Le migliori installazioni del Fuorisalone 2018

Le migliori installazioni del Fuorisalone|||||||||

Dal minimalismo interpretato in chiave tecnologica dallo studio giapponese Nendo, fino alle atmosfere retrò e sofisticate del Tram Corallo di Cristina Celestino. Anche quest’anno il Fuorisalone ha offerto un ampio sguardo sull’eclettismo di stili e tendenze che caratterizzano il panorama progettuale italiano e internazionale. Visitando i diversi Design District cittadini dal 17 al 22 aprile, abbiamo osservato le installazioni e mostre più interessanti della Design Week e le abbiamo raccolte nel Best of Fuorisalone di Habitante.

Forms of movement — Nendo

Forms of movement — Nendo
nendo.jp

Lo studio giapponese Nendo, famoso a livello mondiale per il suo approccio di design poetico, ma allo stesso tempo minimalista, è stato anche quest’anno tra i principali protagonisti delle esposizioni del Fuorisalone. All’interno del Supestudio di Via Tortona, infatti, ha presentato una mostra personale sviluppata in collaborazione con aziende giapponesi specializzate in prodotti tecnologici e materiali innovativi. Da questa unione sono nati dieci differenti concept sul concetto di movimento, esplorato attraverso forma, funzione, sperimentazioni materiche e digitali. Ogni progetto, oltre a essere accompagnato da schizzi progettuali che lo illustrano in modo semplice e immediato, viveva attraverso modelli di studio e mockup delle diverse fasi di sviluppo, per immergere i visitatori all’interno del processo produttivo. Tra oggetti per la tavola e forme stampate in 3D, Blooming shades è stata la sperimentazione più interessante per Habitante, poiché legata ai temi di controllo della privacy e della luce negli ambienti domestici. Si tratta di uno schermo oscurante da applicare alle finestre che, invece di “bloccare la vista” verso l’esterno, reagisce con rotazioni armoniche al cambiamento della luce del sole e della presenza di persone nella stanza, schermando le aperture con un movimento che ricorda dei fiori che sbocciano.

The Diner, David Rockwell

The Diner, David Rockwell fuorisalone 2018
ph Michele De Candia

Vincitore del premio Milan Design Award 2018 per il miglior engagement, The Diner ha portato in zona Ventura Centrale l’iconica Dining Experience americana interpretata in chiave moderna. L’architetto David Rockwell, insieme a 2×4 Design Studio, ha infatti progettato un ristorante pop-up all’interno dei magazzini raccordati di via Ferrante Aporti, suddividendo lo spazio in quattro ambienti ispirati a differenti zone del continente americano. Trattate con materiali, colori e stili diversi, rappresentano il Roadside Diner, l’East Coast Luncheonette, il Midwest Diner e il West Coast Diner. Al centro, un grande bancone in stile anni ’50 circondato da sgabelli alti, favoriva le consumazioni veloci, mentre ai lati dello spazio era possibile accomodarsi su divanetti e poltroncine, oppure sdraiarsi su comode amache circondate da piante in stile tropical. L’offerta del menu spaziava dai tipici hamburger con patatine fritte, alle caesar salad, fino ai dolci come le cheesecake e ai celebri milk shake.

ph Michele De Candia

Tram Corallo, Cristina Celestino

ph Mattia Balsamini

Cristina Celestino, Designer premiata con numerosi riconoscimenti a livello internazionale, ha firmato un progetto “itinerante” per il Fuorisalone, portando il suo tocco elegante e sofisticato all’interno della carrozza di un tram storico del 1928. Se vi è capitato di camminare tra le vie di Brera e di Corso Sempione, avrete sicuramente notato un veicolo rosa transitare per le strade affollate, che ha ospitato numerosi visitatori in una sorta di viaggio nel tempo. Il progetto di Interior ha traslato l’estetica di Cristina Celestino all’interno di un piccolo spazio diviso in due sale, ispirate agli ambienti tipici del teatro: la prima legata al concetto di foyer, un luogo di attesa dove accomodarsi su poltroncine dai toni rosa e salvia e una seconda separata da una tenda, più intima e raccolta, dove sedersi su piccoli pouf e godere di una vista privilegiata sulle vie di Milano.

ph Mattia Balsamini

Club Unseen, Studiopepe

ph Giuseppe Dinella

La location più esclusiva di questa edizione della Design Week ha ospitato un vero e proprio club privato, visitabile solamente su appuntamento, animato da performance musicali notturne e dalla preparazione di cocktail per mano di misteriosi mixologist. Localizzata nelle vicinanze di Piazza Tricolore in un ex magazzino di fine Ottocento, in una posizione inusuale rispetto ai Design District più importanti, l’installazione temporanea del duo Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto, si sviluppava attraverso differenti stanze allestite con arredi e pezzi unici realizzati con aziende partner e accostati a icone storiche. Inoltre, nascosti all’interno della seconda sala, dei mixologist preparavano a ritmo continuo dei cocktail, mentre i visitatori potevano scorgerne solamente le mani, nell’ottica di focalizzare l’attenzione solamente sulla gestualità delle fasi di creazione.

3D Housing 05, CLS Architetti

CLS Architetti, ph Luca Rotondo

Piazza Cesare Beccaria, a due passi dal Duomo di Milano, si è trovata al centro della rivoluzione della stampa 3D applicata all’architettura. Per tutta la durata del Fuorisalone, infatti, una casa di 100mq stampata in opera ha mostrato ai passanti le possibilità che questa tecnologia offre nel campo delle costruzioni sostenibili. La componente di attenzione verso l’ambiente è garantita dal materiale utilizzato, composto da una miscela di polveri cementizie, inerti e leganti, che al termine del ciclo di vita dell’opera possono essere demoliti tramite polverizzazione e riutilizzati per nuovi progetti. Inoltre, la velocità di costruzione e la flessibilità data dal materiale, permettono di abbattere qualsiasi limite progettuale e di far fronte con rapidità alle emergenze abitative. Oltre all’involucro, progettato da Massimiliano Locatelli di CLS Architetti, è risultata interessante la personalizzazione degli ambienti interni, grazie alle scelte raffinate e ai materiali preziosi come ottone e marmo, a contrastare con l’aspetto più brutalista della struttura architettonica. Caratterizzata dalla texture di stratificazione del cemento, la pelle esterna è diventata inoltre una base su cui innestare le piante che culminano in un orto posto sulla copertura.

CLS Architetti, ph Luca Rotondo

Penelope Vaglini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts