Un grande progetto, all’insegna della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente quello del Villaggio Olimpico Milano – Cortina 2026. Parte del piano comprende il quartiere di Porta Romana, a Milano, come proiezione post-olimpica.
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Villaggio Olimpico 2026: i principi e il progetto
È stato bandito un concorso internazionale per l’appalto progettuale, gestito da COIMA SGR, con Covivio e Prada Holding, che ha selezionato lo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill (SOM).
L’idea di base è proprio quella di creare una struttura che rispetti i requisiti Nearly Zero Energy Building. Questo significa che il Villaggio Olimpico comprenderà:
- pannelli solari;
- giardini pensili;
- sistema di raffreddamento passivo;
- materiali sostenibili e riciclabili.
Il Villaggio Olimpico Milano-Cortina 2026 comprende anche lo scalo ferroviario di Porta Romana. Questo significa che il quartiere verrà trasformato in un centro urbano, con nuovi modelli strutturali, a servizio sociale.
Il partner di SOM, Colin Koop, lo commenta così: “dopo le Olimpiadi, il Villaggio Olimpico di Porta Romana diventerà un quartiere vivace e autosufficiente costruito attorno ai principi di equità sociale, sostenibilità ambientale, benessere e inclusività.
Il villaggio adotta il ritmo del paesaggio urbano della zona, creando un blocco urbano poroso, con una varietà di spazi pubblici che migliorano la già vibrante vita milanese”.
Il piano sostenibile del Villaggio Olimpico 2026 a impatto zero
La pianificazione del progetto è davvero complessa. Gli edifici ricorderanno quelli storici di Milano, più contemporanei e scenografici.
Grandi terrazze, pareti verticali green e fattorie alimentari locali, sono alcune delle idee integrate in questo progetto. L’intera struttura è pensata per divenire una città sostenibile e intelligente.
Difatti, l’acqua piovana verrà riutilizzata, evitando lo spreco di quella potabile e riducendo anche l’anidride carbonica, sia per il riscaldamento che per il raffreddamento.
Il Villaggio Olimpico è, di fatto, compreso nel Masterplan di Porta Romana, il quale vede una riqualificazione urbana e sociale dell’area. Più spazi pubblici e verdi, orti e serre, spazi di co – working. Ovviamente eco-sostenibili.
Manfredi Catella, fondatore e CEO di COIMA, lo spiega così: “il Villaggio Olimpico 2026 rappresenterà un nuovo laboratorio urbano per Milano, il primo ad essere progettato e realizzato nella sua configurazione futura con spazi, funzioni e materiali già pensati per la loro conversione, rispettando i principi NZEB.
Il quartiere integrato sarà gestito attraverso una piattaforma digitale evolutiva simile a quella in sperimentazione presso la Biblioteca degli Alberi Milano di Porta Nuova. Il progetto rappresenta il nostro impegno per la rigenerazione sostenibile del Paese”.
Infine, le case degli atleti, post Olimpiadi, si convertiranno in case studentesche, mentre gli ulteriori edifici periferici saranno resi accessibili come alloggi. Per quanto riguarda la Olympic Village Plaza, si avrà una piazza pubblica con tanto di attività commerciali limitrofe.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Le strategie di costruzione sostenibili, assicurano la produzione in loco di oltre il 30% dell’energia utilizzata.
- Il Villaggio Olimpico verrà consegnato a luglio del 2025 e potrà ospitare 1.300 atleti.
- Oltre agli spazi verdi, si prevede la trasformazione di due strutture storiche e la creazione di sei nuovi edifici residenziali per gli atleti.
- Per il concorso di architettura hanno partecipato 27 raggruppamenti formati da 71 studi di 9 nazionalità diverse.
- La superficie del villaggio degli atleti delle Olimpiadi Invernali 2026 sarà di circa 60.000 mq.
- Più del 30% dell’energia sarà prodotta grazie all’installazione di impianti solari termici e fotovoltaici; le acque meteoriche saranno raccolte e riutilizzate, con una riduzione dell’uso di acqua potabile di oltre il 50% e una riduzione di anidride carbonica del 40% per riscaldamento/raffrescamento. Fonte dati: COIMA.
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