La crisi climatica e la produzione di vino italiano

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L’attuale situazione ambientale, segnata da una grave crisi climatica potrebbe provocare una perdita del 68% delle attuali aree agricole e incidere in maniera negativa anche sulla produzione di vino italiano.

Se la crisi climatica peggiorasse e le temperature medie salissero di anche soli due gradi, come anticipato, ci sarebbero effetti negativi anche sulla produzione di vino italiano. I dati attuali non sono per niente rassicuranti, infatti, questi ultimi 20 anni sono stati i più caldi mai registrati, tanto che la temperatura media globale attuale è di circa 1 grado più alta rispetto ai livelli preindustriali della fine del diciannovesimo secolo. Ciò anche a causa delle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane. Questi risultati hanno allarmato gli scienziati, che prevedono conseguenze catastrofiche, sia sul clima, sia sull’ambiente.

La crisi climatica e le sue catastrofiche conseguenze sull’ambiente

La crisi climatica sta avendo delle catastrofiche conseguenze sull’ambiente. Si assiste, infatti, a scarse precipitazioni e a temperature africane più alte. La situazione attuale è segnata da una grave siccità, non solo nei territori meridionali ma anche sulle montagne dove sempre più laghi glaciali stanno scomparendo. L’équipe di glaciologi dell’Università di Parma e Padova afferma che nell’ultimo secolo il ghiacciaio della Marmolada si è ridotto del 70% in superficie totale e del 90% in volume.

Inoltre, la tendenza al riscaldamento sta influenzando in maniera negativa anche il mercato dei vitigni. Tra le principali conseguenze che questi eventi ambientali estremi, come nubifragi, venti forti, grandinate anomale, gelate tardive, ondate di calore e periodi prolungati di siccità, causati dal riscaldamento globale, c’è quella che minaccia il mondo del vino.

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La crisi climatica e la produzione di vino italiano – ENRICA CUCCARESE TECLABLU PHOTOGRAPHY

La crisi climatica e la produzione di vino italiano

Il vino, una tra le produzioni d’eccellenza made in Italy, entro 20 anni potrebbe crollare sotto i colpi del cambiamento climatico. Questo, infatti, è tra i prodotti agricoli più sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici. Non a caso a causa dell’innalzamento delle temperature, molti vinicoltori sono stati costretti a cambiare tradizioni produttive praticate da secoli.

Tuttavia, questa minaccia era stata già avvertita da tempo dai produttori di vino. Infatti, in molte Regioni italiane a causa dell’innalzamento delle temperature che hanno provocato un anticipo nella ripresa vegetativa delle viti, rendendo i nuovi germogli vulnerabili, si è assistito ad una maturazione anticipata delle uve. Dall’altro lato, la carenza delle piogge ha ridotto l’incidenza delle malattie fungine, soprattutto di quelle legate ai marciumi del grappolo.

La maturazione anticipata delle uve, è tra gli indicatori più evidenti di come la crisi climatica stia impattando in maniera negativa sulla produzione del vino. Infatti, oltre alle vendemmie anticipate, su larga scala si è assistito ad una migrazione delle coltivazioni a quote più alte verso Nord. Infine, è necessario considerare che la crisi climatica ha avuto delle drastiche conseguenze anche in termini di quantità prodotta, facendo risultare quella appena passata, una delle annate peggiori degli ultimi vent’anni.

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La crisi climatica e la produzione di vino italiano – ENRICA CUCCARESE TECLABLU PHOTOGRAPHY

La produzione di vino italiano e previsioni future

Secondo i dati rilevati dall’Istituto nazionale francese della ricerca agronomica (INRA), se entro il 2050 le temperature medie salissero di 2 gradi centigradi, il 56% delle attuali regioni vitivinicole in tutto il mondo sparirebbero. In più, se entro il 2100 l’aumento raggiungesse i 4 gradi, questa perdita arriverebbe all’85%.

Ovviamente, l’area più colpita sarebbe quella Mediterranea, con Italia e Spagna che rischierebbero di perdere, la prima il 68% e la seconda il 65% di aree climaticamente idonee, in uno scenario di riscaldamento di +2 °C, con guadagni di solo il 9% e il 5% rispettivamente per le coltivazioni spostate su aree più fresche.

Inoltre, oltre all’ingente perdita di terreni e aree preposte alla produzione vinicola, gli effetti del cambiamento climatico, potrebbero generare conflitti sulla effettiva destinazione d’uso del territorio agricolo, con ingenti ricadute sugli ecosistemi e sulle riserve di acqua dolce.

L’Unione Europea, in veste di primo produttore mondiale di vino, con ben 17 miliardi di litri all’anno, il 45% del totale, dovrebbe ritenere il cambiamento climatico una questione piuttosto importante, soprattutto alla luce del fatto che l’industria sta crescendo in altre zone del mondo, come in Oriente, in Cina.

Così, tra le principali soluzioni da attuare ci sono l’abbandono dei fertilizzanti chimici in agricoltura e la diversità all’interno delle specie coltivate, che potrebbe essere la chiave per aumentare la resilienza nel contesto dei cambiamenti climatici.

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La crisi climatica e la produzione di vino italiano – ENRICA CUCCARESE TECLABLU PHOTOGRAPHY

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