Diciamolo, i numeri sembrano parlare chiaro. Secondo i dati raccolti nella ricerca condotta dall’ Osservatorio sulla Casa, ad esempio, la scelta del 63,6% degli abitanti italiani è caduta sull’installazione di un box doccia, e la percentuale sale al 72% se si considerano coloro che vivono in case con meno di tre stanze.
Il box doccia è la scelta prediletta
Una scelta talvolta obbligata, determinata dalle sempre più stringenti esigenze di spazio? Senz’altro. Tuttavia, il fatto che il 32% degli abitanti “ shower friendly” abbia optato per una doccia costruita in muratura, con una porta in vetro o cristallo, lascia intuire che, pur in spazi limitati, gli italiani non vogliano rinunciare ad una doccia di dimensioni confortevoli, esteticamente gradevole ed al passo con le tendenze dell’abitare contemporaneo, ponendosi in continuità con la tendenza che conferisce alla stanza da bagno sempre più dignità progettuale, e la considera un vero e proprio luogo dedicato alla cura ed al relax più che un semplice spazio di servizio.
Alleato contro le barriere architettoniche
Oltre ad occupare minore metratura rispetto alla vasca da bagno, il box doccia presenta un ulteriore vantaggio: è facilmente accessibile, il che fa di lui un ottimo alleato delle persone con disabilità motorie o semplicemente un po’ avanti con gli anni. Anche quando si presentavano come veri e propri bacini delimitati da bordi piuttosto alti, infatti, i piatti doccia rappresentavano comunque una barriera ben più valicabile rispetto alle robuste sponde della vasca da bagno.
Oggi poi, il design di questi elementi ha fatto notevoli progressi funzionali ed estetici.
L’evoluzione delle componenti idrauliche tecniche ha fatto sì che, per garantire uno scarico efficace, sia sufficiente una altezza ridotta. Questo ha permesso ai designers di “appiattire” ulteriormente i piatti doccia, che oggi posso addirittura essere “flat” ossia del tutto privi di bordi, installati a filo del rivestimento circostante.
Alleato contro lo spreco d’acqua potabile
Se poi volessimo tirare in ballo i consumi d’acqua, si potrebbe ritenere di andare a colpo sicuro nel dire che il box doccia fa la sua parte anche nel risparmio energetico e in quello dell’acqua potabile in particolare.
Secondo i dati di ARPA Veneto, ad esempio, farsi un bagno richiederebbe il consumo di circa 100-160 litri d’acqua, farsi una doccia di 5 minuti invece ne consumerebbe dai 75 ai 90, mentre una doccia rapida di 3 minuti (un po’ tanto rapida in effetti) ne consumerebbe dai 35 ai 50.
La rivincita del bagno caldo
Insomma, non si possono certo ignorare i dati!
Ignorare di certo giammai, ma contestualizzare sì.
A cominciare dalla ricerca dell’Osservatorio sulla Casa, ad esempio. Dalla ricerca in questione infatti emerge che sebbene gli abitanti che possiedano la vasca da bagno siano in minoranza, il 36,4%, la maggioranza di loro, ben il 61% non cambierebbe la vasca da bagno con un box doccia; il 13% non ha mai preso in considerazione la possibilità di farlo, e solo il 26 per cento afferma di voler sicuramente sostituire la vecchia vasca da bagno con la doccia.
Insomma, pare che la maggioranza di chi possiede una vasca da bagno ne sia sostanzialmente soddisfatto.
Nonostante tutte le considerazioni di ordine pratico, come spazio ed accessibilità, non si può probabilmente ignorare la funzione rilassante e rigenerativa che un bagno caldo può ancora avere al termine di una frenetica giornataccia. Dopo tutto, ogni essere umano ha trascorso nove preziosi mesi della propria vita immerso in un tiepido liquido. Memoria biologica? Probabile.
La posizione distesa, magari accomodata da un poggiatesta, il silenzio, l’immersione, sono tutte sensazioni piacevoli che una bella doccia, per quanto tonificante, non può offrire.
Non è un caso che negli ultimi anni il 40% degli italiani abbia incrementato il tempo da dedicare al benessere e che il soggiorno termale sia tra gli svaghi preferiti nel tempo libero anche tra i giovani tra i 18 e i 35 anni.
Che dire però dello spreco di acqua potabile imputato all’uso della vasca da bagno?
È innegabile, per riempire una vasca da bagno viene consumata molta acqua.
Non va trascurato però che, proprio per rispondere al trend “ benessere”, le cabine doccia e le dotazioni proposte per i box sono diventate sempre più sofisticate. Secondo uno studio condotto dall’associazione Waterwise, ad esempio, il 20% delle docce presenti sul mercato sono dotate di un getto d’acqua ad alta pressione che porta i consumi alle stelle: per una doccia di 8 minuti utilizzando questo tipo di getti si sfiorano i 140 litri d’acqua!
La questione dei consumi idrici è di vitale importanza. Tutti gli abitanti del pianeta, ed in particolare quelli che possono disporre dei maggiori comfort, devono dimostrare buon senso nell’utilizzo di questa risorsa preziosissima, a prescindere dalla predilezione per vasca o doccia.
Clarissa Di Stora Gargano