In Italia, la coltivazione del riso è un settore agricolo di primaria importanza, arricchito da una storia di oltre cinquecento anni. Specialmente nelle regioni del nord Italia, come Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, si estendono vaste aree di risaie che non solo definiscono il paesaggio ma contribuiscono significativamente all’economia e alla biodiversità. Scopriamo insieme dove si coltiva il riso in Italia e come le risaie italiane rendono unico il mercato risicolo nel contesto europeo e mondiale.
Mappa completa delle risaie in Italia
La mappa delle risaie italiane copre principalmente la fertile Pianura Padana, con una distribuzione che segue l’asse del fiume Po, da ovest verso est. La vasta maggioranza delle risaie si trova nelle regioni di Piemonte e Lombardia, con significative estensioni anche in Veneto e Emilia-Romagna. In Piemonte, le province di Vercelli e Novara sono celebri per la loro produzione di riso; queste aree, insieme alla provincia di Pavia in Lombardia, formano il cuore della risicoltura italiana.
Nel Veneto, la produzione è concentrata intorno a Verona, dove il Riso Nano Vialone Veronese gode di una protezione I.G.P. per la sua qualità distinta. L’Emilia-Romagna, pur avendo una superficie coltivata meno estesa, contribuisce notevolmente alla diversità varietale del riso italiano. Anche altre regioni minori, come la Sardegna, hanno iniziato a sviluppare piccole ma significative produzioni risicole, sfruttando le loro particolari condizioni climatiche e idriche.
La mappa risicola italiana si estende su una superficie di circa 216.019 ettari, rendendo l’Italia il leader nella produzione di riso nell’Unione Europea, con il 51% delle risaie europee e circa il 49% della produzione totale. Oltre a soddisfare la domanda interna, una consistente porzione del riso italiano è destinata all’esportazione, servendo mercati in Europa e oltre.
Questa distribuzione geografica non solo testimonia l’importanza della risicoltura per l’economia agricola italiana ma sottolinea anche l’adattabilità e la resilienza di questa coltura in vari contesti ambientali e climatici della regione. Le risaie, quindi, più che semplici campi agricoli, sono paesaggi culturali che raccontano la storia di una tradizione agricola profondamente radicata nel territorio.
Mappa completa delle risaie in Italia: regioni minori e varietà locali
La mappa delle risaie italiane, mentre è prevalentemente concentrata nella fertile Pianura Padana, si estende anche a regioni meno note per la risicoltura, contribuendo a una diversità varietale e geografica notevole. Oltre al Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna, che insieme coprono circa il 98% della superficie coltivata a riso in Italia, altre regioni offrono contributi unici al panorama risicolo nazionale.
Sardegna
In Sardegna, la coltivazione del riso si focalizza principalmente nella provincia di Oristano, una zona che sfrutta le sue particolari condizioni climatiche e idriche per produrre varietà adatte al suo ambiente.
Calabria
La Calabria, nella piana di Sibari sul lato ionico della provincia di Cosenza, è conosciuta per la coltivazione di risi del gruppo Carnaroli, apprezzati per la loro qualità superiore in piatti come il risotto.
Toscana
La Toscana mantiene alcune coltivazioni di riso, concentrate principalmente intorno a Grosseto, anche se su una scala molto più ridotta rispetto al nord Italia.
Friuli Venezia Giulia
In Friuli Venezia Giulia, esiste una piccola ma significativa coltivazione di Vialone Nano, localizzata nella provincia di Udine, che contribuisce alla diversità della produzione risicola italiana.
Trentino
Recentemente, il Trentino ha iniziato a coltivare il riso S. Andrea, una varietà adatta ai climi più rigidi, già ben inserita nella Baraggia piemontese. Questa iniziativa sottolinea la capacità di adattamento della risicoltura a diversi ambienti italiani.
