Il borgo di Castel del Monte, in provincia de L’Aquila, è uno dei borghi più belli d’Italia. Scopriamo tutto quello che offre per vivere un weekend.
Il borgo di Castel del Monte si trova all’interno del Parco Nazionale dei Gran Sasso, in Abruzzo. Le testimonianze più antiche della sua esistenza risalgono all’XI secolo a.C. nella vicina piana di San Marco, a sud del borgo. Successivamente gli abitanti si spostarono nel borgo fortificato che oggi prende il nome di Ricetto ovvero la parte più antica di Castel del Monte, in prossimità del castello.
Il borgo di Castel del Monte: le origini antiche
Il toponimo Castellum de Montis rende chiaramente l’idea di centro fortificato incastonato tra le montagne.
XI sec. a.C., sono databili a quest’epoca i più antichi reperti della necropoli italica scoperta nella piana a sud del borgo.
IV sec. a.C., la conquista romana porta alla costruzione, nella piana posta a mezzogiorno dell’abitato, di un pagus chiamato Città delle Tre Corone forse per via di una triplice fortificazione. XI sec., l’antico villaggio, abbandonato per sfuggire alle scorrerie dei barbari, viene sostituito con l’attuale Ricetto, la parte più antica di Castel del Monte che si sviluppa intorno al castello.
Il 1223 è l’anno in cui una bolla pontificia riporta per la prima volta il nome di Castellum de Monte. Nel 1298 i conti di Acquaviva prendono possesso del borgo che nel 1474 entrerà a far parte dei domini di Alessandro Sforza per poi passare ai Piccolomini.
Il 1501 è un anno significativo, poichè le truppe aquilane legate alla Spagna penetrano nel borgo e lo saccheggiano perché rimasto fedele alla Francia. Nel 1579, i Piccolomini cedono Castel del Monte e le terre circostanti ai Medici, i signori di Firenze, che lo governeranno in modo accorto e illuminato fino al 1743.
Nel 1743-1861, il territorio passa ai Borboni, re delle Due Sicilie e, nel 1861, anche con l’Unità d’Italia, le porte del borgo vengono sbarrate la sera, al suonare dell’Angelus: il motivo, ora, è la paura dei briganti presenti in zona fino agli ultimi decenni del secolo.
Il borgo di Castel del Monte: lo spirito del luogo
Gli anziani raccontavano di cavalli dalle criniere misteriosamente intrecciate o di riti sotto i porticati per allontanare gli spiriti.
Il mondo pastorale deflagrato sotto la spinta della modernità, cerca oggi di salvare i suoi antichi silenzi riflessi nella pietra meravigliosa di portali, stipiti, finestre, “vignali”, archi di collegamento. Aggredita da plafoniere in plastica e rappezzi di cemento, la pietra del Gran Sasso cavata e modellata da un manipolo di pastori, cerca un motivo per resistere. E lo trova in una diversa disposizione mentale degli abitanti, in una nuova transumanza che impone di abbandonare l’arido pascolo della volgarità dilagante.
Sotto un cielo terso che d’inverno fa da cornice al bianco paesaggio, il borgo col suo tessuto urbano straordinariamente compatto, modellato sul terreno scosceso, appare come un miraggio – così come l’altipiano a monte del paese: steppa barbarica, deserto di neve o scenario western (Sergio Leone vi girava i suoi film), Campo Imperatore è di una bellezza che non sembra appartenere alle nostre latitudini.
Il borgo di Castel del Monte: monumenti da scoprire
Sospeso tra le vette del Gran Sasso e la valle del Tirino, un miracolo di pietra prende forma sotto i nostri occhi: il borgo viene annunciato dalla possente torre campanaria. La visita al paese antico può iniziare da Porta San Rocco che un tempo faceva parte della cinta difensiva, ancora visibile. All’ingresso dell’abitato sorge la chiesa di San Rocco, eretta dopo la peste del 1656 con una facciata “a vela” rettangolare.
In via Duca degli Abruzzi si incontra uno dei tre antichi forni in cui i castellani venivano a cuocere il pane. Lungo la salita si trova il palazzo del Governatore, costruito tra XV e XVI secolo su una superficie che occupava l’intero isolato. Da notare la struttura impostata su grandi archi, il bellissimo portale del 1559 e le due bifore ornamentali.
Giunti a Porta di Santa Maria, ci si ferma nell’omonima via per guardare il panorama e, in basso, la chiesetta della Madonna delle Grazie, unica sopravvissuta, insieme a quella di San Donato, delle numerose chiese che sorgevano fuori le mura. Si arriva in breve alla Madonna del Suffragio, risalente alla prima metà del XV secolo e ricca di barocche decorazioni in stucco. Da ammirare, qui, l’altare maggiore alto 12 metri, un capolavoro in legno scolpito e dorato che conserva al centro una statua della Vergine vestita come le castellane del tempo. Pregevoli sono anche l’organo dorato del 1508 e il dipinto del fiorentino Bernardino di Lorenzo (1585) in un altare laterale.
