Il Paesaggio dell’Alpe in Italia con il Fondo Ambiente Italiano

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Un progetto per studiare e far conoscere agli italiani il Paesaggio dell’Alpe grazie al FAI – Fondo Ambiente Italiano. Scopriamo di cosa si tratta.

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano cura, educa e vigila il patrimonio culturale e ambientale italiano da oltre 40 anni. Una fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975, sul modello del National Trust, con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. Presente in tutta Italia con due sedi nazionali, Milano e Roma, in oltre 50 beni monumentali e naturalistici di cui si prende cura materialmente, e più di 250 presidi sul territorio gestiti da volontari organizzati in Delegazioni, Gruppi e Gruppi Giovani.

Il Paesaggio dell’Alpe: il FAI che cura

Il Paesaggio dell’Alpe
Credits: www.fondoambiente.it

Grazie al contributo volontario di volontari, iscritti e donatori la fondazione si prende cura di oltre 50 luoghi speciali d’Italia, dall’alpeggio alla baia costiera, dal castello alla bottega, dalla chiesa alla dimora storica. Si tratta di beni che vengono donati o affidati in concessione al FAI, che a sua volta restaura, conserva, gestisce e valorizza, perché chiunque oggi e domani possa fruire e godere di essi come luoghi da vivere e non solo da ammirare.

Il Paesaggio dell’Alpe: il FAI educa

Il Paesaggio dell’Alpe
Shutterstock – Rawpixel com

Nei beni che il FAI gestisce e in tutto il territorio nazionale, grazie ai volontari FAI vengono organizzate manifestazioni e attività di sensibilizzazione al valore del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. In due grandi appuntamenti il FAI scende in piazza a livello nazionale: le Giornate FAI di Primavera (a marzo) e le Giornate FAI d’Autunno (a ottobre). Due grandi feste che aprono in esclusiva le porte innumerevoli beni che, per la maggior parte, non appartengono al FAI, in tutte le regioni d’Italia. Un lavoro di squadra davvero importante che consente agli italiani di conoscere la bellezza che li circonda. Centinaia sono gli eventi che costellano il calendario annuale della fondazione, sia per far vivere i suoi beni, sia per diffondere capillarmente i suoi valori sul territorio grazie all’attività culturale delle delegazioni.

Le iniziative del FAI si rivolgono ai cittadini di tutte le età, con una particolare importanza ai giovani, “perché sensibilizzare i piccoli è il primo passo per garantire futuro a una cultura di rispetto e amore verso le bellezze uniche ma fragili del nostro Paese.

Il 2019 è l’anno del turismo lento

Il Paesaggio dell’Alpe: il FAI Scuola

Attraverso il FAI Scuola la fondazione propone agli studenti molte attività formative, tra cui il progetto “Il Paesaggio dell’Alpe”. Ai ragazzi dai 18 ai 35 anni è dedicato il progetto FAI Giovani, che mira a coinvolgerli attivamente rispetto al loro ruolo di custodi del patrimonio culturale e ambientale.

Il Paesaggio dell’Alpe: il FAI vigila

Il Paesaggio dell’Alpe
Credits: www.fondoambiente.it

Il FAI partecipa con attenzione al dibattito nazionale sui grandi temi della cultura e dell’ambiente, informando e attivando la società civile e le istituzioni sulle cause inerenti la sua missione.

Il FAI è attivo sul territorio con attività di presidio ambientale con progetti dedicati all’apertura e alla promozione di beni rappresentativi dell’identità collettiva. Infatti, ogni due anni il FAI mobilità la popolazione italiana in difesa dei luoghi da non dimenticare con il censimento “I luoghi del cuore”.

Il Paesaggio dell’Alpe: il progetto scolastico che punta i riflettori sul paesaggio montuoso italiano

Il Paesaggio dell’Alpe
Credits: www.fondoambiente.it

Il FAI lancia per l’anno scolastico 2019/2020 il progetto didattico “Il paesaggio dell’alpe”, con l’intento di fornire ai giovani elementi affinché essi imparino a vedere, conoscere, frequentare, amare, riabitare e riabilitare le terre alte delle aree interne di questo Paese.

È un’Italia lontana dalle coste e dalle pianure, quella che desideriamo che i giovani imparino a conoscere. – spiega il presidente Andrea Carandini – È l’Italia interna, che costituisce la spina dorsale della Patria, delineando il misterioso disegno primordiale di una grande «S». Lungo questa dorsale della penisola e delle isole diminuisce la popolazione, i villaggi sono abbandonati, si riduce l’utilizzo del suolo per agricoltura e allevamento e calano i servizi principali che rendono possibile oggi la vita; questi territori sono colpiti da disastri idrogeologici e sismici, e sono affidati solo all’emergenza e mai alla prevenzione e ai miglioramenti strutturali che riducono il rischio di danni a paesaggi, architetture, cose e persone.”

Il progetto è stato reso possibile grazie al prezioso supporto di Ferrero che, da anni, condivide con il FAI l’importanza di preparare i docenti affinché educhino i giovani a diventare cittadini attenti al nostro patrimonio culturale, garantendo loro conoscenze, competenze e capacità necessarie a rispettarlo e tutelarlo.

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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Il 60% del territorio nazionale da Nord a Sud, isole comprese, è costituito da aree interne, per lo più montane, con una storica vocazione rurale, che custodiscono un eccezionale patrimonio di natura e cultura. Si definisce “alpe” questo territorio naturalmente o storicamente vocato all’agricoltura e al pascolo presente nelle “terre alte” italiane.
  • Il mondo dell’alpe è un’importante “presenza” geografica e culturale del nostro Paese e caratterizza tutte le regioni italiane. Le Alpi, gli Appennini, i Monti Siciliani e il Massiccio del Gennargentu costituiscono elementi geografici, culturali, antropologici, ambientali, storici ed economici identici.
  • Il mondo dell’alpe ha caratteri “genetici simili” ma anche, oggi, simili sono le problematiche che caratterizzano le terre alte. Tante le situazioni da attenzionare: l’agonia dell’economia tradizionale di montagna e l’emergenza della nuova economia legata al turismo invernale; l’abbandono dei pascoli e delle grandi tradizioni legate alla pastorizia, con la conseguente morte di borghi e paesi lasciati nelle mani di pochi; il rischio di collasso totale di contesti architettonici legati all’alta quota e a quel tipo di economia; il dissesto idrogeologico inevitabile dovuto alla scomparsa di chi manteneva – brucando, lavorando il terreno o tagliando i boschi – quei territori.

 Credits immagine in evidenza: Shutterstock – Mario Krpan

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