Le regole per abbinare il vino a tavola: tutto ciò che c’è da sapere

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Il vino eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini
si allontanano dal cuore dell’uomo.

Pindaro (518 a.C. circa – 438 a.C. circa)

Gustare un buon vino in compagnia dei propri amici o del partner è una buona abitudine. Se però non coordiniamo nel modo giusto i sapori e i profumi alle pietanze, l’esperienza non viene vissuta a pieno. Vediamo, quindi, le regole per abbinare il vino a tavola.

Le regole per abbinare il vino a tavola: soggettività

L’argomento dell’abbinamento cibo/vino è uno dei più spinosi ma anche tra i più dibattuti. Sarà capitato a tutti, almeno una volta, di assistere a una conversazione sul complesso mondo eno-gastronomico che si incentrava sul tema: abbinare il pesce col vino rosso e la carne col vino bianco? cosa bere con una pizza piuttosto che con un brasato?

La verità è che questo tema diventa molto dibattuto perché fondamentalmente è legato alla soggettività della persona che ne esprime un giudizio. Esistono però  dei riferimenti tecnici, che non sono soggettivi, con cui possiamo aiutarci.

Le regole per abbinare il vino a tavola

Le regole per abbinare il vino a tavola: tutto ciò che c’è da sapere
Shutterstock – stockfour
  1. Meglio servire vini con un residuo zuccherino se avete piatti a base di spezie.
    Abbinare il vino con cibi piccanti risulta spesso complicato, ma se in cantina abbiamo vini dal tenore alcolico importante e magari con un residuo zuccherino rilevante, potremmo avere maggiore soddisfazione a ogni boccone.
  2. Usare un abbinamento di accordo con il dolce.
    Per il dolce, infatti, è risaputo che l’unico modo per fare un buon abbinamento sono i vini dolci. Torte e pasticcini hanno bisogno di spumanti dolci, moscati, passiti e bianchi amabili. Attenzione che il vino non sia meno dolce del dessert, diversamente vi apparirà fiacco il vino stesso.
  3. L’Italia ha una storia culinaria molto radicata, ingredienti e ricette fortemente legati ai territori. Altrettanto vale per gli abbinamenti: essi, infatti, nascono da abitudini consolidate e sono tramandati di generazione in generazione.Le ricette, sia dei piatti che dei vini, forse nel tempo sono un po’ cambiati, ma la tradizione va ascoltata. Vanno presi e goduti così: la zuppa Ribollita e ChiantiRisotto all’Amarone con Ripasso o Amarone, Abbacchio e Frascati oppure Cantucci e Vin Santo.

Le regole per abbinare il vino a tavola

Le regole per abbinare il vino a tavola: tutto ciò che c’è da sapere
Shutterstock – Evgeny Karandaev
  1. Con un cibo dalla tendenza grassa o untuosa meglio contrapporre acidità e tannino.
    Per contrastare la parte “unta” di un piatto o “grassa” occorre opporre un vino che abbia acidità o tannino. Questo permetterà al vino di detergere il palato portando equilibrio a ogni boccone. Un Sangiovese di Romagna con carni di maiale alla griglia, una tartare di manzo con un Chianti Classico o un fritto misto con un Trebbiano toscano piuttosto che una trota salmonata con un Tocai friulano sono solo degli esempi per darvi un’idea di questo concetto.
  2. Carni bianche e vini dello stesso colore.
    Non credete al binomio carne e vino rosso. Oggi i vini bianchi possono essere abbastanza strutturati da reggere tranquillamente abbinamenti con carni di coniglio, pollame arrosto e piccola cacciagione da piuma. Nulla da temere se in tavola avete anche formaggi leggeri, paste elaborate o salumi.
  3. Il pesce meglio con i bianchi ma adatti anche certi rossi.
    Nessuno vieta di abbinare vini rossi col pesce, attenzione, però, perché per fare quest’accostamento occorre avere una certa dimestichezza. Ricordate sempre che i piatti di pescato vanno d’accordo con l’acidità di un vino prima ancora che il tannino. Per non fare errori, se non siete esperti, preferite un Verdicchio, un Soave, uno Chardonnay ma attenti a non usare l’Amarone per un salmone. Meglio rossi delicati come Grignolino o Bardolino, utili anche per grigliate o zuppe.

Le regole per abbinare il vino a tavola

Le regole per abbinare il vino a tavola: tutto ciò che c’è da sapere
Shutterstock – Foxys Forest Manufacture
  1. All’acidità rispondi con l’acidità.
    Se avete un piatto tendenzialmente acido come una pasta col pomodoro o un pollo al limone utilizzate un vino che abbia abbastanza acidità. Diversamente, un vino meno acido apparirà debole al palato rispetto al piatto.
  2. Abbinamenti difficili.

Pochi ingredienti o preparazioni fanno tremare anche i sommelier più esperti. È importante fare attenzione a non rendere sgradevole l’abbinamento con il cibo al punto che lo sovrasti.  Se avete un vino che amate e non volete assolutamente adombrare, attenzione ai seguenti ingredienti e preparazioni: gelati e ghiaccio inibiscono le papille gustative, e poi non si percepisce più nulla; aceto, agrumi, marinature: evitiamo vini troppo acidi o tannici; cioccolato molto amaro: potrebbe aiutare un vino alcolico o liquoroso, ma attenzione ai tannini se è un vino rosso; carciofi: quanta astringenza! Ma nella tradizione culinaria romana i carciofi hanno sempre trovato ottimi abbinamenti con i vini bianchi laziali.

Vino solidale: un passito dal cuore grande

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • L’Italia produce ogni anno circa 50 milioni di ettolitri di vino; basterebbero per riempire più di 000 piscine olimpioniche. Certo, i tuffi avrebbero tutto un altro sapore
  • Quale paese ha la maggiore varietà di vitis vinifera al mondo? L’Italia. Ne ospita oltre 350 tipi diversi. Che cos’è la vitis vinifera? È la vite, la madre di tutti i vini!
  • Perché le bottiglie di vino più diffuse sono da 0,75 cl? Essenzialmente per due motivi. Il primo è fisico: la capacità polmonare degli antichi soffiatori di vetro sembra permettesse loro di creare, con un unico soffio, bottiglie di tale capacità. Il secondo è burocratico: nel mondo anglosassone, per questioni di tasse portuali e costi di trasporto, una cassa di vino doveva contenere al massimo 2 galloni1 gallone equivale a 5 litri: ciascuna cassa poteva ospitare 12 bottiglie. 2 galloni, 9 litri: 9 litri divisi per 12 bottiglie, 0.75 cl ciascuna.
  • Nella storia del Tennis, pur non essendoci un record unico e accettato da tutti i circuiti, il servizio più veloce ha fermato i tachigrafi a 251 km/h. Il tiro più veloce nella storia del Calcio se lo aggiudica il brasiliano Ronny Heberson, in forza allo Sporting Lisbona nella stagione 2005/2006: 221 km/h. Al terzo posto il tappo dello Champagne: può raggiungere la rispettabilissima velocità di 106 km/h.

Credits immagine in evidenza: Shutterstock – Foxys Forest Manufacture

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