L’Unione Europea ha manifestato la sua intenzione di voler inserire un regolamento relativo agli immobili. Per favore lo sviluppo di case green e sostenibili, ecco quali sono le possibili novità introdotte.
Con l’obiettivo di garantire un efficientamento energetico degli immobili, promuovendo case green e sostenibili, l’Unione Europea ha introdotto nuove regole e requisiti minimi. Ecco cosa sapere.
In cosa consiste il nuovo regolamento UE?
Attraverso la Direttiva su ‘case green’ e sostenibili, l’Unione Europea presenta una serie di regole e requisiti minimi per attuare un capovolgimento dello scenario immobiliare. Tutti gli Stati membri, infatti, dovranno attenersi alle seguenti regole, così da migliorare la prestazione energetica di case e immobili d’Europa.
Qual è l’obiettivo della direttiva Case green?
Nello specifico, la finalità della Direttiva sarebbe quello di garantire un miglioramento delle prestazioni energetiche di tutti gli immobili dell’Unione Europea, tenendo in considerazione tutte le situazioni climatiche e locali. Ai singoli Stati, quindi, è richiesto il rispetto di determinate regole e requisiti minimi che ogni edificio deve presentare. I fattori di riferimento sono:
- metodi di raffreddamento e riscaldamento;
- illuminazione;
- punti di ricarica per auto elettriche o ibridi;
- ventilazione.
In considerazione delle singole regole, ogni Stato dovrà dar vita a delle regole standard per il suo territorio, tenendo in considerazione le singole caratteristiche del medesimo. Inoltre, però, è bene evidenziare che i programmi della Direttiva stanno attendendo conferma, per cui, prima di diventare definitivo, trascorrerà almeno un altro mese. Si prospettano, quindi, maggiori informazioni a marzo.
Edifici e immobili esclusi dal nuovo regolamento green: quali sono?
Come giù anticipato, l’obiettivo finale è quello di raggiungere uno stadio di emissioni zero, fissato con data ultima nel 2050. Eppure, non tutti gli edifici devono necessariamente essere soggetti a interventi per una maggiore efficienza energetica. Si registrano, infatti, delle eccezioni:
- luoghi adibiti al culto;
- edifici storici;
- seconde case;
- case con dimensioni minime, inferiori a 50 metri quadri.
Tutti gli altri immobili, che rientrano nelle classi di E F e G, dovranno essere ristrutturati entro il 2033.
I dati emersi sulla situazione italiana: i dubbi di Confedilizia
Secondo diverse stime, sul territorio italiano sono presenti in maggioranza edifici di classe energetica E, la più bassa. Di conseguenza, è evidente come una riforma come quella della Direttiva potrebbe coinvolgere un numero elevatissimo di italiani. Confedilizia, associazione italiana per la proprietà edilizia, si è espressa a riguardo, evidenziando come “la Direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici è dannosa per l’intero settore immobiliare italiano, anche per quei soggetti che pensano di poterne trarre qualche vantaggio. Si tratta di un provvedimento sbagliato in radice nel momento stesso in cui obbliga, anziché incentivare, la realizzazione di alcune tipologie di interventi”.