Il borgo di Castelmola, in provincia di Messina, è uno dei borghi più belli d’Italia. Scopriamo tutto quello che offre per vivere un weekend.
Il borgo di Castelmola: le origini antiche
Il nome del borgo di Castelmola originariamente era Myle. Castelmola deriva dal castello normanno che sovrasta il centro abitato e dalla forma della rocca su cui si trova, vagamente somigliante ad una mola di pietra (la macina del mulino). Un luogo davvero particolare, che talvolta i “continentali” fanno fatica a capire. Ma poi sono proprio queste stranezze ad affascinarli. Come, a Castelmola, il bar dedicato al fallo, peraltro in una terra di antichi culti priapei. O il vanto di aver dato i natali al “vero” amante di Lady Chatterley. O, ancora, l’iperbole con cui i locali descrivono ciò che hanno: splendidi panorami, aria buona, ottima gastronomia – tutto vero, verissimo, ma detto in modo da sottintendere quasi il timore d’essere inferiori in qualcos’altro. Questo timore o retropensiero immotivato ha radici profonde: i discendenti dell’antica Myle, l’acropoli di Taormina, hanno preso coscienza del valore della loro storia e della loro terra. Tra cielo e mare, Castelmola è la corona che sta in testa a Taormina: un balcone sullo Ionio, un terrazzo con vista sull’Etna, una favola narrata alle stelle.
Il borgo di Castelmola: tra storia e cultura senza tempo
Nel 396 a.C. le fonti storiche rivelano che i Siculi sostituiscono le antiche mura di pietre a secco con più validi bastioni, in previsione di un attacco di Dionisio, tiranno di Siracusa, che conquista la città nel 392. Successivamente, nel 263 a.C., Gerone di Siracusa ottiene da Roma la legittimazione a governare. Alla sua morte, nel 214, Myle si mantiene fedele a Roma.
Nel 902, il feroce Ibrahim, principe di Cairouàn, fa breccia nelle fortificazioni, devasta la città, fa strage degli abitanti ed esce poi da Myle per la porta che da allora è detta “dei Saraceni”.
Tuttavia, nel 1078, abbiamo un grande passo avanti per lo sviluppo del borgo, grazie a Ruggiero il Normanno che sconfigge gli Arabi, cacciandoli dalla Val Demone. Così costruisce un nuovo abitato intorno al castello e lo fortifica. È in questo periodo che il borgo comincia a chiamarsi Mola. Quando gli Svevi subentrano ai Normanni, Mola li appoggia contro gli Angioini.
Nel 1282 gli Angioini sono cacciati dalla rocca e la popolazione si schiera con gli Aragonesi. I secoli seguenti sono difficili per gli abitanti, oppressi dal malgoverno spagnolo che li sottopone a pesantissimi prelievi fiscali, sacrifici e rinunce d’ogni genere. Arriviamo, quindi, al 1738, quando Castelmola entra a far parte del Regno delle Due Sicilie. Nel 1860, l’esercito borbonico è in fuga e la popolazione vota l’annessione al Regno d’Italia.
Il borgo di Castelmola: monumenti da scoprire
Balcone naturale sopra Taormina, il borgo di Castelmola è la vertigine della visione: entrano nel suo campo visivo, in un tripudio di fichi d’India, il maestoso Etna con i paesi aggrappati alle sue pendici, la costa ionica, il golfo di Giardini-Naxos, il Capo di Sant’Alessio, lo stretto di Messina e le coste calabre. Non si vorrebbe più scendere da questo belvedere assolato: occhio vigile sul mare, le spalle alla montagna, il cuore dentro un castello in rovina.
Porte e finestre sono riquadrate in pietra di Taormina, i colori delle abitazioni variano dal giallo al beige e al rosa antico, i tetti a falde inclinate portano ancora i coppi “alla siciliana”, l’arredo urbano è curato, toponomastica, numeri civici e insegne sono in pietra e ferro battuto. L’antico arco che segna l’ingresso nel paese è rimasto isolato dopo la costruzione di piazza Sant’Agostino nel 1954; la gradinata in pietra calcarea su cui è posto ne esalta la bellezza.
