Nel 2020 ci incamminiamo verso una progettazione sempre più sostenibile, volta alla salvaguardia della natura e del paesaggio. Vediamo cosa sono le architetture vegetali e come miglioreranno il futuro dell’umanità.
Le architetture vegetali nella pianificazione urbanistica
Con “architettura vegetale” si indicano tutte quelle architetture costruite con materiale vegetale (alberi, arbusti, erbe, fiori, ecc.) ma anche minerale (pietra, mattone, terra, acqua, ecc.), alla cui base vi sia un progetto architettonico unitario e riconoscibile, anche se elaborato nel corso del tempo e da più operatori e progettisti. Le architetture vegetali sono generalmente caratterizzate da una notevole complessità derivante dai rapporti esistenti con gli elementi architettonici, a cui in genere si associano, e il contesto più generale in cui sono inserite. Solo grazie a una visione generata con la pianificazione urbanistica, le architetture vegetali si inseriscono come un plus sostenibile a favore della vita della città.
L’obiettivo delle architetture vegetali in città
Le architetture vegetali nascono non solo come un trend estetico e di design architettonico, quanto più come una necessità salutare, ambientale ed etica nei confronti del nostro pianeta. L’obiettivo della tutela non si può esaurire nella sola salvaguardia dei singoli elementi ma deve considerare anche la definizione e la riqualificazione di “sistemi del verde” (leggibili e fruibili alle diverse scale) nei quali tali elementi risultino valorizzati.
Le architetture vegetali e la qualità dell’aria
Da qualche decennio si è sviluppata una nuova attenzione nei confronti del mondo vegetale: è iniziato, infatti, un proliferare di studi sulla sensibilità, sull’intelligenza, sulla struttura sociale delle piante che iniziano a dare risultati pratici dal punto di vista della qualità dell’aria. Parametro molto caro ai progettisti, la qualità dell’aria è un fattore che viene continuamente monitorato allo scopo di migliorare la qualità della vita. In quest’ottica le architetture vegetali si pongono come un punto di partenza nel mondo della progettazione. Complice anche l’urgenza creata dall’inquinamento dell’aria, ci si rivolge a chi quell’aria l’ha creata nel corso di milioni di anni. Prolificano pratiche comportamentali che partono dall’interazione col mondo vegetale:
- il Forest bathing, una sorta di riscoperta del rapporto con le foreste
- il Bioenergetic landscape, tecnica con cui si misurano le influenze bioenergetiche degli alberi, fino al ritorno degli orti con conseguente sviluppo di ortoterapie e affini.
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L’ecologia a favore delle architetture vegetali
L’architettura ecologica nasce con una chiara vocazione naturale, basando la propria strategia costruttiva proprio sulla naturalezza dei materiali e dei componenti utilizzati. Questo concetto supera il risparmio energetico, senza però negarlo. Ecco, quindi, che iniziano a diffondersi tipologie costruttive come padiglioni in bamboo, architetture in legno e pietra, o come il famosissimo Bosco Verticale di Stefano Boeri. Un format, quest’ultimo, replicato in tante altre parti del mondo, poichè si presenta come pioniere di un nuovo modo di progettare le città.
Architetture vegetali e materiali sostenibili
Non solo verde ed elementi naturali, ma anche materiali ecologici e sostenibili possono contribuire alla pianificazione di città sempre più green, fatte da edifici che non inquinano ma, anzi, migliorano la qualità dell’aria risparmiando energia. Risparmiare energia, infatti, non è sufficiente: l’architettura naturale affronta il tema del comfort e del benessere delle persone in chiave ecologica.
Le architetture vegetali, infatti, sono architetture che danno vita a strutture realizzate con materiali come il bambù, il legno, la paglia, la terra cruda, la canna palustre, la canapa. Cerano, in sostanza, un legame con la natura più autentico, riportando in auge tecniche tradizionali e costruzioni semplici.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Esistono studi che individuano nella presenza di piante un miglioramento generale del benessere e che trovano applicazioni pratiche negli uffici e anche nelle strutture sanitarie, dove riescono a diminuire la degenza con conseguente risparmio economico.
- La deforestazione è una delle cause principali del declino della biodiversità e del riscaldamento globale ed è per questo che le aziende virtuose del settore si impegnano nella gestione sostenibile della risorsa del legno. Questo avviene grazie alla tracciabilità della materia prima dalla coltura al trattamento finale. Il Legno Controllato, infatti, è un materiale che può essere mescolato con quello certificato durante la realizzazione di prodotti etichettati come FSC Misto. Questo permette ai produttori di gestire l’offerta di materiale forestale certificato FSC, creando la domanda per il legno certificato FSC.
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