Ergonomia e Interior Design: un connubio vincente

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Il concetto di ergonomia nasce nel 1949 da un insieme di discipline che si ponevano l’obiettivo di studiare il comportamento dell’uomo nel suo ambiente lavorativo (all’epoca soprattutto in ambito industriale) al fine di migliorarne la produttività.

Il termine ergonomia fu utilizzato per la prima volta dal naturalista polacco Wojciech Jastrzebwski nel 1871

Nel corso degli anni, l’estensione di questo concetto agli altri aspetti della vita quotidiana ha portato alla definizione di una vera e propria scienza, chiamata appunto ergonomia, il cui scopo è aumentare il benessere delle persone e minimizzare le difficoltà d’uso di oggetti e strumenti tecnologici, analizzando il modo in cui l’uomo interagisce con ciò che lo circonda.

Ergonomia ed elementi di arredo

Nel campo dell’arredamento, in particolare, tutto ciò si è concretizzato nella progettazione di elementi d’arredo finalizzati ad un utilizzo sicuro, pratico, confortevole e adattabile alle esigenze di ciascun utente. Già nel 1948, l’architetto e designer Le Corbusier aveva a suo modo perseguito questo obiettivo, teorizzando una scala di misure basata sul rapporto aureo, nota come Modulor, che egli utilizzò per progettare edifici e arredi “a misura d’uomo”.

I fattori importanti da tenere in considerazione nella progettazione di arredi che rispondano ai requisiti dell’ergonomia sono molti. Vediamone alcuni e cerchiamo di spiegarli attraverso degli esempi.

  • Le dimensioni devono essere adeguate allo spazio, allo scopo e al pubblico di utenti a cui l’oggetto d’arredo è rivolto: una seggiolina che possa essere utilizzata dai bambini di un asilo deve essere più piccola di una normale sedia, più leggera, e magari realizzata in un unico elemento, in modo che sia resistente e che non possa essere smontata dai suoi piccoli fruitori.
  • Va considerato il tempo previsto di utilizzo: tutti noi sappiamo che in media trascorriamo un terzo della nostra vita dormendo, e proprio per questo motivo sono stati fatti innumerevoli studi e test per realizzare materassi volti a garantire il maggior benessere possibile per ogni specifica esigenza.
  • La presenza di adeguati sistemi di sicurezza, tali da minimizzare il rischio di lesioni ed incidenti durante l’uso previsto, è indispensabile: i sistemi di fissaggio a muro, ad esempio, sono ormai talmente avanzati e resistenti da essere in grado di sostenere tutti quegli elementi d’arredo sospesi che siamo abituati a trovare nelle nostre case, come i pensili della cucina, i mobili giorno e addirittura i sanitari.

Perché l’ergonomia è importante nell’Interior Design?

Applicare i concetti di ergonomia all’Interior Design serve a realizzare spazi abitativi e di lavoro che siano comodi e studiati per rispondere facilmente alle esigenze delle persone.

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Foto di Ken Tomita da Pexels

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Quindi, progettare una stanza in maniera ergonomica significa conoscere e saper tenere in considerazione i vincoli, le giuste distanze, le dimensioni degli spazi di lavoro e di movimento, e saper integrare correttamente le attrezzature all’interno del locale in modo che tutte le attività previste vi possano essere svolte efficacemente.

Ma non è tutto: nell’Interior Design si pone attenzione all’ergonomia anche nelle fasi di progettazione dei mobili e degli oggetti d’arredo.

Come si progetta un elemento d’arredo

Innanzitutto, è importante domandarsi chi lo utilizzerà: un bambino, un adulto o un anziano avranno esigenze diverse, pertanto capire a chi tale prodotto è rivolto è uno step fondamentale.

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Foto di tookapic da pixabay.com

Successivamente, si fa la cosiddetta task analysis, ossia un’analisi dettagliata della sequenza di operazioni che il consumatore dovrà eseguire nello svolgimento del compito per cui il prodotto è stato creato. Questo passaggio, molto importante all’interno del processo di progettazione, serve a capire come il prodotto dovrebbe comportarsi per soddisfare al meglio il suo utente.

