Quanto costa fare un impianto elettrico a norma?

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Quando si ristruttura una casa una delle questioni più importanti riguarda gli impianti, per questo una delle domande più frequenti è quanto cosa fare un impianto elettrico a norma

Indicativamente il costo per la realizzazione di un impianto elettrico varia a seconda delle dimensioni dell’appartamento. Si va dai 1500 – 2000 euro per l’impianto di un appartamento di 50 – 60 mq ai 4.500 – 6.000 euro per un appartamento di 100 – 120 mq. Ma la dimensione della casa non è il solo parametro da considerare vediamo quali altri aspetti considerare e quali requisiti deve avere un impianto a norma.

Realizzare un impianto elettrico a norma: i requisiti

Un impianto elettrico a norma deve essere conforme alle prescrizioni normative indicate nei vari testi di legge che regolano le questioni in materia. Per realizzarlo è bene affidarsi a professionisti del settore, regolarmente iscritti all’albo regionale degli installatori degli impianti elettrici. Il supporto di figure qualificate è fondamentale per la riuscita del lavoro. 

Un impianto elettrico a norma, può essere esterno e quindi restare a vista o essere incassato con i cavi che vengono fatti passare nei muri o sotto il pavimento. Un impianto elettrico a norma ha obbligatoriamente tre cavi. Quello per la fase corrente, in genere di colore nero, quello per il neutro di colore blu e quello per la messa a terra di colore giallo – verde.

Un impianto elettrico a norma deve essere isolato, dotato di contatori salvavita e quadri elettrici dedicati. Deve avere idonei dispositivi salvavita, sistemi di protezione da cavi elettrici e canaline di sicurezza, fondamentali se l’impianto è esterno. Per essere a norma deve avere scatole da incasso per prese, interruttori e scatole di derivazione. Le prese a muro dell’impianto elettrico, devono essere ben fissate e protette oltre che posizionate alle altezze adeguate

La normativa dà precise indicazioni riguardo alla loro posizione. Soprattutto in alcune stanze considerate a maggiore rischio come cucina e bagno. Infatti se in genere le prese vengono disposte in modo uniforme lungo le pareti a circa 30 cm da terra, in bagno e cucina è consigliato stare a 110 cm da terra. Inoltre in cucina le prese devono essere posizionate a 60 cm dalla mezzeria del rubinetto dell’acqua e del piano cottura. 

Opportune prescrizioni ci sono anche per quel che riguarda il bagno, zona a rischio nella quale il pericolo aumenta tanto più ci si avvicina alla vasca o alla doccia.

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Come fare un impianto elettrico a norma

Per essere a norma l’impianto elettrico di un’abitazione deve essere dotato di uno o più quadri di distribuzione e avere un interruttore generale accessibile. Inoltre il quadro principale deve essere collegato al conduttore di protezione proveniente dall’impianto di terra dell’edificio, la cosiddetta messa a terra.

Sebbene la legge che regola gli impianti elettrici risalga anni Novanta, in Italia ancora oggi ci sono abitazioni con impianti non regolamentari. Per realizzare un nuovo impianto elettrico, così come per integrare o modificarne uno esistente, ci sono degli interventi necessari da compiere.

Il primo step è come sempre la progettazione che deve essere affidata a professionisti i quali terranno conto della distribuzione degli spazi degli arredi e di tutti gli aspetti normativi. Tra i documenti da redigere ci sono il computo metrico e lo schema elettrico legato alla planimetria della casa. Elaborato quest’ultimo che deve essere fornito ai tecnici installatori.

Per realizzare un impianto elettrico la prima cosa da fare è mappare le nuove tracce o individuare le vecchie indicandole sulla muratura. Su questi punti si esegue la scanalatura e si fanno passare le tracce.

Fatto questo si passa al posizionamento delle cassette e al passaggio dei cavi.

Chiuse le tracce si ripristina lo stato della muratura. Una volta collegati gli apparecchi, si fa il cablaggio delle cassette di derivazione.

Terminata l’installazione dell’impianto elettrico, tutto deve essere collaudato. Ed è a questo punto che viene rilasciata la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico. Documento che certifica che l’impianto è fatto a regola d’arte ed è l’unico che attesti la conformità alle norme vigenti.

Quanto costa fare un impianto elettrico a norma di legge
Quanto costa fare un impianto elettrico a norma Shutterstock – Di alexandre zveiger

Come certificare che un impianto è a norma di legge

Il quadro normativo che regola la realizzazione di un impianto elettrico è piuttosto complesso. I riferimenti principali sono rappresentati dal D. M. 22/01/2008 n. 37 e dalla norma CEI 64-8, la prima ad introdurre il concetto di impianto elettrico.

