Dal report pubblicato da FABI è emerso un divario tra Nord e Sud Italia per quanto riguarda i tassi d’interesse sui mutui. Quali sono i dati specifici in merito ai tassi d’interesse record sui mutui?
Tassi d’interesse record sui mutui: ecco cosa sapere e quali informazioni sono emerse dal report
Secondo quanto emerso dal report pubblicato da FABI, letteralmente Federazione Autonoma Bancari Italiani, si evince come i tassi di interesse per quanto riguarda i prestiti immobiliari dalle banche presentano un vero e proprio divario tra Nord e Sud Italia. In particolare, infatti, nell’area meridionale, si evidenziano delle condizioni più drastiche per tutti coloro che decidono richiedere un mutuo per l’acquisto di un’abitazione.
Nell’area della Calabria, per esempio, si evince come i tassi medi sono pari al 6,23%, così come sono al di sopra del 6% anche i tassi d’interesse relativi alle regioni Sicilia, Molise e Campania. Nella zone più a Nord, invece, per esempio in Emilia Romagna, il tasso è più basso, pari in questo caso al 4,03%.
Secondo quanto emerso dai dati, la città che risulta essere più costosa per acquistare un’abitazione è Catanzaro. Qui la rata mensile è pari a ben 1000 euro, con una differenza di 200 euro rispetto la rata mensile di Bologna.
Le regioni che presentano, invece, un tasso di interesse per mutui medio e non superiore al 5% sono: Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Si tratta di un tasso pari rispettivamente al: 4,68%, 4,55%, 4,50%, 4,48%, 4,24% e 4,03%.
Qual è la situazione delle altre regioni d’Italia per quanto riguarda il tasso d’interesse?
Secondo quanto emerso dalle indagini della Banca d’Italia, il tasso d’interesse medio sui mutui e prestiti immobiliari è abbastanza versatile da regione a regione. In particolare, è emerso un grande divarico tra le regioni del Nord e del Sud. Ecco, nello specifico, alcune informazioni sui tassi delle altre regioni d’Italia.
- Abruzzo presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,65%;
- Basilicata presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,87%;
- Calabria presenta un tasso d’interesse medio pari al 6,23%;
- Campania presenta un tasso d’interesse medio pari al 6,02%;
- Emilia Romagna presenta un tasso d’interesse medio pari al 4,03%;
- Friuli Venezia Giulia presenta un tasso d’interesse medio pari al 4,50%;
- Lazio presenta un tasso d’interesse medio pari al 4,24%;
- Liguria presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,57%;
- Lombardia presenta un tasso d’interesse medio pari al 4,48%;
- Marche presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,20%;
- Molise presenta un tasso d’interesse medio pari al 6,25%;
- Piemonte presenta un tasso d’interesse medio pari al 4,68%;
- Puglia presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,91%;
- Sardegna presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,61%;
- Sicilia presenta un tasso d’interesse medio pari al 6,14%;
- Toscana presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,21%;
- Trentino Alto Adige presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,09%;
- Umbria presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,50%;
- Val d’Aosta presenta un tasso d’interesse medio pari al 4,55%;
- Veneto presenta un tasso d’interesse medio pari al 5,33%.
Quali sono le città con i tassi mutuo più elevati? Ecco cosa sapere sui capoluoghi delle regioni d’Italia
La rata del mutuo presenta un valore differente in base alle città di riferimento. In particolare, il report pubblicato da Fabi ha reso note le informazioni e i dati relativi ai capoluoghi delle regioni italiane. Nella città di Milano, per esempio, la rata è pari a 841 euro al mese. Segue Roma con 821 euro, Napoli con 980 euro, Torino con 859 euro e Firenze con 906 euro.
Tali dati, nello specifico, fanno riferimento ai prestiti a tasso fisso che, al giorno d’oggi, si presentano molto più convenienti rispetto al variabile. Questo nonostante il tasso fisso vada ad inglobare al suo interno anche il relativo prezzo dell’assicurazione per la banca in merito alle variazioni dei tassi stessi.
Qual è la causa di tale aumento tasso mutui? Ecco cosa è emerso dal report condotto e pubblicato dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani
Secondo i dati e le informazioni emerse, si evince come il problema principale sia da ricondurre al costo del denaro. In particolare, quest’ultimo risulta essere in forte picco e si prospetta un possibile calo in un periodo che va dai due ai tre anni. Di conseguenza, si prospetta anche un calo per quanto concerne gli interessi stessi su mutui e prestiti. A sua volta, quindi, il tasso variabile si presenterebbe molto meno di vantaggio negli anni a venire.
Una situazione simile, di cambiamento della curva dei tassi, si era verificata nel lontano 2008 negli Stati Uniti, in particolare durante la crisi dei subprime. Prima ancora dell’inversione del 2008, un evento simile si era registrato nel periodo delle recessioni del 1990 e del 2001.
In genere, la soluzione migliore, considerati i possibili cambiamenti della curva dei tassi, è quella di controllare in modo costante e periodico l’andamento dei tassi di interesse. Nello specifico, Euribor è un perfetto punto di riferimento i per mutui a tasso variabile, mentre Irs per i mutui a tasso fisso.