Sicilia
Anche la Sicilia ha una lunga storia legata alla coltivazione del riso risalente alle conquiste arabe. Oggi, alcune zone umide come la piana di Lentini tra Catania e Siracusa, stanno riscoprendo la risicoltura. Le piccole coltivazioni a Siracusa e Enna potrebbero espandersi, offrendo un riso siciliano ideale per la preparazione degli arancini.
Queste coltivazioni regionali, benché minori in termini di superficie, sono fondamentali per la ricchezza culturale e la diversità agricola dell’Italia. Rappresentano un patrimonio di varietà e pratiche agricole che contribuisce significativamente alla biodiversità e alla resilienza dell’agricoltura italiana.
Piemonte e Lombardia: il cuore della risicoltura italiana
Le regioni del Piemonte e della Lombardia rappresentano il nucleo più vitale della produzione risicola italiana. Con il 92% delle aree coltivate a riso concentrato lungo l’asse del fiume Po, queste regioni svolgono un ruolo cruciale nella produzione di riso di qualità superiore. Le varietà come l’Arborio, il Carnaroli e il Vialone Nano, ampiamente utilizzate nella preparazione di risotti, sono coltivate esclusivamente in queste zone. Inoltre, la rete di canali, come il celebre Canale Cavour, costruito nel 1863, gioca un ruolo fondamentale nell’irrigazione delle risaie, permettendo una gestione ottimale delle risorse idriche.
Lo specchio della terra: il mare a quadretti delle risaie a Vercelli (habitante.it)
Veneto ed Emilia: contributi regionali alla risicoltura
Anche il Veneto e l’Emilia contribuiscono significativamente alla mappa risicola italiana. Il Veneto, noto per la produzione del “Riso Vialone Nano”, beneficia di un I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) che garantisce la qualità e l’origine del riso. Le risaie emiliane, pur coprendo una superficie minore rispetto a Piemonte e Lombardia, sono essenziali per la diversità varietale del riso italiano. La gestione dell’acqua in queste regioni, attraverso un sofisticato sistema di risorgive e fontanili, offre un habitat ideale per molte specie avicole e contribuisce alla biodiversità.
Impatto ambientale e sostenibilità
La risicoltura in Italia non è solo una questione di produzione alimentare ma rappresenta anche un ecosistema artificiale di grande valore. Le risaie funzionano come importanti aree umide che preservano la biodiversità e mantengono l’equilibrio idrogeologico. Il sistema di coltura in sommersione, necessario per la crescita del riso, aiuta a conservare l’acqua durante i mesi estivi e sostiene le falde acquifere sottostanti.
Il settore risicolo degli ultimi anni: sviluppi e innovazioni
Negli ultimi anni, il settore risicolo italiano ha visto significativi investimenti volti a valorizzare il patrimonio varietale e a migliorare le tecniche di coltivazione e di trasformazione. Con quasi 4.100 aziende agricole attive e 98 impianti di trasformazione, l’Italia continua a innovare nel settore, garantendo prodotti di alta qualità che sono apprezzati tanto sul mercato nazionale quanto in quello internazionale.
Le risaie italiane non solo delineano il paesaggio agricolo del nord Italia ma sono un simbolo di qualità, tradizione e innovazione. Il riso Made in Italy, con la sua ricchezza varietale e il suo impegno per la sostenibilità, rappresenta un modello di produzione agricola rispettoso dell’ambiente e orientato al futuro. Continuando a investire in tecnologie sostenibili e pratiche di coltivazione avanzate, l’Italia si conferma leader nella produzione di riso in Europa e un punto di riferimento globale nel settore.
Per approfondire la conoscenza sul riso italiano e scoprire di più su dove si coltiva il riso in Italia, si consiglia il libro “Il libro del Riso Italiano. Dalla risaia al piatto“, scritto da Massimo Biloni e pubblicato da Cairo Editore nella collana libri “Il Golosario” di Paolo Massobrio. Questa risorsa offre un’esplorazione dettagliata delle tradizioni risicole italiane, celebrando la vastità e la qualità del riso Made in Italy.