Un lavoro unico e importante per la società, l’architetto oggi viene riconosciuto quando si parla di archistar. Chissà perché, la maggior parte dei nomi più noti sono sempre uomini. Vediamo la classifica dei migliori architetti donna in Italia.
“La natura mi ispira, ma guai a ignorare la forza di gravità” – Zaha Hadid
I migliori architetti donna in Italia
Un numero sempre crescente nelle Università, quello delle donne che studiano per diventare architetto. Eppure, si parla per la maggior parte delle volte solo di archistar uomini. È incredibile, come tutti le archistar italiane siano uomini.
«Ci sono diverse architette italiane molto brave, riconosciute anche dalla critica. Ma nel mondo in generale non ce ne sono moltissime che hanno raggiunto alti livelli di notorietà. Per citare un nome, mi viene in mente la giapponese Kazuyo Sejima che adesso insegna anche al Politecnico di Milano» spiega il professor Paolo Mellano, direttore del dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino.
Non è un caso se solo una donna (da sola) abbia vinto il Pritzker Prize, una sorta di Nobel dell’Architettura: si tratta dell’architetto iraniana Zaha Hadid, scomparsa purtroppo nel 2016. Nel 2017 poi l’ha ricevuto anche Carme Pigem, però insieme ai colleghi Rafael Aranda e Ramon Vilalta.
Classifica dei migliori architetti donna in Italia: stereotipi di genere
Questo forse anche perché nel passato questa professione è stata associata meno facilmente al genere femminile. Tornano, in certi casi, alcuni stereotipi di genere da cui fatichiamo a separarci. È proprio quello evidenziato nel film “Scusate se esisto”, dove la magistrale Paola Cortellesi, architetto con enorme esperienza e talento è costretta a lavorare all’estero per praticare il lavoro dei sogni con il giusto riconoscimento; tornata in Italia, deve fingersi l’assistente di un architetto uomo (inesistente) per vincere un importante gara d’appalto.
Classifica dei migliori architetti donna in Italia
- Benedetta Tagliabue. Veneziana, lo studio che porta (anche) il suo nome si trova a Barcellona ed «è nato negli anni ’80 con Eric Miralles, suo compagno nella vita, nonché uno dei principali esponenti della rivoluzione architettonica che ha trasformato completamente Barcellona dopo le Olimpiadi del ’92» prosegue Mellano. Oggi Miralles non c’è più, «ma lo studio continua a essere uno dei più importanti a livello mondiale. Senza troppi problemi potremmo definire Tagliabue un’archistar».
- Guendalina Salimei. Romana, classe 1962, è fondatrice e direttrice di T-Studio. Ha progettato il recupero del quartiere Corviale a Roma; alla sua figura è ispirata la protagonista femminile (interpretata da Paola Cortellesi) del film Scusate se esisto! di Riccardo Milani.
- Laura Andreini. È una delle fondatrici dello studio Archea di Firenze e insegna nell’Università del capoluogo toscano. Fra i progetti a cui ha lavorato lo studio in cui è attiva c’è quello per le Cantine Antinori.
- Teresa Sapey. È autrice dei progetti di diversi parcheggi multipiano in città dove la cultura nei confronti di questo tipo di strutture è sviluppata, come la Spagna e la Germania. «Qui il parcheggio multipiano urbano non ha solo uno scopo funzionale, ma anche una valenza estetica importante. Sapey fa ampio ricorso ai colori, sia nel calcestruzzo sia in materiali come le lamiere, e a strutture che sembrano delle sculture. Nei suoi parcheggi si percorre di fatto uno spazio della città in cui ci si trova».
Classifica dei migliori architetti donna in Italia
- Maria Alessandra Segantini. Insieme al compagno e socio Carlo Cappai, ha fondato lo studio C+S di Treviso: «lei è l’anima trainante del gruppo di lavoro anche da un punto di vista culturale».
- Paola Gatti. Fa parte dello studio Negozio Blu che fra le altre cose ha progettato l’Eataly di Torino (con Cristiana Catino) e la Chiesa e complesso parrocchiale Gesù Maestro a Racalmuto, in Sicilia.
- Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Siciliana, nonostante l’età anagrafica, «a vedere i suoi progetti si direbbe una ragazzina».
- Lucia Celle ed Elisabetta Zanasi Gabrielli. Sono entrambe socie fondatrici di Ipostudio di Firenze che vanta progetti importanti negli ambiti museale, residenziale, alberghiero e scolastico.
- Isotta Cortesi. Professore associato di architettura del paesaggio a Napoli, parmigiana di origine (e figlia d’arte), Isotta Cortesi semplicemente «fa delle cose molto belle».
- Simona Della Rocca e Valeria Bruni. Fra le giovani progettiste da tenere d’occhio ci sono Simona Della Rocca e Valeria Bruni. In passato hanno fatto parte dello studio torinese bam! che fra le altre cose con He ha vinto YAP MAXXI 2013, programma di sostegno ai giovani progettisti del MAXXI di Roma che ha previsto la realizzazione di un’installazione negli spazi aperti dell’istituzione museale.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Questo gender gap del mondo dell’architettura in merito alla notorietà non è altrettanto marcato nel contiguo mondo del design. La stessa mamma di Stefano Boeri, Cini Boeri, è stata una designer di grandissima capacità e fama.
- Dagli occhiali tondi cerchiati di Le Corbusier, le mantelle avveniristiche di Zaha Hadid per arrivare all’intramontabile giacca/t–shirt di Jean Nouvel: sono proprio le archistar a confermare un dress code costoso, no logo, e ovviamente, total black. Architetture geometriche, sartoriali, futuristiche portano la firma di personaggi essenziali e sofisticati, che non appaiono vestiti comunemente variopinti per conservare, almeno in pubblico, l’alone misterioso da guru.
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