Turismo, cultura e agroalimentare agli Stati Generali

Giuseppe Conte

Lo scorso 18 giugno agli Stati Generali di Villa Pamphili si è parlato di turismo, agroalimentare e cultura, tre settori fortemente collegati.

Il premier Conte ha incontrato, rispettando sempre le norme anticovid ancora in vigore, i rappresentanti delle varie sigle dei settori. Sicuramente tutti sono estremamente preoccupati per come potranno andare le cose in questa stagione estiva

Le ingenti perdite dovute alla pandemia non potranno essere recuperate a breve e di certo non quest’anno, ma ci sono margini affinché si possa per lo meno recuperare qualcosa. È quello che in sostanza affermano tutti i rappresentanti delle sigle intervenute a Villa Pamphili; ognuna ha dato i propri suggerimenti, vediamo quali sono.

Coldiretti

La Coldiretti, tramite il suo presidente Ettore Prandini, sottolinea la perdita di 12 miliardi di euro dovuta all’emergenza covid, a causa del taglio delle esportazioni e della chiusura di bar, ristoranti e alberghi.

Più della metà delle imprese agricole ha avuto un drastico calo dell’attività, fino ad arrivare all’azzeramento degli agriturismi. Per contro Prandini afferma che nel comparto agricolo ci sono, per i lavoratori in difficoltà, 200 mila posti di lavoro disponibili, quelli non occupati dalla mano d’opera straniera che quest’anno non è arrivata per il blocco delle frontiere. Può essere considerato un segnale positivo, anche se si scontra con la ovvia mancanza di professionalità per chi viene da altre esperienze lavorative.

Confagricoltura

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha posto invece il focus del suo intervento sulla questione fiscale. Per la ripresa economica è necessario ridurre l’Iva sui prodotti agricoli e il cuneo fiscale sul lavoro, in modo da far ripartire i consumi. Giansanti ha inoltre precisato che le risorse messe a disposizione dall’Europa dovranno servire per avviare un cambiamento dell’economia, basato sull’aumento della competitività.

Cia-agricoltori

La Cia-Agricoltori vuole che l’agricoltura sia al centro del rilancio economico. Il presidente Dino Scanavino ha ricordato che il settore, durante il lockdown, è stato il motore portante dell’economia, garantendo l’approvvigionamento di beni alimentari. Deve quindi essere messo al centro del rilancio economico, al centro di un progetto che vada oltre opportunismi e rivendicazioni e avanzi secondo una visione chiara e di lungo periodo.

Alleanza Coop

Alleanza Coop che raggruppa circa un quarto delle imprese del settore, per bocca del suo presidente Giorgio Mercuri, pone l’accento sul taglio della burocrazia e sul favorire l’esportazione. Accelerazione dell’erogazione delle risorse, tempi più snelli e procedure semplificate, sono le richieste di Alleanza Coop. Mercuri sottolinea che c’è bisogno di un rinnovamento nelle infrastrutture sia fisiche sia digitali; bisogna farsi conoscere di più e meglio, soprattutto all’estero.

Federazione Italiana Pubblici Esercizi

È stata poi la volta della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che ha messo in luce l’esigenza di una regia unica per il comparto della ristorazione. La situazione attuale vede infatti le competenze del settore spalmate su tre Ministeri; Sviluppo Economico, Agricoltura e Turismo. Questo è frutto di una legge del 1991, ma le cose in quasi trent’anni sono cambiate e le esigenze di mercato non sono più quelle. occorre quindi una regia unica che sappia migliorare il settore favorendo la trasformazione digitale, investendo sul capitale umano e rafforzando gli elementi strategici collegati alla filiera dell’agroalimentare e del turismo.

Un cauto ottimismo per il settore turistico

Nel pomeriggio Conte, insieme al Ministro Franceschini, ha incontrato le delegazioni del comparto del turismo e cultura. Tutti concordi nel dire che questa sarà la peggior estate degli ultimi vent’anni, ma Conte non ha nascosto un cauto ottimismo, dicendo che comunque si andrà in vacanza e in Italia, dove abbiamo tante ricchezze e bellezze e valorizzarle sarà il nostro compito di italiani.

Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, ha ricordato alcune cifre: 13 milioni di viaggiatori in meno, un calo, nei tre mesi estivi, di 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti. Tradotto in soldi, un calo di 3,2 miliardi di euro che ricadranno per il 52% sull’extralberghiero e per il 48% sull’alberghiero. Le proposte: estensione e sburocratizzazione per le pratiche di cassa integrazione, istituzione di zone franche per viaggiatori e imprese, laddove si viene più colpiti per la mancanza del turismo estero, rilancio basato sulla digitalizzazione e sulla revisione del tax-credit per le ristrutturazioni.

