Lo smart working detta le scelte immobiliari degli italiani

Tassi di interesse

La pandemia di Covid-19 ha modificato fortemente le nostre abitudini e la nostra quotidianità, a partire dallo svolgimento dell’attività lavorativa. Non recarsi più in ufficio ma lavorare in smart working da casa propria sta facendo mutare anche il mercato immobiliare. Vediamo come.

Lo smart working detta le scelte immobiliari degli italiani

Durante il lockdown circa un terzo del lavoratori dipendenti in Italia lavorava da remoto. Si stima che anche dopo l’emergenza sanitaria lo smart working coinvolgerà 5,3 milioni di persone. In questo scenario gli italiani concepiscono lo stare in casa in maniera molto diversa rispetto a prima. La casa è il luogo in cui, oggi, si passa più tempo in assoluto e per questo vengono richiesti maggiori comfort.

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Smart working e fuga dalle grandi città

Se in epoca pre-Covid si registrava un vero e proprio riversamento nelle grandi città, che da sempre offrono maggiori opportunità lavorative, adesso si è in netta controtendenza. Tutta colpa dello smart working. Ora che non ci si reca più in ufficio, ma si lavora da remoto, vivere in città può risultare soffocante.

Il concetto è semplice: se devo lavorare da casa, lontano dall’ufficio, che importa quanto sia lontano. Anzi ben venga il “lontano dai rumori, lontano della vita frenetica, lontano dal traffico”. Partendo da questo presupposto la tendenza, già avviata, si sta spostando verso il vivere in piccoli paesi, magari in aree interne, dove non mancano ampi spazi o giardini.

Smart working: il suo effetto sulla mente

L’analisi del Res Day

Un’analisi fatta per il Res DayReal estate strategies“, e dedicata alla situazione del patrimonio immobiliare dopo un anno di emergenza da Covid-19, afferma che a cambiare sarà il comparto immobiliare in toto. Non solo le abitazioni ma anche gli stessi uffici.

Lo smart working, insieme alla pandemia, faranno così allargare le abitazione e ridurre, invece, lo spazio fisico prima dedicato agli uffici. Stiamo assistendo quindi a una ridistribuzione degli spazi con la rivalutazione delle piccole città.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Tra le preferenze degli italiani rimane il trilocale con un 40,5% delle richieste, seguito dal quadrivani con un 24%.
  • È stato stimato che il valore immobiliare si è ridotto dello 0,5% rispetto al 2019.

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