Secondo l’indagine condotta dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, in Italia la tipologia più affitta è il bilocale con il 39,7% delle scelte, seguita dal trilocale con il 32,3%. Anche nel 2020 e nel 2019 bilocali e trilocali sono state le tipologie più affittate a livello nazionale.
Nel primo semestre del 2021 i canoni di locazione sono rimasti invariati sui monolocali. Hanno invece evidenziato dei lievi aumenti sui bilocali e sui trilocali, dello 0,4% e dello 0,3%. Dopo un 2020 caratterizzato da canoni in calo in seguito all’emergenza sanitaria, allo smart working ed alla didattica a distanza, il 2021 ripropone un andamento positivo in linea con quanto accaduto negli anni pre-covid a partire dal 2015.
Chi affitta preferisce il bilocale, aumenta il ricorso al transitorio
L’analisi dei contratti di locazione stipulati attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa, nella prima parte dell’anno registrano un 73,8% di affitti conclusi per scelta abitativa, un 22,4% di contratti stipulati da lavoratori trasfertisti ed un 3,8% di affitti legati agli studenti universitari. Rispetto al 2019 si evidenzia un calo della percentuale di contratti stipulati a lavoratori trasfertisti.
Milano, la città con la percentuale più alta di chi affitta per motivi di lavoro
Tra le metropoli, la città in cui è più alta la percentuale di chi affitta per motivi di lavoro è Milano (40,0%), a seguire Roma (22,5%).
Milano ha primeggiato anche negli anni precedenti, ma a partire dal 2020 ha segnato un ribasso di contratti stipulati con lavoratori trasfertisti. Nel 2019 infatti si superava quota 51% sul totale.
Anche a Roma si registra una contrazione delle percentuali di affitti a lavoratori trasfertisti, si passa dal 24,7% del 2019 all’attuale 22,5%. È evidente come lo smart working stia incidendo su questo segmento di mercato, soprattutto in città come Milano dove la componente legata al lavoro è sempre stata predominante.
I dati sui contratti stipulati
I dati sui contratti stipulati nella prima parte del 2021 vedono una contrazione dei contratti a canone libero (passati in due anni da 55,1% al 45,6%) ed un aumento del concordato (da 29,5% a 32,2%) e del contratto transitorio che aumenta da 15,4% a 22,2%. Questo risultato evidenzia l’aumento del ricorso a contratti più brevi. Tutti coloro che avevano acquistato una casa da destinare all’affitto turistico e che hanno deciso di collocarla sul settore residenziale, hanno optato per la formula del contratto transitorio per non vincolare l’immobile per troppo tempo e riaverlo a disposizione per ritornare agilmente allo short-rent appena i flussi turistici torneranno ai livelli standard. Interessante anche i dati sul contratto a canone concordato che potrebbe rivelarsi una buona soluzione per inquilini timorosi degli effetti del lockdown e proprietari che ottengono un vantaggio fiscale e una maggiore possibilità di sostenibilità del contratto grazie ai canoni calmierati.
L’analisi delle grandi città mostra come a Milano ci sia una netta prevalenza del contratto a canone libero (71,7%). A Roma è il contratto a canone concordato ad essere più utilizzato (71,0%).
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