Meno cellulari e più giardino per i bambini: salviamo la creatività di domani

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Togliere i cellulari ai bambini è un atto di amore per salvare la loro creatività.

Il sopravvento della tecnologia sui bambini: salviamo le creatività di domani!

Una volta giocare all’aperto senza avere un cellulare in tasca e cadere sbucciandosi un ginocchio significavano vero divertimento per ogni bambino, era quasi una consuetudine. Oggi, purtroppo, i tempi sono cambiati e non è più così più scontato giocare nella natura per molti bambini. Anno dopo anno abbiamo assistito ad un radicale rinnovamento delle città che si sono trasformate in realtà di gran lunga più moderne rispetto a quelle di trent’anni fa e, con esse, un cambiamento sostanziale è avvenuto nello stile di vita delle nuove generazioni.

I bambini di oggi sono così impegnati, in particolare a livello scolastico, che non riescono a trascorrere più di due ore all’aria aperta, ma impiegano il loro tempo sempre più legati al mondo della tecnologia. Forse tutto ciò si sta estremizzando in una realtà troppo virtuale e poco a contatto con la natura; abbiamo, però, ripreso un vecchio metodo pedagogico che può salvare la creatività di domani.

Scopriamo insieme di più sul metodo Giardino dei bambini.

Meno cellulari e più natura per i bambini: salviamo la creatività di domani
Di Rawpixel.com – Shutterstock

Giardini dei bambini, riprendiamo il vecchio metodo pedagogico

Esiste un antico metodo pedagogico che possiamo rivalorizzare e prendere come riferimento per salvare la creatività di domani. Si chiama “Giardini dei bambini” e risale alla seconda metà dell’ottocento. Fu Froebel, pedagogo tedesco, a volere l’introduzione di questo metodo: il giardino nelle scuole come luogo dove, curando con la natura, il bambino possa maturare delle responsabilità, realizzare concretamente il suo potenziale creativo, vedere fiorire lentamente le cose e imparare ad avere pazienza, attendendo la crescita delle piante.

Seminare, annaffiare, attendere, curare e controllare, sono tutte attività che sostengono il rapporto con l’io interiore, spiegano il tempo, la fatica, la pazienza e l’attesa, aiutano il bambino a sopportare le piccole frustrazioni della vita, ad assumersi piccole e importanti responsabilità, a metabolizzare pazientemente l’azione dell’aspettare spendendo fatica e tempo per raggiungere degli obiettivi prefissati con tenacia.

Il giardino come salvezza: l’ortoterapia 

Di Rawpixel.com – Shutterstock

Esistono numerosi metodi di ortoterapia introdotti nelle scuole di tutto il mondo.

L’ortoterapia, tecnica molto diffusa nel Nord Europa e negli Stati Uniti, ma ancora poco conosciuta nel nostro Paese, trasforma i benefici che giardini e boschi sanno regalare in potenti strumenti terapeutici in grado di aiutare chi soffre. Oggi molti psicologi e psichiatri trattano i loro pazienti accompagnandoli in passeggiate in ambienti che non incutano loro timore. Il giardino, luogo sicuro e tranquillo, è parte del programma di recupero di molte terapie di riabilitazione. Negli Stati Uniti i terapisti orticolturali vengono messi a disposizione da numerosi programmi di accesso alle cure e da organizzazioni di servizio sociale.

Fanno parte dei gruppi professionali per la cura della salute e per il sostegno al sociale. Si possono trovare anche nei luoghi di lavoro dove aiutano a prevenire l’eccessivo stress o nelle comunità per anziani dove il loro modo di fare giardinaggio diventa un modo di legare insieme il passato e il futuro. Possono essere utilizzati come consulenti, per formare volontari negli staff e per definire programmi terapeutici. I terapisti di questo tipo, insomma, fanno parte di un gruppo che aiuta a rendere questa vita migliore e danno speranza a tanti abitanti.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • È emerso che la frequentazione di ampi giardini ha comportato un aumento del 6% della memoria di lavoro e ha diminuito dell’1% la disattenzione.
  • Riempire una stanza di giochi può danneggiare la salute dei bambini per cui si rende opportuno che i piccoli trascorrano almeno un’ora al giorno fuori casa, in spazi verdi, impegnati in attività libere e creative.

La figura del maestro ai tempi dei social: quanto conta l’educazione oggi?

 

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