Il cibo che fa bene: cosa mangiare ad ottobre?

cosa mangiare ad ottobre

Durante la stagione autunnale cambia il paesaggio e con esso mutano anche i profumi e i sapori in tavola. Funghi, mele cotogne, cachi, melagrane, uva: si tratta di alcuni dei prodotti dell’orto di ottobre che fanno bene all’organismo. Il cibo che fa bene: quale frutta mangiare ad ottobre?

La frutta di ottobre: mele cotogne, cachi e uva

L’orto di ottobre offre tanti prodotti che fanno bene all’organismo: cachi, fichi e fichi d’india, kiwi, lamponi, mele cotogne, melagrane, pere, prugne, uva.

La mela cotogna è un frutto tipicamente autunnale dalle moltissime proprietà benefiche. È particolarmente ricca di pectina, una fibra alimentare che aiuta a tenere sotto controllo i valori di glicemia e colesterolo nel sangue. La mela aiuta anche a preservare e a ripristinare la funzionalità intestinale. Inoltre, l’acido malico contenuto nel frutto favorisce la digestione e ha proprietà antinfiammatorie a carico di intestino e stomaco.

Anche i cachi sono frutti autunnali che fanno bene all’organismo se mangiati nelle corrette quantità. Il caco è una buona fonte di acido folico, vitamina A e C. Contiene zuccheri, potassio, beta-carotene e cripto xantina che conferisce il tipico colore arancione. Il potassio aiuta il sistema nervoso e l’apparato muscolo-scheletrico. Gli zuccheri in esso contenuti contribuiscono a mantenere in salute il fegato. I cachi hanno anche proprietà lassative e diuretiche. Il caco è ricco di vitamine, in particolare C, e contiene sali minerali quali potassio, magnesio, fosforo, calcio e sodio. Possiede una buona percentuale di fibre: rappresenta un rimedio naturale contro la stitichezza.

L’uva è uno dei frutti più rappresentativi della stagione autunnale. Si tratta di un alimento molto zuccherino e calorico con un basso indice di sazietà. I sali minerali contenuti nell’uva sono utili per la formazione dell’emoglobina, per stimolare la secrezione della bile e per favorire la digestione. L’uva è ricca di elementi essenziali per il benessere del corpo, come i polifenoli, e ha un effetto benefico sul sistema cardiovascolare e sui reni grazie al suo elevato potere depurativo. Le vitamine in essa contenute hanno proprietà antiossidanti e vitaminizzanti.

5 benefici dell’uva

La verdura autunnale

Ad ottobre l’orto regala verdura buonissima e dalle proprietà benefiche come barbabietole, broccoli, carote, cavolfiori, funghi, patate novelle, radicchio, scalogno, sedano, zucche, zucchine ed erbe aromatiche come basilico, dragoncello, salvia, maggiorana, peperoncino, prezzemolo, rosmarino.

In modo particolare, i funghi sono i prodotti che più rappresentano la stagione autunnale. In questo periodo è possibile trovare diverse qualità di funghi dai chiodini ai piopparelli. Ricchi di potassio, vitamina B e fibre, questi frutti del bosco hanno numerose proprietà benefiche: aiutano a depurare l’organismo, sono un’ottima fonte di minerali come fosforo, potassio, selenio e magnesio. Grazie al loro contenuto di lisina e triptofano, vitamine del gruppo B e alcune sostanze antiossidanti, i funghi rappresentano un valido aiuto naturale per il sistema cardiovascolare.

Sapori autunnali: proprietà e benefici dei funghi

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Fixing Food 2021: An opportunity for G20 countries to lead the way è il Report sviluppato dall’Economist Intelligence Unit con il Barilla Center for Food & Nutrition che, sulla base del Food sustainabilty index, Fsi, indaga sull’opportunità che hanno i Paesi del G20 di guidare il cambiamento sulla sostenibilità alimentare. Il Food sustainability index esamina le prestazioni dei sistemi alimentari nazionali attraverso tre pilastri: perdita e spreco di cibo, agricoltura sostenibile e sfide nutrizionali. La pandemia da Covid-19, evidenzia il Rapporto, ha messo in luce la necessità di costruire sistemi alimentari non solo sostenibili, ma anche sani, inclusivi e resilienti. Spreco di cibo, agricoltura sostenibile e sfide nutrizionali sono dunque i tre aspetti esaminati. Buoni risultati in Canada, Giappone, Australia, Germania e Francia, ma c’è tanto da fare per rendere resilienti i sistemi alimentari.

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