Bolla immobiliare: quali sono le città a rischio nel 2023?

Risarcimento mutui e tassi manipolati

Secondo quanto emerso dall’Ubs Global real estate bubble index 2023, le città a rischio immobiliare hanno subito un cambiamento. Ecco cosa sapere in merito alla bolla immobiliare e quali sono le città a rischio.

Bolla immobiliare: quali sono le città a rischio nel 2023?

Ubs Global real estate bubble index 2023 ha evidenziato come, rispetto all’anno precedente, si siano registrati una serie di cambiamenti in merito al numero delle città con rischio immobiliare. In appena dodici mesi, infatti, si è verificato un cambiamento considerevole: basti pensare che delle nove città a rischio immobiliare del 2022, nell’anno corrente ne sono rimaste soltanto due. L’Ubs Global si presenta come uno studio annuale e particolarmente innovativo, che tiene in considerazione diversi fattori di riferimento per calcolare al meglio la situazione del mercato immobiliare. Ecco cosa sapere nello specifico in merito alla bolla immobiliare e le città a rischio nel 2023.

Come funziona lo studio e quali sono i fattori tenuti in considerazione?

L’Ubs Global real estate bubble index 2023 è uno studio condotto ogni anno da Ubs global wealth management. Tale studio ha evidenziato come  si sono registrati dei cambiamenti in merito al numero e alla distruzione di rischio immobiliare per le città. Basti pensare, infatti, che in appena dodici mesi il numero delle città a rischio è calato da nove a due.

In generale, è bene evidenziare che negli ultimi quindici anni si sono registrate soltanto 3 bolle immobiliare in tutto il mondo. Con questo termine si fa riferimento ad una particolare situazione immobiliare. Prima, infatti, si verifica una forte crescita del prezzo degli immobili non giustificata e, in seguito, una repentina caduta che provoca grandi conseguenze nel mercato.

Secondo lo studio Ubs, quindi, nel 2023 soltanto due città al mondo rischiano la bolla immobiliare, ovvero Tokyo e Zurigo.

bolla immobiliare
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Quali sono i fattori presi in considerazione dallo studio Ubs?

Per eseguire lo studio, Ubs prende in esame diversi fattori, in modo da essere più specifico e preciso possibile. In particolare, questi fattori sono:

  • Rapporto tra prezzo delle case e reddito della popolazione;
  • Rapporto tra prezzo delle case e affitto medio delle medesime;
  • Rapporto tra prezzo delle case in tutta la città;
  • Prezzo delle case nella media;
  • Rapporto tra mutui e Pil e l’importo totale.

Secondo l’Ubs, si sono registrati questi cali nel numero delle città a rischio di bolla immobiliare proprio grazie al rialzo dei tassi di interesse.

bolla immobiliare
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Aumento dei tassi di interesse e calo dei prezzi: ecco cosa è emerso dallo studio

Il centro studi della banca svizzera ha evidenziato come l’aumento dei tassi di interesse ha, di conseguenza, segnato un aumento nei mutui e una diminuzione delle transazioni e del prezzo delle case. Si tratta, nello specifico, di un calo pari al 5% registrato tra la metà del 2022 e la metà del 2023. Inoltre, si registra come i cali più elevati si sono registrati nelle città di Francoforte e Toronto. Eppure, le due città con i tassi di interesse ancora nettamente bassi e che rischiano la bolla immobiliare sono Zurigo e Tokyo.

D’altro canto, lo studio ha registrato altre città con quotazioni alte nel mercato immobiliare ma non a rischio. Queste sono rispettivamente:

  • Amsterdam;
  • Londra;
  • Francoforte;
  • Monaco di Baviera;
  • Parigi;
  • Miami;
  • Los Angeles;
  • Milano.

Milano come una delle città a rischio basso

Tra le città con basso rischio di bolla immobiliare è stata registrata anche la città di Milano. Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs Gwm in Italia, ha evidenziato come la causa di è l’andamento controcorrente del mercato immobiliare italiano rispetto quello europeo a causa dello spread elevato sul pubblico. Nella città di Milano, infatti, i prezzi sono aumentati con una percentuale inferiore rispetto al’inflazione. In particolare, si parla di una scesa dei prezzi pari al 2%.

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