Splendida, dalla piazza della chiesa, la vista su monti e valli, sul piano di San Marco e Rocca Calascio. Proseguendo verso la parte alta, per le vie Santa Maria e Clemente, ci si imbatte in una bella sequenza di “sporti”, che sono come delle gallerie che corrono nelle viscere del borgo.
Oltrepassata la Casa Comunale, si entra, in fondo a via Duca degli Abruzzi, nel Ricetto, il villaggio originario, rimasto chiuso su sé stesso là dove sorgeva il cortile del castello munito di torre, oggi parte integrante della chiesa Matrice. La chiesa Matrice, dedicata a San Marco, ha un accesso solo laterale e si presenta all’interno con una profusione di stili e materiali non priva di fascino: altari in legno, in marmo e in pietra, fregi rinascimentali, stucchi barocchi, sculture lignee e angeli di gesso. Salendo da Castel del Monte verso la montagna, si scoprono gli immensi spazi di Campo Imperatore, che appare, a quota 1600 m, come una prateria senza confini dove lo sguardo si perde in un mare d’erba o di neve. Interessante, infine, la zona archeologica di Colle San Marco, con i resti tuttora evidenti di un insediamento risalente all’anno 1000, prima che gli antichi abitanti si rifugiassero nel Ricetto per dar vita all’attuale paese.
Il borgo di Castel del Monte: eventi e attrazioni turistiche
Castel del Monte presenta 562 abitanti che vivono nel borgo. Un’attività molto sentita è legata alle antiche tradizioni e alla religione:
- Presepe Vivente, prima settimana di gennaio: nella Grotta della Valianara a Campo Imperatore.
- Marcia Longa, ultima domenica di febbraio: sulle nevi del Gran Sasso, a Campo Imperatore, maratona sugli sci di fondo in uno scenario da fiaba. La manifestazione richiama partecipanti da ogni parte d’Italia e d’Europa e si conclude nel borgo dove viene fornita calda ospitalità.
- Festa di Sant’ Antonio, 13 giugno.
- “Borgo incantato” d’Estate, luglio-agosto.
- Rassegna Ovini di Campo Imperatore, 5 agosto: la mostra raduna le greggi sparse nell’immensa piana ed è festa e fiera nello stesso tempo, con benedizione e premiazione degli animali più belli, cori e bande, scambi e contrattazioni, il tutto finalizzato alla promozione della pastorizia.
- Festa di San Donato, patrono del paese, 6-7 agosto: processione e veglia notturna, in abbinamento con San Rocco è la festa più importante del paese e occasione di ritorno per molti emigrati.
- Fiaccolata di Santa Maria Assunta, 14 agosto. Festa di San Rocco,16 agosto.
- La Notte delle Streghe, 17 agosto: rievocazione delle credenze e superstizioni che – in tempi di fame, ignoranza e malattie – assegnavano poteri malefici ad alcune donne del paese. Un giorno di festa tra antiche inquietudini e nuove allucinazioni.
- La Madonna dei Pastori, 8 settembre: suggestiva processione notturna legata ai riti religiosi della transumanza.
- Tornano i Briganti, fine ottobre: giornate di studio e spettacoli sul fenomeno del brigantaggio.
- “Borgo innevato”, periodo natalizio.
Il borgo di Castel del Monte: prodotti da gustare
La vita del borgo si scopre anche attraverso le prelibatezze culinarie. Nella grande varietà di paste a base di farina e acqua, scegliamo gli strangolapreti e le “laganelle”. Se unita con patate, legumi e verdure, la pasta diventa “minestra”. Le donne castellane sono abili nella preparazione dei dolci, dalle “crespeglie” ai “nocciatterrati”.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Il Paese ha la forma di una stella: guardando Castel del Monte da lontano si ha l’impressione, specie di notte, che il paese abbia la forma di una stella: ciò è dovuto all’impianto urbanistico del paese che segue le curve di livello del terreno e sfrutta le cinque alture che lo circondano. Lo stemma del Comune perciò rappresenta la torre del paese cinta dalle mura, posta su cinque colli o, secondo altri, sulle antiche cinque porte d’ingresso. Lo stemma risale al 1435 ed è scolpito su un altare della Chiesa Matrice (S. Marco Evangelista).
- Le Streghe: fino alla prima metà del secolo scorso era viva in paese la credenza nelle streghe: un misto di credenze, superstizione e religiosità tipica del mondo contadino. In particolare, si pensava che quando un bambino stava male (viste le scarse conoscenze mediche del tempo) e non si riusciva a guarirlo, la colpa era delle streghe che venivano a “succhiare il sangue al bambino”. Per liberarlo dal maleficio la madre, la comare di battesimo ed altre donne del vicinato facevano nove (o sette) notti di veglia, passate le quali prendevano i panni del malato ed andavano in processione per le strade del paese. Le donne dovevano attraversare in silenzio nella stessa notte sette sporti per arrivare ad un crocevia dove i panni “posseduti” venivano battuti con un bastone e bruciati per scacciare la strega dal corpo del bambino. Qualche guarigione casuale rafforzava la credenza.
Credits immagine in evidenza: Shutterstock – canadastock
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