Che cosa cercano i Millenials quando fanno shopping?

Che cosa cercano i Millenials quando fanno shopping?|Che cosa cercano i Millenials quando fanno shopping?|Decoding Gen-Y

I Millennials, conosciuti anche come Generazione Y o Echo Boomers, avranno presto il maggiore potere d’acquisto al mondo. Le aziende dovranno dunque ridefinire i propri obiettivi di vendita e i propri modelli di business per rispondere alle richieste di questo nuovo target di utenti.

Chi sono i Millenials? La definizione prevede di utilizzare questo nome per identificare tutti coloro che sono nati tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta del secolo scorso. Vengono spesso anche identificati come “Generazione Y” o “Echo Boomers”.

Che cosa cercano i Millenials quando fanno shopping?
Diverse generazioni a confronto in una foto di Rawpixel su Shutterstock

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Decoding Gen-YPer meglio conoscere questa generazione e confrontare eventuali differenze rispetto alle generazioni limitrofe Roland Berger – società  di consulenza strategica e aziendale  –  ha condotto lo studio chiamato «Decoding Gen Y means recoding your business model». In questo studio vengono analizzate le abitudini di consumo delle Generazioni X e Y in Europa, Asia e America su circa 4 mila interviste “su strada”.

I Millennials sono cresciuti in un mondo permeato da Internet. Sono la prima generazione di nativi digitali.

I risultati dimostrano come la Gen Y abbia gusti molto difficili e sia orientata molto all’uso dei media digitali anche e soprattutto per la ricerca di acquisto e lo shopping. Qualità (75% degli intervistati) e prezzo (53%) sono ancora i principali driver d’acquisto di prodotti e servizi come era per la generazione precedente. Ma benessere e sostenibilità risultano cruciali per quasi un terzo del campione della nuova.

Le aziende più competitive saranno quelle che sapranno assecondare meglio i gusti e le richieste dei Millenials.

Comunicazione personalizzata e prodotti tailor-made sono tra le principali sfide per le aziende alle prese con una vera e propria ridefinizione dei modelli di business. Ma rispetto alla generazione precedente – cioè gli appartenenti alla Generazione X  per i Gen Y sono importanti anche altri fattori. Prprio il benessere e sostenibilità, che risultano fondamentali per 31% del campione. Percentuale che scende al 23% nel caso della Generazione X.

Consideriamo poi che i prodotti a prezzi scontati non attraggono che il 9% dei Gen Y. Detto in parole più semplici, sono disposti a pagare di più per la qualità o per prodotti / servizi che siano vicini alla loro inclinazione di vita.

Molto importante, più di qualsiasi altro gruppo generazionale, è l’attrattivita del packaging: fondamentale per il 12% dei Gen Y contro il 5% dei Gen X.

La casa è più importante dei viaggi per la Generazione Y.

In cima alla lista per il 22% dei Millennials c’è la priorità di risparmiare per l’acquisto della casa, contro il 17% dei Gen X.

Per i nati tra gli anni Ottanta e Novanta del XX secolo, scende invece al 19% il desiderio di viaggiare, che era fissato al 27%  nei loro predecessori. Sono attenti ai fenomeni della reputazione digitale, ai social, a come appaiono e non fanno distinzione tra i canali comunicativi digitali e fisici, muovendosi a ondate, facendosi guidare dai trend del momento.

Molto difficili da conquistare senza l’utilizzo di campagne di marketing efficaci  e al passo con la modernità.  Inoltre non c’è molta differenza tra i consumatori italiani,èàáaácámportamento e nell’atteggiamento di acquisto, rispetto ai loro coetanei internazionali, se non per una minore capacità di acquisto, soprattutto nella fascia più giovane (nati tra 1991 e 2000).

Non pensiamo però che questa sia una generazione eterogenea, con stessi gusti e motivazioni. Sempre secondo lo studio le  differenze sostanziali  all’interno dello stesso cluster sono notevoli. Si parla di  Gen Y1 e Gen Y2, ovvero nati rispettivamente tra il 1981 e il 1990 e quelli tra il 1991 e il 2000.

Nel primo cluster c’è più stabilità dal punto di vista economico, del lavoro, della famiglia. Mentre nel secondo gruppo siamo appena agli inizi della vita da adulti. Quelli della Generazione Y2 sono inoltre molto più «iperconnessi». Accedono ai social anche più di  20 volte al giorno per ben il 23% del campione (in contrapposizione al 9% per la Gen Y1).

Come conseguenza dello studio le aziende, per essere competitive  in una prospettiva di medio-lungo termine e per aumentare i loro clienti potenziali dovranno predisporre la loro offerta in modo da accontentare la sempre maggiore selettività dei Millennials. Per ottenere questi obiettivi la soluzione messa in luce dallo studio precede tre punti importanti utili per fidelizzare la Generazione Y, rivoluzionando  – se si rende necessario – anche i propri modelli di business.

I punti chiave da raggiungere per le imprese sono i seguenti:

  • Permettere ai propri clienti di eseguire operazioni sempre più rapide ed efficienti, eventualmente migliorando l’esperienza di acquisto con strumenti del mondo digitale;
  • Comunicare in modo personalizzato con i propri clienti e migliorare la loro  customer journey;
  • Offrire la possibilità di personalizzare prodotti e servizi, per ottenere confezioni su misura sul singolo acquirente.

Le generazioni Millenials vedono il mercato digitale-tradizionale senza soluzione di continuità e fanno ricerche su diversi canali social contemporaneamente. Sono inoltre disposti a seguire e a scegliere soprattutto quei brand che consentono di accrescere la loro immagine social. Inoltre sono interessati a seguire una customer journey sia attraverso tecnologie smart sia personalizzate. Infine sarà vincente aumentare il livello “social” dell’esperienza di vendita.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Il termine Generazione Y è stato utilizzato  per la prima volta nell’agosto del 1993, in un editoriale della rivista Ad Age.
  • Aziende come la Coop hanno già pensato a rivolgersi ai Millenials attraverso piattaforme cooperative, di confronto e collaborazione con le imprese. Come Millennials.coop. Per chi volesse saperne di più consigliamo anche l’interessante analisi di Patrizia Boglione.

 

Millennials Farmers: l’agricoltura degli under 35

 

Per altre curiosità e informazioni continuate a seguirci su www.habitante.it

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