“Non sono le persone che fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” J. Steinbeck
La Travel therapy è il modo ideale per affrontare la fine di un amore, di un’amicizia o la perdita di una persona casa, oppure un licenziamento. Basta fare le valigie e partire, pronti a stare meglio!
Viaggiare è scoprire il mondo, nuove culture, abitudini e riempirsi gli occhi di panorami emozionanti. Ma non è solo questo: in determinati momenti della nostra vita, può essere anche una forma di terapia psicologica per ritrovare sé stessi, guarire le ferite dell’anima e sentirsi pronti per affrontare un nuovo capitolo della propria esistenza.
Travel therapy: imparare a conoscersi
Nel viaggio ci si esplora interiormente, ci si scontra con aspetti della propria personalità, con le emozioni e ci si sperimenta in situazioni sconosciute, che aiutano molto spesso a superare limiti e paure.
E questo partire, scoprire, vagare, con l’intento di capire un po’ più se stessi, in psicologia ha un nome: travel therapy, ovvero la terapia basata sul viaggio.
Travel therapy: un bagaglio carico di emozioni
Chi è malato di viaggi sa bene che girare il mondo è un modo per riprendere contatto con la vera natura umana, con sé stessi ed è un’esperienza per crescere come persone ed evolversi.
Secondo la travel therapy la rigenerazione, la trasformazione e la conoscenza sono i risultati che si ottengono quando si viaggia, soprattutto se si fanno le valige in determinati momenti della vita. Questa emotività andrà incanalata in questo percorso che ci vede protagonisti del viaggio ma è importante non convincersi che andando via troveremo per forza ciò che ci manca. Bisogna essere consapevoli che il miglior modo per tornare arricchiti da un breve o lungo viaggio è cogliere le piccole cose.
Travel therapy: tornare arricchiti da un viaggio
Affinché la nostra partenza non sia solo una vacanza ma si trasformi in viaggio dell’anima è fondamentale godere appieno di tutti i momenti, dall’inizio alla fine del percorso.
Un suggerimento è quello di sfruttare questo viaggio per provare ad aprirsi alle nuove esperienze, parlare con la gente locale (anche usando i gesti), assaporare la cucina tipica e visitare i luoghi non turistici.
È importante avere con sé un taccuino per segnare emozioni, pensieri e sensazioni che accompagnano la nostra esperienza; ed infine donare qualcosa di proprio a qualcuno che incontriamo durante questa esperienza.
Travel therapy: i dati in Italia
Che sia un weekend fuoriporta o un lungo viaggio dall’altro capo del mondo, la vacanza è il rimedio perfetto per ritrovare il buonumore, più efficace dei dolci, dello shopping e dell’attività fisica. Lo rivela un’indagine condotta da Expedia e Research Now pubblicata dall’Ansa su un campione di mille italiani, da cui emerge che l’effetto benefico del viaggio inizia nel momento stesso della prenotazione. Quando il morale non è altissimo, per il 21% degli italiani la terapia migliore è trascorrere più tempo con amici e parenti, mentre il 20% cerca di tirarsi su pensando a qualcosa che aiuti a guardare serenamente al futuro. I viaggi sono al terzo posto, scelti dal 15% come rimedio al malumore. La vacanza sembra avere un effetto benefico immediato: tra chi la prenota, il 31% afferma di sentirsi subito soddisfatto e il 48% ha sensazioni positive appena ultimato l’acquisto. La travel therapy viene preferita ai rimedi più tradizionali come il rimettersi in forma con lo sport, l’affogare i dispiaceri mangiando dolci e il concedersi un acquisto di lusso, attività che nella classifica dei placebo preferiti ottengono percentuali a una sola cifra.
Travel therapy: ad ognuno il suo itinerario
Esploriamo alcuni itinerari per affrontare situazioni e fasi emotive differenti.
Travel therapy: fase di incertezza
Se stiamo attraversando un momento della vita in cui non sappiamo più cosa vogliamo, abbiamo perso la voglia di lottare e di porci obiettivi allora il viaggio migliore da intraprendere è quello caratterizzato da un cammino o da un pellegrinaggio, nel quale ogni giorno è fondamentale raggiungere una destinazione!
Travel therapy: licenziamento o nuovo lavoro
Perdere il lavoro o iniziarne uno nuovo rappresenta un momento di rottura e di trasformazione; in questo caso, anche se le finanze non ci vengono in aiuto è importante riuscire a staccare la spina e partire. In questi casi, la travel therapy suggerisce tutte quelle mete improvvisate e un po’ pazze: un viaggio in moto, in auto, in campeggio, l’importante è che sia itinerante!
Travel therapy: fine di una storia d’amore
Chi ha provato questa esperienza conosce molto bene il malessere che permane quando non si è più amati, quando la persona con la quale avevamo costruito e condiviso tanto ci lascia. E mai come in questa situazione si sente il bisogno di calore; un viaggio perfetto è quello che prevede il contatto umano sia esso solidale o semplicemente basato sulla conoscenza di nuovi popoli. In Paesi come l’Africa e nel sud est asiatico è facile conoscere gente che fa sentire il suo affetto con un sorriso o una stretta di mano, e si torna a casa con un’energia nuova!
Travel therapy: perdita di una persona cara
La morte di qualcuno che amavamo è un evento molto doloroso che richiede di essere elaborato con il tempo. Dopo un lutto fare un viaggio può aiutare sicuramente e seguendo i principi della travel therapy le destinazioni più indicate sono tutte quelle che prevedono un’immersione nella natura. Qualche esempio? Un safari in Africa o un giro tra i Parchi americani, una crociera nei Fiordi norvegesi o un trekking in Patagonia fino alla fine del mondo. Se invece il bisogno è di entrare in contatto con la propria parte spirituale sono indicati Paesi come l’India, la Birmania o la Cambogia.
E allora, perché viaggiare?
Perché “Vivere una sola volta / in una sola città / in un solo paese / in un solo universo / vivere in un solo mondo / è prigione” Ndjock Ngana, poeta del Camerun.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Secondo i dati di Confindustria ANCMA, elaborati a dicembre dello scorso anno,in Italia, ci sono oltre 6.543.612 motoveicoli che, nel periodo di bel tempo, aumentano la propria attività su strada.
- Un utile vademecum di viaggio da portare con se e da leggere prima di partire è presente alla pagina www.viaggiaresicuri.it/documenti/vademecum.pdf
- Il contatto con la natura fa bene alla salute: una ricerca olandese condotta su quasi 350.000 persone ha dimostrato che vivere a meno di un chilometro da un’area verde è protettivo per molte malattie: da quelle cardiovascolari alle respiratorie, dal mal di testa ai disordini dell’apparato digestivo, fino ai dolori muscolari e, soprattutto, all’ansia e alla depressione.
Credits immagine in evidenza: Shutterstock – Duet PandG
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