Negli ultimi anni, con l’aumento delle masse di rifiuti, riciclare la plastica è diventato sempre più importante. Un gruppo di ricercatori ha progettato un catalizzatore capace di trasformare le diverse tipologie di plastica in un unico composto, così da non doverla dividere. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Alcuni ricercatori e studiosi hanno progettato un modo per riciclare la plastica senza dover separare le diverse tipologie. Si tratta, nello specifico, di un catalizzatore in grado di trasformare le diverse plastiche in un unico materiale compatto. Di seguito alcune informazioni a riguardo.
Perché è importante riciclare la plastica?
La plastica è uno dei materiali più utilizzati al mondo ma non è biodegradabile, per cui una sua dispersione può danneggiare l’ambiente. Per esempio, per fare in modo che una bottiglia di plastica si smaltisca in modo naturale devono trascorrere almeno 200 anni. Di conseguenza, il riciclo della plastica è di fondamentale importanza per la salute dell’ambiente e dell’essere umano stesso. Riciclare la plastica, però, è considerato di solito come complicato, a causa delle svariate tipologie in cui questa si contraddistingue. Per facilitare il riciclaggio, alcuni ricercatori hanno progettato un catalizzatore capace di trasformare i diversi tipi di plastica in un unico ed omogeneo materiale.
In cosa consiste il progetto del catalizzatore?
Lo studio e la progettazione del catalizzatore parte dalla conoscenza del fatto che la plastica è un materiale costituito da macromolecole unite da carbonio. Si tratta, in particolare, di legami che possono essere rotti con facilità. A differenza di altri sistemi già esistenti che spezzano la molecola in modo poco preciso, il catalizzatore appena progettato agisce e spezza il legame con estrema esattezza.
La struttura del catalizzatore per il riciclo della plastica
Il catalizzatore è realizzato con il zeolite, un materiale microporoso che contiene delle particelle di cobalto in grado di spezzare con estrema precisione i legami di carbonio della plastica. Così facendo, si da vita ad un nuovo materiale compatto chiamato “propano” che può essere riciclato con facilità e può essere utilizzato, tra le tante cose, per dare vita a della nuova plastica. Fino ad adesso, sono stati applicati test relativi ad alcune tipologie di plastica, come il polipropilene o il polietilene, ma prima di ufficializzare il macchinario è necessario effettuare ulteriori accertamenti.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo il rapporto rifiuti urbani pubblicato dall’ISPRA nel 2020, i rifiuti prodotti in Italia nel 2019 sono stati ben 30 milioni di tonnellate. Rispetto l’anno precedente, si è registrato un incremento del + 0,5% nel Nord Italia, mentre Centro e Sud hanno registrato un calo rispettivamente del -0,2% e -1,5%. Ciò significa che ogni cittadino italiano produce ogni anno una media di 500 chilogrammi di rifiuti. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, dal 2008 al 2019 è stato registrato un raddoppio, passando da 9,9 milioni di tonnellate a 18,5.
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