 e il 31,4 per cento raggiunto fra marzo e aprile. Le percentuali sono inferiori invece per quanto riguarda la diffusione della misura nelle micro e piccole imprese, le quali hanno introdotto o esteso lo smart working solo nel 18,3 e nel 37,2 per cento dei casi rispetto al 73,1 e al 90 per cento dei casi che si riscontrano nelle medie e grandi aziende.

Se vuoi il report completo dell’Osservatorio sull’Habitat e l’Abitare contattaci a info@habitante.it

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