Smart working: il ritorno al regime ordinario pre-pandemia

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Con il nuovo anno si ritorna al regime lavorativo ordinario pre-pandemia. Infatti, viene meno la regola che durante la pandemia permetteva di attivare lo smart working con modalità semplificate.

Con l’inizio del nuovo anno, in relazione allo smart working, si torna a seguire le regole previste dalla legge 81/2017. Infatti, non sarà più possibile richiedere l’avviamento del lavoro agile semplicemente mandando una mail al datore di lavoro. Pertanto, tutti i datori di lavoro che nel 2023 vorranno usufruire della formula smart dovranno firmare con tutti i dipendenti un accordo individuale contenente gli estremi fissati dalla legge.

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Smart working il ritorno al regime ordinario pre-pandemia – pexels george milton

Il nuovo accordo individuale per attivare lo smart working

Dal 1° gennaio 2023 per attivare la formula lavorativa in smart è necessario un accordo individuale contenente la durata del collocamento in modalità agile. Questa può avere sia un termine predefinito, sia indeterminato, con la possibilità di recedere a determinate condizioni. Inoltre, in questo accordo devono essere contenute le regole relative alle forme di gestione del lavoro agile, quali:

  • Le modalità che permettono di lavorare fuori sede,
  • La frequenza e gli orari dello smart working,
  • I controlli periodici.

La legge lascia ampie libertà sulla definizione di questi aspetti. Quindi, per l’attivazione della formula smart potrebbe bastare una semplice email al datore di lavoro, o dall’altro lato essere richieste rigide procedure di controllo. In ogni caso, un aspetto fondamentale dell’accordo individuale è quello definito dal diritto alla disconnessione. In pratica, le parti dovranno decidere le regole per consentire al lavoratore, nei periodi di lavoro agile, di non essere connesso agli strumenti digitali di comunicazione con l’azienda, fissando anche la regola per la ripartizione delle spese connesse.

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Smart working il ritorno al regime ordinario pre-pandemia – pexels karolina grabowska

I genitori di figli under 14 e il lavoro agile

La categoria che maggiormente sperava in una proroga dello smart working anche nella nuova Legge di Bilancio è quella dei genitori di figli under 14. Fino al 2022 tutti gli appartenenti a questa categoria hanno beneficiato del regime semplificato e del diritto al lavoro agile, ma con il nuovo anno il datore di lavoro potrà rifiutarsi di concederli. Tuttavia, un fatto positivo è contenuto nel d.lgs. 105/2022 che fissa un criterio di priorità nel concedere il lavoro agile a tutti i dipendenti con figli fino a 12 anni, o disabili, che abbiano determinate difficoltà o che si prendono cura di altri familiari.

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Smart working il ritorno al regime ordinario pre-pandemia – pexels andrea piacquadio

Lo smartworking e i lavoratori fragili

Con la nuova Legge di Bilancio, l’unica categoria per cui resta attivo il diritto soggettivo allo svolgimento del lavoro agile è quella dei lavoratori fragili. Nonostante la misura dia prevista fino al 31 marzo 2023, per tutti i lavoratori affetti da condizioni di salute molto gravi, il datore di lavoro è tenuto a consentire la formula lavorativa in smartworking, senza nessuna riduzione della retribuzione.

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Smart working il ritorno al regime ordinario pre-pandemia – pexels tatiana syrikova

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • A causa dell’emergenza covid che ha visto sempre più persone prese con il lavoro in smart working si è assistito ad un vero e proprio stravolgimento del mondo del lavoro, caratterizzato anche da aspetti negativi, come il venir meno dei confini con la vita domestica, collegamenti telematici infiniti, orari lavorativi non rispettati e pesanti controlli a distanza. Tutti fenomeni lontani da quelle che dovrebbero essere le potenzialità del lavoro agile, come realizzazione di obiettivi comuni, fiducia, alternanza e agilità.
  • Nel 2022 in Italia il lavoro da remoto è stato utilizzato in modo consistente, sebbene in misura minore rispetto al 2021. I lavoratori da remoto oggi sono circa 3,6 milioni, quasi 500 mila in meno rispetto al 2021. Tuttavia, è prevista una consistente crescita per il 2023. (Osservatorio Smart Working).

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