Altri luoghi significativi da scoprire:
- La chiesa di Sant’Antonino
- La Casa Sterrantino
- Caffè San Giorgio
- Bar Turrisi
- La chiesa di San Biagio
- La porta Saraceni
- La scalinata di Piano delle Ficare
- La chiesetta dell’Annunziata
- Piazza Duomo
- Le cisterne per l’acqua
- La chiesa di San Giorgio
Il borgo di Castelmola: eventi e attrazioni turistiche
Castelmola presenta 1075 abitanti, di cui 675 vivono nel borgo. Un’attività molto sentita è legata alle antiche tradizioni e alla religione:
- Spettacoli di Falconeria. Presso il castello ha sede l’unico Centro italiano di spettacoli con aquile, falchi, gheppi e altri rapaci addestrati. Si assiste alle esibizioni sullo spiazzo circondato dalle rovine del castello: aprile-maggio tutti i giorni ore 12, giugno ore 12 e 17, luglio-agosto-settembre ore 12, 17 e 19, ottobre ore 12 e 17.
Per informazioni: www.falconeria.it - Castelmola Città degli Artisti, tutto l’anno. Artisti di levatura nazionale e internazionale sono invitati a trascorrere un periodo a Castelmola, in case del centro storico trasformate in atelier e laboratori, in cambio del dono di una o più opere che andranno a costituire la collezione del Museo d’Arte Contemporanea, di prossima apertura.
- Segni di Stelle, notte di San Lorenzo (10 agosto). Happening artistico organizzato dall’associazione Arte Alta nell’ambito del progetto “Castelmola Città degli Artisti”: si dipingono stelle nella notte degli astri cadenti – l’augurio è che i desideri possano divenire realtà. Le manifestazioni estive includono anche una festa medievale.
- Opera dei Pupi, presso l’Auditorium comunale, agosto e settembre. Lo spettacolo teatrale che rievoca le imprese dei paladini francesi contro i Saraceni affonda le radici nella storia e nella tradizione popolare siciliane.
Il borgo di Castelmola: prodotti da gustare
Il borgo di Castelmola è il paese del vino alla mandorla. Don Vincenzo Blandano, titolare dell’antico Caffè San Giorgio, era solito offrirlo in segno di benvenuto agli ospiti che si arrampicavano su per il colle di Mola, e può quindi esserne considerato l’inventore. È fatto con mandorle ed essenza d’arance. Pane casereccio, maccheroni fatti in casa, miele, cuddure (ciambelle pasquali fatte con le uova), mandorle chiazziate, ossia zuccherate, mostarda, fichi secchi con le noci, vino, olive e capperi, sono gli altri prodotti di questa terra generosa.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- La piazza di Sant’Agostino, realizzata a mosaico in pietra bianca lavica, restituisce l’atmosfera siciliana nei marciapiedi alberati in cui sono collocati i sedili in pietra e i belvedere dai quali l’occhio spazia su Taormina. Un tempo si entrava in paese attraverso una porta scavata nella roccia e adagiata su una monumentale scalinata anch’essa in pietra bianca lavica, spostata all’ingresso del castello nel 1927, nel corso dei lavori per la costruzione della rotabile per Taormina.
- In contrada Annunziata si trova la chiesetta dell’Annunziata, edificata nel 1100 ca. dal normanno Re Ruggiero per ringraziare la Madonna della vittoria su Saraceni.
- Del castello-fortezza restano ormai solo le poderose mura normanne. Una lapide marmorea sistemata sulla facciata del duomo con incisioni greco-bizantine del X sec. ricorda: “Questo castello fu costruito sotto Costantino, patrizio e stratega di Sicilia”. Dovrebbe trattarsi di Costantino Caramalo, ultimo stratega di Taormina, che nel IX sec. predispose le difese contro gli Arabi. Sulla sommità dell’arco della porta d’ingresso del castello, sta invece scritto: “Castello fedele a Sua Maestà – Anno 1578”.
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