Il governo ha deciso di introdurre diverse modifiche per quanto riguarda il mercato degli affitti brevi. Ecco quali sono le novità affitti brevi da sapere.
Novità affitti brevi: ecco quali sono le modifiche apportate dal governo
Con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e l’abusivismo tipico degli affitti brevi, il governo ha deciso di introdurre nuove modifiche in merito al mercato degli affitti previ. In particolare, si è deciso di aumentare l’aliquota della cedolare secca e di introdurre un nuovo strumento di regolamentazione: il codice identificativo nazionale. Grazie a questo, infatti, sarà possibile tracciare i comportamenti fiscali dei proprietari di immobili adibiti agli affitti brevi e favorire una maggiore equità di trattamento. Ecco quali sono le novità affitti brevi e cosa sapere nello specifico.
Cosa c’è da sapere sul mercato degli affitti brevi?
In aggiunta, è bene specificare che l’aumento degli affitti brevi ha indotto una concorrenza per quanto riguarda gli alberghi tradizionali. A differenza degli affitti brevi, infatti, questi sono soggetti ad una regolamentazione e delle tasse più severe. Infine, un ulteriore problema riguarda proprio la disponibilità di alloggi a lungo termine per i residenti delle abitazioni. A causa della trasformazione di diversi immobili in edifici per affitti brevi, è diminuita la disponibilità di case per residenze a lungo termine. Ecco quali sono le soluzioni adottate dal governo per contrastare questi problemi legati al mercato degli affitti brevi.
Come funziona il nuovo codice identificativo nazionale? Ecco di cosa si tratta
Con l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale e l’abusivismo, il governo ha deciso di introdurre un nuovo strumento di supporto. In particolare, tra le novità affitti brevi spicca proprio il codice identificativo nazionale. Si tratta di un codice che verrà assegnato direttamente ai proprietari degli immobili usufruiti per gli affitti brevi e, di conseguenza, permetterà di monitorare con precisione le transazioni di riferimento.
Il codice, come è evidente, si presenta come un grandissimo sviluppo e passo avanti per garantire una maggiore equità e trasparenza nel mercato degli affitti brevi. Grazie a questo, infatti, sarà possibile tracciare i proprietari degli immobili utilizzati per gli affitti brevi e verificare il loro guadagno e le tasse pagate.
Aumento dell’aliquota della cedolare secca: ecco le novità affitti brevi da conoscere
La prima novità riguardante il mercato degli affitti brevi è stata l’introduzione da parte del governo del codice identificativo nazionale. Eppure, con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale, il governo ha deciso di aumentare l’aliquota della cedolare secca per quanto concerne gli affitti brevi. Con il termine cedolare si fa riferimento ad una forma semplice di tassa sugli affitti. In particolare, questa consente ai proprietari di pagare una percentuale fissa, risparmiandosi le dichiarazioni fiscali più dettagliate e specifiche.
Eppure, con tale aumento registrato, l’aliquota della cedolare passa dal 21% al 26% per quanto concerne le seconde case in affitto per periodi brevi, ovvero inferiori a 30 giorni. Inoltre, però, è bene specificare che tale aumento fa riferimento soltanto alle seconde case e non alle residenze principali dei proprietari. In questo modo, secondo il governo, sarà possibile garantire un aumento delle entrate fiscali degli affitti.
Quali sono le reazioni suscitate con l’introduzione del codice identificativo nazionale?
Dopo l’introduzione del codice identificativo nazionale e il conseguente aumento dell’aliquota, sono state registrate reazioni differenti. Secondo alcuni, infatti, si tratta di misure che, per quanto drastiche, sono necessarie per contrastare l’evasione fiscale e garantire un corretto ed equo trattamento per i cittadini proprietari. Eppure, altri sostengono che l’aumento drastico dell’aliquota può portare delle difficoltà per tutte le aziende che operano in tale settore. Di conseguenza, anzi, di contro, verrà sempre più incoraggiata l’evasione fiscale.
D’altro canto, è bene evidenziare che vi sono coloro che approvano l’iniziativa ma soltanto in parte. Per esempio, le associazioni che gestiscono gli affitti brevi sono a favore dell’introduzione del codice identificativo nazionale, ma non supportano l’aumento dell’aliquota della cedolare. Se, infatti, la prima può veramente bloccare l’abusivismo, la seconda può creare difficoltà per coloro che rispettano le leggi.
In sintesi, però, è bene evidenziare che l’obiettivo del governo è quello di garantire un maggiore controllo tramite l’introduzione del codice identificativo nazionale e, di conseguenza, abbattere l’evasione fiscale promuovendo l’equità tra i proprietari.