Il Carnevale di Venezia ha un fascino unico che continua a manifestare anche adesso che sono trascorsi novecento anni dalla prima celebrazione.
Questo perché a Venezia, la febbre del Carnevale non cessa mai durante l’anno. Le calli della città sono pervase da una costante euforia che suggerisce misteri e atmosfere di tempi andati.
Il tutto si intensifica per circa dieci giorni con maschere che celebrano il fascino di un mondo fatto di teatrale allegria.
Carnevale di Venezia: la storia
Se ne parla per la prima volta nel 1094, sotto il dogato di Vitale Falier, in un documento sui divertimenti pubblici nei giorni che precedevano la Quaresima.
Il Carnevale era nato per permettere ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti. La gente accorreva per ammirare giocolieri, animali danzanti e acrobati tra musica incessante e venditori ambulanti vendevano frutta secca, castagne, fritòle (le frittelle) e dolci di ogni tipo.
Venezia divenne ben presto il simbolo del piacere e del gioco, della maschera e dell’irresponsabilità. La Venezia del Settecento, il secolo che, più di ogni altro, la rese luogo dalle infinite suggestioni e patrimonio della fantasia del mondo, era allora un luogo festante, decorativo e galante. Anche nel XIX secolo Venezia e il suo Carnevale incarnano il mito romantico internazionale e la città diventa meta di artisti, musicisti, scrittori e avventurieri da tutto il mondo.
Il Carnevale ebbe un momento di stasi dopo la caduta della Repubblica di Venezia gli austriaci e francesi che occupavano la città non lo vedevano di buon occhio ma rimase vivo nelle isole di Burano e Murano. Solo alla fine degli anni Settanta del XX secolo alcuni cittadini e associazioni civiche si impegnarono per far risorgere il Carnevale che venne inaugurato nel 1979.
Al giorno d’oggi coinvolge grossi sponsor, reti televisive e Fondazioni culturali e richiama folle da tutto il mondo con le sue maschere in festa e con una pacifica e sgargiante occupazione della Laguna.
Venezia e i temi del Carnevale
I temi del Carnevale dall’anno della sua rinascita, alla fine degli anni Settanta, hanno frequentemente riguardato Il Viaggio, l’incontro di Culture diverse in una sorta di zona franca come può essere considerata la città di Venezia.
Nel 1982 è stato fatto un gemellaggio con la città di Napoli e tra le due maschere rappresentanti, Pulcinella e Arlecchino. Nel 1984 è stata la volta di “Venezia e gli Stranieri”, il 1985 ha visto il gemellaggio tra Parigi e Venezia, due tra le città più famose del mondo e due delle mete più ambite da parte dei viaggiatori che hanno sempre sognato di legare alle due città almeno una delle immagini della loro vita. Nel 1994 il tema è stato quello dell’Oriente e delle Cineserie.
Il 2003 ha visto omaggiato Federico Fellini, regista visionario, in occasione del decennale della sua morte.
Nel 2004 il tema è stato ORIENTAL-EXPRESS-Viaggio in Maschera sulla Via della Seta con quattro Paesi coinvolti: Thailandia, Cina, Giappone, India.
Il tema del Carnevale del 2006 è stato “Il Drago e il Leone”, legato alla Cina e agli spettacoli teatrali. Le manifestazioni legate alla festa si sono svolte dal 17 al 28 febbraio 2006.
Le maschere del Carnevale di Venezia
Gli artigiani che fabbricavano maschere erano i maschereri, così conosciuti fin dal tempo del Doge Foscari e possedevano un loro statuto datato aprile 1436. Rientravano nella categoria dei pittori ed erano aiutati nella loro professione dai targheri che imprimevano sopra lo stucco volti dipinti, a volte di ridicola fisionomia.
La maschera veniva utilizzata in molte occasioni durante l’anno. La maschera era permessa il giorno di Santo Stefano che sanciva la data di inizio del Carnevale veneziano e fino alla mezzanotte del Martedì Grasso che concludeva i festeggiamenti per il Carnevale.
Erano permesse anche durante i quindici giorni dell’Ascensione e talvolta, con particolari deroghe, le si utilizzava fino a metà giugno. Oltre alla maschera si usava la Bauta, composta da un manto nero chiamato tabarro, un tricorno nero che si indossava sul capo al di sopra del tabarro e una maschera bianca chiamata Larva.
Le donne indossavano un altro modello di maschera chiamato Moretta, una maschera ovale di velluto nero utilizzata per fare visita alle monache.
Durante il Carnevale i Veneziani si concedevano trasgressioni di ogni tipo e la Bauta o la Moretta erano utilizzate per mantenere l’anonimato e consentire qualsiasi gioco proibito, sia da parte di uomini che da parte di donne.
Il progamma
Il Carnevale di Venezia inizierà sabato 8 febbraio con l’apertura alle 19 e alle 21 a Canareggio Amoris Causa – La Festa Veneziana sull’acqua. Domenica 9 febbraio ci sarà l’inaugurazione del Carnevale dalle 11 con il corteo acqueo in Canal Grande e una grande festa in Rio di Cannaregio.
Sabato 15 febbraio a piazza San Marco ci sarà uno corteo e la festa delle Marie; nel frattempo a Mestre ci sarà l’apertura Mestre Carnival Street show in piazza Ferretto a Mestre. Domenica 16 febbraio si potrà assistere al Volo dell’Angelo mentre sabato 22 febbraio la sfilata dei Carri di Carnevale si terrà a Marghera.
Domenica 23 febbraio la tradizione continua con il Volo dell’Aquila a Venezia e il Volo dell’Asino a Mestre e martedì 25 febbraio si celebrerà la premiazione della Maria vincitrice del Carnevale 2020 Dal 15 al 22 febbraio sarà attivo il concorso maschera più bella che verrà premiata domenica 23 febbraio 2020.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ha firmato un’ordinanza che vieta su tutto il territorio comunale l’uso di coriandoli in plastica o di altri prodotti simili. Il divieto riguarda tutte le manifestazioni e le feste che si celebreranno durante il periodo di Carnevale. Per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative previste dalla legge alle quali si aggiungerà il sequestro amministrativo dei coriandoli di plastica e simili.
- Un tempo il Carnevale era molto più lungo e cominciava la prima domenica di ottobre per intensificarsi il giorno dopo l’Epifania e culminare nei giorni che precedevano la Quaresima
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In copertina: foto di Deyan Georgiev su Shutterstock