Con la proroga del Superbonus fino al 30 giugno per infissi e caldaie, il governo sta cercando un meccanismo per sbloccare i crediti incagliati.
La norma che proroga il superbonus per infissi e caldaie fino al 30 giugno è stata voluta per permettere di concludere i lavori nelle case unifamiliari. Ciò soprattutto perché il Superbonus con l’aliquota 110% non sarà mai più attiva.
La notizia è arrivata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che nonostante questa proroga del meccanismo della cessione del credito, in futuro le agevolazioni terranno conto delle nuove regole di contabilità stabilite da Eurostat.
Inoltre, non vi è alcuna possibilità per le banche di poter utilizzare gli F24 dei propri correntisti per compensare le fatture, ossia scongelare i 19 miliardi di crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese.
Le modifiche al decreto legge numero 11
Per il momento la una proroga del termine per concludere i lavori per le “villette” è prevista fino al 30 giugno. A questo proposito la nuova norma “salva-infissi” e “salva-caldaie” prevede di poter effettuare i lavori con lo sconto in fattura. Ciò solo se l’acquirente e l’installatore dispongono di un’autocertificazione della stipula del contratto prima del 16 febbraio.
Inoltre, gli sconti in fattura saranno prorogati anche per i lavori di riqualificazione delle case popolari (Iacp) e delle Onlus, e per tutti gli interventi del sismabonus nelle aree del terremoto.
Proroga per infissi e caldaie fino al 30 giugno
Il Superbonus è stato considerato vittima del suo successo. Basti pensare che non c’è nessun Paese al mondo in grado di sostenere un sistema in grado di generare 60 miliardi di crediti l’anno.
Inizialmente la stima inziale del Superbonus era pari a 12,2 miliardi per 18 mesi. Nell’ultima Nadef, quella di settembre, il costo è arrivato a 61,2 miliardi e oggi si prevede che possa salire addirittura a 67 miliardi.
Invece, per quanto riguarda i crediti incagliati ancora si sta cercando di trovare un meccanismo adatto a sbloccarli.