Il Parlamento Europeo ha approvato lo stop alla vendita di auto a benzina, diesel e gpl a partire dal 2035
Clima e inquinamento sono gli attuali temi portati all’attenzione dei cittadini e all’ordine del giorno nelle discussioni nazionali e mondiali. La recente Cop26, con la firma del Patto per il clima di Glasgow, aveva già posto le basi per un impegno internazionale volto a risolvere l’emergenza climatica. Sono però necessarie ulteriori misure e una di queste è arrivata ieri quando con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea è ha dato il suo assenso allo stop alla vendita di auto a benzina, diesel e gpl a partire dal 2035.
Verso un futuro di neutralità climatica
Quello approvato è solo uno dei punti fondamentali del pacchetto Fit For 55 della Commissione europea. Il piano di riforme di Bruxelles ha lo scopo di tagliare del 55% le emissioni di anidride carbonica e raggiungere così la neutralità climatica entro il 2050, ovvero zero emissioni nette.
Il testo approvato farà ora tappa negoziale per le trattative che il Parlamento deve condurre con il Consiglio e la Commissione. Eurocamera e Consiglio saranno poi chiamati a un via libera pro-forma di cui però non sono ancora chiare le scadenze di quello che sarà un braccio di ferro istituzionale.
Bocciati invece gli emendamenti, proposti dal Ppe, che prevedevano di limitare la riduzione delle emissioni per le auto entro il 2035 del 90% invece del 100%.
Mobilità sostenibile: gli italiani e l’uso della bici, i dati Ipsos
Sì alla deroga per i piccoli produttori di auto
Se da un lato è stato detto un chiaro no all’attività di vendita di auto a benzina diesel e gpl dal 2035 dall’altro la plenaria dell’Europarlamento ha dato invece il consenso al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l’anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). Passato quindi il cosiddetto “salva Motor Valley“.
Tale emendamento era stato presentato allo scopo di salvaguardare la produzione di supercar nella Motor Valley dell’Emilia Romagna. Ed è stato così firmato dagli eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti con l’obiettivo di prolungare la deroga alle regole Ue sugli standard di emissione della CO2 di cui già oggi beneficiano i produttori di nicchia.
Obiettivo impatto climatico zero entro il 2030: le 9 città italiane scelte dall’Ue
L’Europa punta all’elettrico
Le emissioni derivanti dalle auto a benzina diesel e gpl sono ormai ben note. Ridurre tali numeri diventa così il principale motivo per cui a partire dal 2035 l’Europa vuole vendere solo nuovi veicoli elettrici. Anche se il problema dell’inquinamento nelle città europee non deriva soltanto dalle automobili evitare la circolazione di quelle che comportano maggiori emissioni è sicuramente un passo molto importante per contrastare la crisi climatica.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Sebbene sia il riscaldamento domestico il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico a livello globale anche le automobili hanno un ruolo importante. Nel nostro paese i dati Ispra dicono che: i gas serra provengono dal 69% da auto, dal 25% dal traffico merci, dal 3% da autobus e altrettanto dalle due ruote. In pratica il settore dei trasporti in Italia, che risulta uguale alla media europea, è responsabile di un quarto delle emissioni gas serra. In percentuale si stima che il 92,6% delle emissioni è prodotto proprio dal trasporto su strada.
- Come prevedibile nel tempo questi valori sono andati aumentando. Il trasporto sulle strade italiane ha mostrato un aumento delle emissioni di gas serra del 3,9% se confrontato con i valori rilevati nel 1990. Questo rappresenta il 23,4% delle emissioni nazionali totali di CO2 equivalente.
- In termini numerici un utilitaria media alimentata a diesel che percorre in un anno 20 mila chilometri produce 1.840 chilogrammi di anidride carbonica. Mentre lo stesso veicolo con i medesimi parametri, ma alimentato a benzina, produce 2.160 chilogrammi di anidride carbonica all’anno.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it