L’Ance ha proposto il Superbonus in formato green con l’obiettivo di riqualificare gli immobili e gli edifici. Di cosa si tratta nello specifico?
Con la finalità di raggiungere gli obiettivi green prefissati dall’UE, l’Ance ha proposto un nuovo Superbonus in formato green. Di seguito maggiori informazioni su cos’è e in cosa consiste la proposta.
Superbonus: qual è la situazione attuale?
Inserire un programma di Superbonus sostenibile potrebbe essere la svolta migliore per raggiungere un miglioramento sostanziale nella riqualificazione degli edifici. Eppure, la situazione attuale è abbastanza contorta. In particolare, con la Legge di Bilancio 2023, il Superbonus 90% è stato calato a 70% fino al 2024, mentre raggiungerà il 65% nel 2025. Inoltre, dalla data 17 febbraio dell’anno attuale, il governo non offre più la possibilità di utilizzare né cessione del credito né sconto in fattura. Davanti a queste modifiche sostanziali, sono sempre meno i cittadini convinti nell’effettuare la riqualificazione del proprio immobile di residenza, in quanto ormai l’appoggio del bonus appare abbastanza superfluo.
Per questo, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili ha proposto un nuovo programma di Bonus basato interamente sostenibilità e il minor impatto ambientale.
Quali sono gli obiettivi Ance?
Come già anticipato, l’obiettivo principale della misura proposta da Ance è quello di mirare alla riqualificazione energetica degli edifici e degli immobili su suolo nazionale. Eppure, vige un altro obiettivo per l’associazione: quello di sostenere la domanda nuove abitazioni costruite o ristrutturare in formato sostenibile. Si tratta infatti, al giorno d’oggi, di un tasso sempre più basso e instabile, paragonabile al 4-10%.
In cosa consiste la proposta Ance?
Nello specifico, l’idea principale sarebbe quella di la detrazione IRPEF al pari del 50% dell’IVA in formato strutturale per l’acquisto di abitazioni con riqualificazione energetica. Inoltre, sempre parlando dell’IVA, l’idea sarebbe quella di mantenere tutte le agevolazioni previste in merito alla prima casa, sia per le residenze personali sia per gli appalti pubblici.
L’Ance, d’altro canto, non approva lo split payment, ovvero la scissione dei pagamenti, considerando che questa misura non è in grado di contrastare l’evasione anzi, mette in difficoltà il settore.
Tra le altre proposte dell’Associazione, si prevede:
- Neutralità dell’imposta di registro durante la fase di produzione con la finalità di incentivare il rinnovamento e la riqualifica degli immobili già esistenti;
- Ammortamento e deducibilità per le spese di manutenzione dell’abitazione e la detraibilità dell’Iva.