La prima legge in materia è stata la legge 46 del 1990, che ha dettato le regole riguardo l’installazione, la progettazione e la certificazione degli impianti elettrici. Introdusse l’obbligo di dotazioni minime di sicurezza e l’obbligo di una dichiarazione di conformità per gli impianti elettrici.

Il successivo Decreto Ministeriale 37/08, ha poi confermato il ruolo delle norme tecniche (che nel caso degli impianti elettrici facenti capo alle norme CEI 64-8) e ha introdotto alcune modifiche. Tra queste, il fatto che è responsabilità del proprietario dell’impianto adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza e reso obbligatorio il Certificato di conformità degli impianti elettrici. Documento che deve essere redatto dalla ditta o dal professionista che installa o esegue la manutenzione dell’impianto. Gli impianti installati dal 2008 in poi, devono quindi necessariamente averlo. Il certificato è fondamentale soprattutto in caso di vendita o di affitto di un immobile.

Varie modifiche si sono poi integrate nelle norma CEI 64-8, principale riferimento normativo per gli impianti elettrici di bassa tensione. Tra gli ultimi la classificazione del 2012 che ha individuato tre livelli per un impianto elettrico a norma. Il primo livello rispetta gli standard minimi ed è ideale per piccoli appartamenti. Il livello due, pensato per impianti più complessi, ideale per installare un sistema di allarme o di video sorveglianza. Il livello 3, il massimo previsto sul mercato in termini di efficienza, comodità e consumi se si realizza un impianto di domotica.

Come verificare se l’impianto elettrico sia a norma

Per verificare in maniera autonoma se l’impianto elettrico sia a norma basta controllare se ci sono gli elementi fondamentali. Ovvero che i cavi conduttori dell’impianto elettrico sono sistemati nelle canaline o nei tubi sotto traccia, che l’impianto elettrico è fornito di dispositivi salvavita e di sistemi di protezione diretta dei componenti. Controllare che le prese e interruttori dell’impianto elettrico sono posizionati al muro e coperti con le apposite placche.

In linea di massima l’impianto elettrico andrebbe controllato ogni 5 anni, ma se l’impianto elettrico ha più di 15 anni è bene da subito richiedere la perizia da parte di un tecnico in modo da evidenziare eventuali difformità rispetto alla normativa. Se ci fossero è obbligatorio provvedere alla sua messa in regola, nel minor tempo possibile ed eventualmente considerare il totale rifacimento. La riparazione e la messa a norma degli impianti può beneficiare del Bonus impianto elettrico 2021, che consente una detrazione fiscale dei lavori del 50%.

Per determinare il costo finale di un impianto elettrico a norma non basta considerare i mq, bisogna considerare anche altri elementi. Come le tipologie di punti luci e il il quadro elettrico. Entrambi hanno un ruolo fondamentale nella definizione della spesa. Il quadro elettrico in particolare, deve essere dimensionato alle esigenze della casa e predisposto ad un possibile ampliamento. Ogni quadro elettrico deve avere un interruttore generale, uno scaricatore di tensione e un numero di circuiti sufficienti a garantire la sicurezza della casa.

La corrente elettrica nelle abitazioni: come evitare gli incidenti domestici

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo un’indagine del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), il 6% degli infortuni domestici è dovuto a cause elettriche. In questi casi un incidente elettrico su dieci genera un incendio. Nelle abitazioni con impianti non a norma gli incidenti sono più frequenti e più gravi.
  • Nel 2004 il Rapporto PROSIEL rilevava la situazione impiantistica elettrica italiana lasciando emergere che 2/3 del totale delle abitazioni costruite prima del 1990 non rispettavano la legislazione sulla sicurezza elettrica. Da questo emergeva che il 13% delle abitazioni italiane era a rischio incendio per motivi elettrici. Il 52% degli impianti era a rischio fulminazione per presenza di componenti elettrici danneggiati e il 18% di tali impianti non disponeva di un interruttore differenziale.
  • Lo stesso Rapporto PROSIEL evidenziava anche che il 73% delle abitazioni non interessato da lavori elettrici negli ultimi 10 anni presentava situazioni a rischio. Il 44% delle abitazioni non aveva la dichiarazione di conformità nonostante il 64% di tali impianti presentasse concreti rischi elettrici. L’81% degli occupanti era convinto che il proprio impianto non avesse problemi. 

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