Confturismo

Per Lino Enrico Stoppani, rappresentante di Confturismo, sigla di settore di Confcommercio, serve un nuovo modello per il turismo. Bisogna riprogettare un settore che dà lavoro al 15% della mano d’opera attiva e che costituisce il 13% del Pil. Le linee di intervento sono: una nuova governance del settore che elimini i conflitti fra Stato e Regioni, contrastare l’abusivismo, riqualificare l’offerta turistica mettendo in campo tax-credit, voucher e comunque incentivi economici per le imprese, maggior sviluppo del digitale con il miglioramento delle infrastrutture e infine maggior interconnessione fra i bacini di destinazione per aumentare la permanenza e la destagionalizzazione. Stoppani conclude dicendo che tutto questo serve adesso, perché tempo non ce n’è più.

Quale turismo ci aspetta quest’Estate?

Associazione Terranostra – Campagna  Amica

Per il settore agrituristico si è espressa l’associazione Terranostra – Campagna Amica, che fa parte della Coldiretti. Dopo il boom del 2019, l’agriturismo si è trovato a dover affrontare un buco da un miliardo, dovuto all’azzeramento dell’attività. Sono mancati gli stranieri che costituiscono il 59% delle presenze, sono mancate le fattorie didattiche per la chiusura anticipata delle scuole e sono mancati gli eventi come cresime, comunioni e matrimoni per il blocco delle cerimonie religiose.

Confindustria Alberghi

Confindustria Alberghi lamenta invece il poco spazio messo a disposizione dagli Stati Generali per il settore turistico. Nella nota inviata, si sottolinea il disappunto per aver previsto solo un’ora con accesso contingentato per un settore che è il più colpito e che costituisce una componente importante del sistema economico del paese. Le proposte illustrate nella nota riguardano la necessità di un taglio immediato ai costi del lavoro che dia la possibilità della riapertura e della piena occupazione. Le aziende vanno accompagnate in questo periodo di ripartenza. In prospettiva c’è bisogno di un rinnovamento per fronteggiare la forte concorrenza estera, anche se l’Italia parte da una posizione di leadership del settore.

Federalberghi

Federalberghi pone l’accento sul bonus-vacanze. Secondo una stima il 52% degli Italiani che andranno in vacanza, utilizzerà il bonus-vacanze. Del bonus-vacanze si sa già tutto e la maggior parte sa come funziona. Federalberghi si sta quindi attivando per stilare un elenco delle strutture che accetteranno il bonus e a breve questo elenco sarà consultabile sul portale dell’associazione. Infatti, una struttura è libera di accettare o meno il bonus-vacanze, anche se francamente non lo riteniamo giusto.

Proposto il bonus vacanze: davvero serve a incentivare la ripresa del turismo?

Consideriamo infatti che la struttura a fronte dello sconto praticato al cliente, ha la possibilità di cedere il suo credito di imposta a terzi, recuperando in questo modo la liquidità di cui ha bisogno. Questo grazie ad un protocollo d’intesa fra Federalberghi e Abi, l’associazione delle banche.
Federturimo Confindustria, tramite la neoeletta presidente Marina Lalli, mette in evidenza il rischio chiusura definitiva per una percentuale di imprese fra il 20 e il 30%, che diventa addirittura il 70% se ci si riferisce alle agenzie di viaggio. Sarà decisivo il mese di settembre, ma senza interventi come interventi a fondo perduto, moratorie su imposte e tasse e strumenti di integrazione salariale, per molte imprese non ci sarà futuro.

Associazione Italiana Editori

L’ultimo intervento è stato dedicato alla cultura. Il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Riccardo Franco Levi, ha affermato che per un’Italia migliore occorre far crescere conoscenza, cultura e istruzione. Si tratta quindi di sostenere e promuovere la lettura, perché in Italia, specie nel Mezzogiorno, si legge poco. Le proposte dell’AIE riguardano quattro punti. Il primo è l’acquisizione di biblioteche di pubblica lettura, cosa che il Governo ha in parte fatto, stanziando 30 milioni. Il secondo punto è un buono libri per famiglie con bambini all’inizio del percorso scolastico. Il terzo punto un pacchetto di aiuti alle librerie fisiche, già iniziato con 10 milioni per il tax-credit delle librerie. Infine, un altro pacchetto di aiuti ai piccoli editori a sostegno di quella che si chiama ‘bibliodiversità.

In copertina: il Primo Ministro Italiano Giuseppe Conte – foto di  Alexandros Michailidis su shutterstock

Il turismo enogastronomico tra passato, presente e futuro

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

 

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