Il restyling nel design: icone entrate nella storia… e nelle case

La fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane.

Italo Calvino

Prima di parlare di restyling, bisogna fare un passo indietro e raccontare del design.  Un termine che parte da un concetto e ha un significato molto ampio che spazia tra la metodologia progettuale, il problem solving, l’intervento creativo e una strategia di marketing. Sicuramente ciò che caratterizza l’industrial design è la dicotomia tra estetica e funzionalità. Ovvero, un prodotto non può essere considerato industriale se non contiene entrambe queste due caratteristiche.

Nasce con la Rivoluzione Industriale, tra il 1700 ed il 1800, assieme alla produzione meccanizzata, che permetteva una produzione in serie, più veloce e a basso costo, alla mercé di tutti.

Una figura di spicco è senz’altro William Morris (1834-1896), il cui pensiero e lavoro si contrappongono allo spirito vittoriano dell’epoca. Artista e attivo socialmente, fa parte del movimento ‘Art&Crafts‘ (riforma delle Arti applicate), i cui principi erano volti all’importanza dell’artigianato e al suo significato: espressione dell’uomo e valore durevole nel tempo.

Nel 1861 fonda la sua personale società, cercando di fondere l’arte col design, attingendo alle antiche tradizioni artigianali. La sua filosofia si accostava al pensiero dei Preraffaeliti e di John Ruskin: salvare i lavoratori dalla schiavitù salariale e della macchina; ripristinando un sentimento di “gioia” attraverso il lavoro.

Anche se la sua società era destinata a fallire, le sue idee e quelle della società, aprirono il passo al Movimento Moderno, di cui l’esponente principale è stata la scuola d’arte e di design Bauhaus, un modello d’innovazione legato al razionalismo ed al funzionalismo, fondata da Walter Gropius nel 1919 a Weimar, Germania.

100 anni di Bauhaus

Oggetti di Design Industriale

Il Radiofonografo Braun, di Dieter Rams, uno dell’industrial designer più influenti del secondo ‘900.

Gli iconici frigoriferi Smeg anni ’50.

Il telefono Grillo di Zanuso e Sapper, un apparecchio a conchiglia, vincitore del Compasso d’oro nel 1967..

Il Re-Design

Dopo aver delineato il contesto dell’industrial design e i suoi principi, passiamo alla “modernizzazione” e stravolgimento degli stessi.
Ridisegnare o rivisitare un oggetto, in questo caso nel design, significa prenderne uno e modificarlo, sempre mantenendo fede al concetto e allo scheletro di base. Lo scopo è quello di migliorare il prodotto, conservandone gli aspetti tecnici ed estetici.

È come una specie di restauro, su di una base creata in passato, cercando di renderla come ‘nuova’, o più attuale, rispetto ai tempi e alle mode.

Il restyling si può applicare a qualsiasi cosa, è come un revival di ciò che è datato o non più in uso dove si cerca anche di dare una svecchiata all’oggetto.

Si può essere d’accordo o meno e può piacere o no, ma penso che ci siano prodotti “sacri” che non bisognerebbe alterare, per il semplice motivo che si andrebbe a stravolgere l’essenza stessa dell’articolo e del suo significato insito.

Oggetti ridisegnati

Il cavatappi Anna G., di Alessandro Mendini, Alessi, 1994.  Un “ritratto di design”. Dedicato a una donna reale è diventato un oggetto iconico del design contemporaneo.

La poltrona Zanotta Sacco, 1968.

Il Servizio per condimenti 5070 di Ettore Sottsass, 1970. Un set da te e caffé che ha richiesto anni di lavoro sui materiali. Cylinda di Arne Jacobsen, Stelton, 1964-1967.

“Noi viviamo in una cultura del “remix”: tutto è ispirato da qualcosa che è venuto prima, e la creatività si vede nella reinterpretazione di opere preesistenti non meno che negli originali”.

Chris Anderson

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Il Premio Compasso d’Oro, il più alto riconoscimento italiano per il design, viene assegnato ogni 3 anni.  il sito ufficiale è quello  dell’associazione che lo assegna: ADI
  • Il premio è un compasso, ispirato a quello di Adalbert Goeringer e alla proporzione aurea, disegnato dal grafico Albe Steiner e opera degli architetti Marco Zanuso e Alberto Rosselli.
  • Dal giugno 2020 tutti gli oggetti premiati saranno esposti presso l’ADI Design Museum.

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