Perché a Pasqua si mangiano le uova di cioccolato?

uova di cioccolato|uova di cioccolato

Uova di cioccolato: un simbolo dei dolci di Pasqua

Le uova di cioccolato sono una golosità a cui non si può rinunciare nel periodo dei festeggiamenti pasquali. In realtà in questi giorni mangiamo e prepariamo cibi a volontà, anche salati, che lo contengono. Nelle case di tutti quindi non può mancare il simbolo della Pasqua per eccellenza: l’uovo di cioccolato. L’uovo in sé è un tratto distintivo di questo periodo ed è presente in tutta la casa, a partire dalle decorazioni.

Vi siete però mai chiesti da dove deriva questa tradizione di Pasqua?

Uova di cioccolato: le origini

Per le popolazioni antiche l’uovo era una rappresentazione dell’unione della terra con il cielo, in modo da segnare la loro fusione in un’unica creazione. Per gli antichi Egizi l’uovo aveva la funzione di fulcro dei quattro elementi che costituiscono l’universo: terra, acqua, aria e fuoco.

Nel paganesimo e nella mitologia invece, l’uovo è simbolo di rinascita, soprattutto nel periodo primaverile, quando la natura ha modo di rifiorire dopo il lungo e sterile inverno, grazie alla ritrovata fertilità della terra.

Gli antichi romani erano soliti nascondere un uovo dipinto di rosso nei campi coltivati per propiziarne la fertilità. Nel periodo del Cristianesimo viene ripresa la simbologia legata all’uovo come simbolo di vita e di rinascita ed è qui che ovviamente viene ricollegata al significato della festività della Pasqua, in cui si celebra la risurrezione di Gesù Cristo e si rinnova la speranza della vita eterna nell’aldilà.

L’uovo è simbolo di vita, esattamente come il sepolcro vuoto che rappresenta la possibilità di rinascita dopo la morte, verso l’esperienza ultraterrena. Nel Medioevo divenne un dono per la servitù e in questo periodo le uova iniziarono a essere decorate per Pasqua, come simbolo religioso della rinascita dell’uomo in Cristo.

uova di cioccolato
Foto di Tim Gouw da Pexels

Uova di cioccolato: la tradizione

È la Germania che inizia la tradizione di scambiarsi in dono delle uova nel giorno di Pasqua. Le prime uova regalo erano realizzate con l’impiego di metalli preziosi, come l’oro, e spesso decorate e richieste dai sovrani agli artigiani in modo che potessero essere donate durante la festa.

Edoardo I, re d’Inghilterra, decise di commissionare centinaia di uova d’oro da offrire in dono in occasione della festività pasquale ma anche i russi lo apprezzavano particolarmente. Qui diviene famoso l’uovo matriosca grazie all’orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846-1920), incaricato dallo zar Alessandro III di preparare per la zarina delle uova decorate (la collezione imperiale vanta 52 esemplari) contenute una dentro l’altra, la prima smaltata, la seconda in oro, che contenevano altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato. La produzione di Fabergé fu enorme: si interruppe solo nel 1918 quando la Casa Fabergé venne nazionalizzata dai bolscevichi: l’orafo non si riprese mai dallo shock della Rivoluzione Russa e morì due anni dopo.

La vera origine dell’uovo di cioccolato

Forse però le origini dell’uovo di cioccolato così come lo conosciamo oggi sono da ricondurre al re Sole, Luigi XIV. Fu il primo, a inizio Settecento, a far realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte.

Il cristianesimo affianca queste tradizioni e le reinterpreta alla luce delle Nuove Scritture. L’uovo diventa così il simbolo che meglio coglie il significato del miracolo della Resurrezione di Cristo.

L’uovo: l’alimento perfetto

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Se oggi nell’uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è quindi merito di Fabergé. Ma non tutti su questo, concordano. C’è chi ricorda come già nel Settecento dalle parti di Torino c’era infatti l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato. Secondo quest’altra interpretazione potrebbero essere stati i piemontesi, maestri nell’arte del cioccolato, i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa.

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In copertina: foto di Giftpundits.com da Pexels

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