Nearworking: tra ufficio e smart working. L’idea del Comune di Milano

Nearworking: tra ufficio e smartworking - come funziona

Nearworking: tra ufficio e smart working. Ecco l’idea del Comune di Milano. Spazi di proprietà del Comune o convenzionati a disposizione dei dipendenti che lavoreranno da remoto. Il tutto vicino a casa.

Bonus smart working: svariati vantaggi per chi lavora da remoto

Il «Nearworking» è un’idea annunciata in via sperimentale dal Comune di Milano come lavoro di vicinato. Si tratta di un’alternativa allo smart working da casa. È quindi una terza opzione di lavoro che, per chi deve svolgerlo da remoto, potrebbe ridurre il senso di isolamento tra le mura domestiche e far trovare un luogo organizzato e lontano dal caos che potrebbe esserci in famiglia.

Nearworking: tra ufficio e smart working. Come funziona

La soluzione del «nearworking» è una prima bozza di un nuovo modello lavorativo indirizzato per la prima prova ai dipendenti comunali. È inserita nelle linee di indirizzo per l’attuazione di proposte orientate al decongestionamento del traffico approvate dalla Giunta comunale.

«Un nuovo modello di vivere e lavorare – spiega l’assessore alle Politiche del Lavoro del Comune Cristina Tajani – in una città a 15 minuti. L’obiettivo è quello di avvicinare il luogo di lavoro alla propria abitazione favorendo così lo sviluppo di quartieri non più dormitorio, ma con servizi e nuove attività commerciali con conseguente risparmio di tempo e di emissioni derivanti dagli spostamenti obbligati».

L’attuazione

Spazio quindi a «sedi di vicinato» dotate di wi-fi e spazi adatti per installare postazioni per pc. Possibilità anche di utilizzo di sedi aziendali appartenenti a società partecipate dal Comune di Milano. «La sperimentazione – aggiunge Tajani – si inserisce nel generale ridisegno dei tempi della città, dovuto all’emergenza Covid, ma rappresenta un modello valido in sé, da proporre anche al settore privato, utile a migliorare la vita della città e la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro per i singoli individui».

Nei prossimi giorni verrà realizzata una cabina di regia che porterà il Comune a interfacciarsi con tutte le società partecipate e con le principali associazioni datoriali.

Smart working, idee salvaspazio: dall’asse da stiro al divano

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Lo Smart Working è già una realtà nel 58% delle grandi imprese, ma rallenta la crescita. Aumenta al 12% tra le PMI, che prediligono un approccio informale (18%). Raddoppiano i progetti delle PA (16%), ma con iniziative ancora limitate in termini di persone coinvolte.
  • Il 76% degli smart worker è soddisfatto del proprio lavoro, contro il 55% degli altri dipendenti. Uno su tre è pienamente coinvolto nella realtà in cui opera, rispetto al 21% di chi lavora in modalità tradizionale.

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