Riapertura cessione crediti per Superbonus: ecco cosa sapere

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Le discussioni in governo in merito al Superbonus continuano in modo incessante. In particolare, un problema principale riguarda la riapertura cessione crediti e la possibilità di pagare i crediti con il valore del 75% . Ecco cosa sapere a riguardo.

Novità Superbonus: ecco cosa sapere sulla riapertura cessione crediti e valore

Il Superbonus e, in particolare, la cessione di credito, continuano ad essere argomento di discussione in governo. In particolare, nonostante Poste italiane abbia deciso di riaprire l’accesso all’acquisto crediti, questo operazioni finanziari si presentano molto a rilento. Inoltre, uno dei quesiti più discussi riguarda proprio il valore del credito e la possibilità di pagare i crediti con un valore pari al 75%. Ecco di seguito maggiori informazioni a riguardo quali sono, nello specifico, i dati riportati nel Corriere.it.

Cessione di credito al valore di 75%: è legale pagare i crediti con tale valore?

Il tema della cessione crediti e del valore di questi ultimi è un argomento centrale per il governo. Nello specifico, in seguito alla riapertura della cessione di credito da parte di Poste Italiane al valore massimo di 150 mila euro, sembra evidente come anche Intesa Sanpaolo abbia deciso di intervenire di conseguenza. In particolare, quest’ultima ha proposto un rimborso pari all’85,45%, che, in termini più specifici, equivale ad una somma pari a 93,995 euro per ogni 100 euro di spesa.

Per quanto concerne la cessione di credito di Sparkasse, la Cassa di Risparmio ha evidenziato come la somma di riferimento sia 92 applicabile su una spesa di 100 euro. In merito ad Unicredit, invece, la cessione di credito presenta una percentuale pari all’85,80%, pari a 94, 38 euro su una somma di spesa di 100 euro.

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Pagamento cessione crediti: ecco quali sono le possibili novità Superbonus

Come già evidenziato, uno dei quesiti principali riguardo alla cessione crediti e Superbonus riguarda proprio la possibilità di pagare i crediti di riferimento soltanto al valore del 75%. In particolare, si evince come in questo caso l’impresa potrebbe ricevere una somma pari a 82,5 euro ogni 100 euro che vengono fatturati. Si tratta, quindi, di un’azione legale, anche se è bene precisare che la Banca d’Italia fissa in modo regolare e periodico una soglia di finanziamento per le operazioni. Di conseguenza, nel caso in cui la soglia per le operazioni viene superata, si andrà incontro all’usura.

A questo punto, il quesito principale riguarda la possibilità di applicare questa soglia di riferimento anche per la cessione del credito. Secondo quanto emerso, si evince come la cessione dei crediti può avvenire in riferimento ad imprese che presentino una buona capienza di tipo fiscale. In aggiunta, si specifica che la cessione non presenta operazioni di tipo finanziario in modo obbligatorio, per cui non è possibile applicare direttamente norma art. 644 Codice penale nel caso di usura. Ciò significa che il 75% dei crediti può essere ceduto anche nel caso in cui l’offerta si presenta con un ribasso di acquisto.

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Riapertura cessione crediti e Superbonus: quali sono i dati pubblicati da Enea

Come già emerso dal governo, il costo del Superbonus continua ad avere costi particolarmente esorbitanti e in preoccupante sviluppo. Basti pensare che a settembre 2023, il bonus edilizio ha raggiunto un costo pari a 79 miliardi di euro. In particolare, secondo quanto specificato dai dati pubblicati da Enea, la spesa più grande del Superbonus è legata all’applicazione dell’incentivo per i condomini. Questi ultimi, infatti, hanno registrato un costo dei lavori edilizi pari a 37,3 miliardi di euro.

Ciò significa che i costi del Superbonus per quanto riguarda i condomini hanno rappresentato il 56,7% di tutti gli investimenti del governo per l’incentivo. Per quanto concerne, invece, le villette, queste hanno costituito il 30,7% degli investimenti del governo per il Superbonus, superando un valore pari a 27 miliardi di euro. Infine, il settore delle strutture immobiliari non dipendenti, ha rappresentato il 12,6% della somma totale, con una somma di investimenti dal valore di 11,1 miliardi.

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