Poi, si individuano quali sono le “misure” da tenere in considerazione per determinare le dimensioni del prodotto: se si vuole progettare una sedia, non avrà molto senso considerare la lunghezza del piede delle persone che vi si siederanno.

Come si determina questa misura di riferimento?

Consigliamo innanzitutto di scaricare “L’ergonomia nella progettazione dell’arredamento”, un documento che introduce i concetti base di ergonomia nella progettazione dell’arredamento.

La risposta alla domanda – spiega il pamphlet – è nei cosiddetti percentili, che rappresentano la percentuale di popolazione che statisticamente si trova al di sotto o al di sopra di una particolare misura antropometrica. Si utilizza questo concetto perché non esiste una “persona nella media” da prendere come modello: un individuo che rientra nel 50° percentile, ad esempio, per il suo peso, difficilmente apparterrà al 50° percentile anche per quanto riguarda la lunghezza del busto, o la misura dell’avambraccio. Ognuno di noi è diverso, le proporzioni del corpo umano variano da persona a persona, perciò trovare qualcuno che sia nella media in tutte le sue misure sarebbe un evento più unico che raro.

A questo punto si può passare ad elaborare il progetto vero e proprio, e solitamente lo si fa pensando a soddisfare il range di utenti che va dal 5° al 95° percentile, vale a dire il 90% degli individui facenti parte del bacino di consumatori per cui il prodotto è pensato, che dovrebbe quindi essere nelle condizioni di utilizzarlo senza particolari difficoltà.

Realizzato il prototipo, si entra nella fase di sperimentazione del prodotto

Si seleziona un campione di persone, generalmente in numero compreso tra 10 e 50, all’interno della popolazione di destinazione e li si mette nelle condizioni di testare il prodotto. Poi, tramite l’osservazione o attraverso questionari ed interviste, si raccolgono le opinioni del campione di utenti e si analizzano i dati raccolti per apportare modifiche e miglioramenti al prototipo.

Ripetendo l’operazione di test e analisi dei risultati, alla fine si arriverà ad ottenere la migliore versione del prodotto, che a questo punto potrà entrare nel processo di produzione.

Così il design si avvale della scienza

In questo video la prof.ssa Francesca Tosi, Presidente del Corso di Laurea in Disegno Industriale presso il Design Campus dell’Università degli Studi di Firenze, che ci parla di Ergonomia & Design.

Oggi il Design non potrebbe fare a meno dell’Ergonomia: un unicum di conoscenze interdisciplinari che utilizza scienze come la statistica, la fisiologia, la biologia, antrologia – solo per citarne alcune –  per determinare u corretti livelli di sicurezza, adattabilità, usabilità, comfort, gradevolezza,  comprensibilità degli ottetti che viviamo nell’uso quotidiano.

Ed è il Design ad offrire oggi all’Ergonomia nuovi strumenti e percorsi di sperimentazione: dal design dei prodotti d’uso quotidiano al design dei servizi, dal design delle interfaccia digitale all’internet delle cose (IOT) – e a permettere una visionepiù ampia di sintesi progettuale, comprese le soluzioni di intervento, capaci di rispondere alle esigenze, alle aspettative e ai desideri delle persone.

10 domande per scegliere un interior designer

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?

  • Il termine “ergonomia” nasce nel 1949 ad opera dello psicologo britannico Kennet Frank Hywel Murrell, che fu tra i primi ad occuparsi di questa disciplina. L’obiettivo era studiare le interazioni fra l’uomo e l’ambiente lavorativo per individuare le possibili cause di inefficienze e di stress per i lavoratori. La sua teoria si basa sul concetto: “To fit the job to workers” (Adattare il lavoro all’uomo).
  • Tuttavia il termine venne già stato utilizzato una prima volta dal naturalista polacco Wojciech Jastrzebwski nel 1871, ma solo grazie a Murrell ebbe così ampia diffusione.
  • Per approfondire: Ergonomia & Design. Design per l’ergonomia spiegato dagli esperti

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