Viaggio alla scoperta della Norvegia: le famose isole Svalbard

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Un viaggio non convenzionale e che sfida ogni difficoltà di temperatura è sicuramente in Norvegia: ecco tutto quello che c’è da sapere sulle isole Svalbard.

Tra le mete più note in questo Paese, le isole Svalbard mantengono un posto indiscusso da molto tempo. Dalle città moderne ai fiordi scintillanti, dall’aurora boreale agli sperduti villaggi oltre il Circolo polare artico – la Norvegia è un paese davvero molto lungo, pieno di cose da vedere e da fare.

Le isole Svalbard: aree incontaminate d’Europa

Le Isole Svalbard sono un arcipelago subpolare e remoto che “appartiene” alla Norvegia, e rappresentano la zona abitata più a nord del pianeta: sono una meta per viaggiatori veri, per chi è pronto a superare anche gli aspetti meno comodi di un viaggio. Oggi le Isole Svalbard rappresentano una delle ultime aree incontaminate d’Europa. Infatti, con la loro vette, gli iceberg, le vaste distese di permafrost (il 60% dell’arcipelago è coperto dal ghiaccio per 12 mesi all’anno) ospitano un’incredibile varietà di animali e di piante. Poi qui vive l’orso bianco, sicuramente il simbolo non ché il re indiscusso delle Isole Svalbard.

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Credits: www.unsplash.com

Le isole Svalbard: dove si trovano

Le Isole Svalbard sono un arcipelago del mare Glaciale Artico che si trova, come latitudine, tra il 74° e l’81° parallelo a nord e, come longitudine, tra il 10° e il 34° a est. Sono la parte più settentrionale della Norvegia e rappresentano le aree abitate più a nord del pianeta. Il termine Svalbard in norvegese antico significa “coste fredde”, a testimonianza del fatto che gran parte di questo territorio è coperto dai ghiacci. In realtà, a differenza di quello che si potrebbe pensare, la corrente nord-atlantica mantiene le acque circostanti aperte e navigabili per gran parte dell’anno e le temperature sono meno basse di quello che ci si potrebbe aspettare.

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Le isole Svalbard: l’origine

Sulle isole Svalbard non esistono alberi; grazie al terreno costantemente gelato, l’unica vegetazione presente è composta da muschi e licheni. Alle Isole Svalbard troviamo solo montagne e ampie valli ricoperte dai ghiacci: troviamo a tutti gli effetti un deserto artico. Le isole coprono un’area di circa 60000 metri quadrati e le isole più grandi sono Spitsbergen, Nordaustlandet ed Edgeøya, con tutti i centri abitati che si trovano sulla prima.

L’aspetto più singolare è che a livello giuridico si può sostenere che le Svalbard siano di fatto una “terra di nessuno”. Infatti, sin dalla loro scoperta, avvenuta intorno al ‘600, le isole non sono state governate da nessuno stato e tantissimi popoli si sono avventurati in queste terre remote inizialmente a caccia di balene, volpi e orsi, poi per studiare la geologia e, dalla fine dell’’800, per sfruttare i giacimenti minerari. In seguito alla Prima guerra mondiale la sovranità delle Isole Svalbard fu affidata alla Norvegia con il trattato omonimo che concedeva diritti di sfruttamento uguali anche agli stati firmatari.

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Le isole Svalbard: il turismo sostenibile

Negli ultimi 200 anni la caccia alle balene e l’attività mineraria sono state le più importanti attività nell’arcipelago, ma oggi tutto gira intorno al turismo e alla sostenibilità: quasi 2/3 della superficie dell’arcipelago è protetta, con 3 riserve naturali, 6 parchi nazionali, e 15 santuari per gli uccelli. Grazie a questo, le Svalbard hanno recentemente ottenuto la certificazione di Destinazione Sostenibile, un marchio di qualità che viene dato alle località che lavorano in modo sistematico per ridurre l’impatto negativo del turismo.

Le isole Svalbard: la stagione ideale

Non esiste, in realtà, un periodo migliore di un altro. Quello che cambia è l’interesse nei luoghi da visitare. Nell’arcipelago il clima è sub-polare lungo la costa occidentale, mentre è polare sulle coste orientali, dove la temperatura rimane intorno allo zero anche in estate. Durante il lungo inverno, nei mesi che vanno da ottobre a maggio, le temperature sono rigide con medie intorno ai -17 °C. Mentre durante l’estate, da giugno a metà settembre, la temperatura media è tra 0 e 5°. Il periodo di maggiore affluenza è sicuramente l’estate, quando le Svalbard si riempiono di turisti, hotel e voli si riempiono in fretta e le tariffe sono alle stelle.

