Usare i bagni pubblici: ecco le regole da rispettare in viaggio

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Usare i bagni pubblici: ecco le regole da rispettare mentre siamo in viaggio e non possiamo farne a meno.

L’uso dei bagni pubblici è un’esperienza che prima o poi tutti provano nella vita: per necessità o per vezzo, quando siamo in viaggio siamo quasi costretti ad averli utilizzare. Eppure, una cosa che in pochi sanno è che anche sull’utilizzo delle toilette esiste un codice di comportamento ben preciso che può variare da Paese a Paese.

Usare i bagni pubblici: Bathroom Etiquette

Usare i bagni pubblici: ecco le regole da rispettare in viaggio
Shutterstock – Thanaphat Somwangsakul

Una delle regole non scritte, a volte, è proprio quella di lasciare la mancia o salutare con educazione: è importante conoscere alcune regole della Bathroom Etiquette. C’è da dire che molto spesso i viaggiatori e i turisti in genere vengono tollerati, perché appunto ignorano tali regole comportamentali. Ma perché non provare ad adeguarsi ai costumi locali? Vediamo alcuni consigli.

Usare i bagni pubblici: come si dice “bagno”?

La prima cosa da imparare quando si è all’estero è come si dice “bagno”. Le barriere linguistiche non devono osteggiare le vostre esigenze più immediate. Girando in Europa basta chiedere per la toilette o il water closet; negli Stati Uniti la parola più diffusa è restroom; in Australia cercate il dunny e il loo in Regno Unito. In Giappone, in caso di emergenza, andate alla ricerca di un ben-jo.

Usare i bagni pubblici: lo sciacquone

Il codice di comportamento in alcuni Paesi riguarda il tirare lo sciacquone. Un gesto apparentemente scontato e innocuo come questo potrebbe turbare le abitudini dei locals. Sembra assurdo ma in alcuni Paesi è fortemente sconsigliato. O meglio, si invitano le persone a buttare la carta igienica in appositi cestini invece che dentro al gabinetto. Il motivo è semplice: se viaggiate in Grecia, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Ucraina, Turchia, Marocco, Egitto e a Pechino, il sistema di tubature potrebbe intasarsi facilmente e creare disagi.

Usare i bagni pubblici: la carta igienica

Usare i bagni pubblici: ecco le regole da rispettare in viaggio
Shutterstock – Andrey_Popov

Altro aspetto curioso riguarda uno degli strumenti necessari nell’ambiente bagno: la carta igienica. Se capitate in Cina o in Corea, o vi arrangiate con dei fazzolettini oppure avere un rotolo di carta igienica nella borsa può risultare utile. Qui infatti, possedere il proprio necessaire è un’usanza comune quando si va in una toilette pubblica. Il rischio è che potreste non trovarla avendo così una spiacevole esperienza.

Usare i bagni pubblici: il bagno alla turca

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Shutterstock – Italy3d

Un’altra scomodità riguarda invece il bagno alla turca, tipico di molti Paesi asiatici. Per chi non fosse abituato ad usarlo, dovrà munirsi di una grande forza nelle gambe e dell’abilità a fare gli squat. Un po’ di allenamento in palestra potrebbe essere salvifico per evitare spiacevoli inconvenienti, se vi trovate in vacanza a Singapore, in Thailandia o a Taiwan.

Usare i bagni pubblici: il bagno a pagamento

In Europa invece, molti bagni pubblici sono comodissimi e ben forniti ma a pagamento. Si tratta di cifre irrisorie (50 cent o 1 euro) da versare per accedere ai servizi o come mancia alla persona che si occupa della pulizia e della custodia. Potreste trovarvi in questa situazione a Londra, Amsterdam o Parigi dove spesso le toilette sono tenute linde come uno specchio.

Usare i bagni pubblici: il bidet

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Shutterstock – nadtochiy

E infine, dobbiamo spendere due parole per quella che per un italiano all’estero, equivale a una tragedia: non trovare il bidet. Non sono molti i Paesi dove questa buona norma igienica è diffusa. Negli Stati Uniti è rarissimo trovare un bagno provvisto di bidet: se siete fortunati, potrebbe essere presente nel bagno di un hotel di lusso, altrimenti dimenticatevene. Varcando i confini nazionali, armatevi di salviettine intime, tranne in Portogallo, Argentina e Giappone dove invece il bidet è frequentemente utilizzato.

Bidet: quali paesi lo usano e quali no

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • In Francia, che ricordiamo essere il Paese di origine, dagli anni ‘70, per ragioni economiche e di spazio, la percentuale di bidet presenti nelle abitazioni è diminuita drasticamente fino ad arrivare al 42%, e sembra che il numero sia sulla buona strada per continuare a calare di anno in anno. Stessa situazione per quanto riguarda la Spagna, dove nelle nuove case in costruzione o nelle ristrutturazioni delle vecchie, si sta eliminando sempre di più questo utile strumento.
  • Durante gli anni ’60, in Europa, prima dello sviluppo delle tubature, era possibile trovare il bidet nelle camere da letto, utilizzato per lavarsi i piedi prima di coricarsi oppure per lavare i panni sporchi. Solo qualche anno più avanti fu trasferito definitamente nella stanza da bagno, consacrandosi come strumento dovuto alla propria igiene personale. Andando ancor più indietro nel tempo sono state trovate tracce del bidet risalenti all’epoca degli Antichi Romani.
  • La parola bidet, in francese, può significare anche “pony”. Questa omonimia di termini è dovuta alla posizione che si assume quando lo si utilizza. Godette di una popolarità breve, difatti nel giro di circa dieci anni furono interrotte le produzioni dovute allo scarso utilizzo dello stesso.

Credits immagine in evidenza: Shutterstock – paikong

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