Le isole Svalbard: le notti polari e il sole di mezzanotte

Un altro fattore da tenere a mente quando si sceglie il periodo è legato alle ore di luce: trovandosi oltre il circolo polare, alle Svalbard ci sono i famosi fenomeni del sole di mezzanotte (il sole che non tramonta mai tra il 20 aprile al 25 agosto) e le notti polari in cui il sole non sorge mai (da fine ottobre a metà febbraio). Nei giorni delle notti polari però è possibile vedere il fenomeno dell’aurora boreale. Un periodo da consigliare è sicuramente settembre, quando l’affluenza turistica inizia a diminuire, l’atmosfera è più tranquilla, i prezzi si abbassano e c’è comunque luce a sufficienza per esplorare l’arcipelago.

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Le isole Svalbard: cosa vedere

Con i suoi 2000 e più abitanti, Longyearbyen è la “capitale” delle isole Svalbard, nonchè il centro abitato più a nord del mondo, e rappresenta la porta d’accesso all’intero arcipelago. Tra le cose da vedere c’è la Svalbard Church e il suo cimitero, lo Svalbard Museum, per conoscere la storia dell’arcipelago, e il North Pole Expedition Musem, dove sono documentati i viaggi compiuti dai pionieri per raggiungere il Polo Nord alla fine dell’Ottocento.

L’Adventfjorden è un ramo del secondo fiordo più lungo della Norvegia. È lungo 7 chilometri e largo 4 e, oltre ad essere molto bello paesaggisticamente, vi si trovano diversi punti di interesse tra cui la vecchia stazione di ricerca universitaria dell’aurora boreale, un relitto della Seconda guerra mondiale, due miniere abbandonate, la Svalbard Satellite Station e il famoso Global Seed Vault.

Il Global Seed Vault è una gigantesca arca di Noè che raccoglie le sementi da tutto il mondo per fornire una rete di sicurezza contro la perdita botanica accidentale del “patrimonio genetico tradizionale” delle sementi. Contiene più di 850 mila campioni di semi conservati alla temperatura di -18°C che riuscirebbero a mantenersi alla stessa temperatura per centinaia di anni grazie al Permafrost.

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Le isole Svalbard: cosa vedere

Barentsburg è la seconda cittadina delle Isole Svalbard per numero di abitanti (circa 470) e si trova a 55 chilometri da Longyearbyen. Non c’è però nessuna strada che li collega, quindi per raggiungerla c’è la motoslitta in inverno e la barca da marzo fino alla fine dell’estate. La maggior parte degli abitanti di Barentsburg sono minatori russi e ucraini che lavorano nella miniera ancora attiva gestita dalla compagnia russa Arktikugol.

Ny Alesund, invece, si trova nel nord-ovest dell’isola di Spitsbergen ed è famosa per la sua stazione di ricerca scientifica. Qui si trova uno degli osservatori scientifici per geologi e metereologi tra i più importanti al mondo, dove vengono raccolti e trasmessi dati rilevanti sulle variazioni climatiche e sull’inquinamento del pianeta. Sempre a Ny Alesund c’è anche la stazione artica “Dirigibile Italia” del Cnr, un vecchio cottage in legno di 330 metri quadrati con sette posti letto, che ospita i ricercatori italiani.

Le Isole Svalbard sono piene di città fantasma, città popolate ai tempi della caccia alle balene o nelle ex zone di estrazione e poi abbandonate. Tra le tante presenti, non potete perdervi Pyramiden, la città fantasma per eccellenza dell’arcipelago. Il suo nome deriva dalla strana forma piramidale della montagna che si trova alle sue spalle e vicino si trova anche il Nordenskjøldbree Glacier. Popolata stabilmente fino al 1998 da minatori russi, ora a Pyramiden ne sono rimasti poche decine che lavorano nel turismo.

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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Si trova qui il famoso Global Seed Vault, la banca genetica dei semi per preservare la diversità biologica anche in caso di catastrofi planetarie come il riscaldamento globale o una guerra nucleare.
  • Qui vive circa un sesto degli orsi polari del mondo, più di tutti gli esseri umani dell’arcipelago.
  • Gli Stati membri del trattato del 1920 erano 14 inizialmente: Norvegia, Stati Uniti d’America, Danimarca, Francia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Irlanda, Svezia. Ad essi, molti altri si sono poi aggiunti, fino al numero attuale di ben 46!
  • L’ultimo nato alle Svalbard risale ormai al 1966. Per quanto riguarda il divieto di morire, in realtà non si può essere sepolti alle Isole Svalbard, perchè il permafrost impedisce la corretta decomposizione del corpo. Chi muore nell’arcipelago può essere solo cremato e le sue ceneri conservate in un’urna.

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