Oggi 20 maggio è la terza Giornata mondiale delle api
La giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in seguito alla proposta della Slovenia e di numerose associazioni apistiche internazionali.
L’ape è la specie più efficiente e utile tra gli insetti impollinatori, che contribuiscono alla produzione di oltre il 75% delle coltivazioni dedicate al nutrimento umano: dall’attività di impollinazione dipende, infatti, la gran parte della produzione globale di cibo e quindi le api sono in cima alla piramide degli animali più rilevanti per la sopravvivenza del Pianeta.
Il calo della popolazione di insetti pronubi, tra cui le api, metterebbe quindi a rischio la sicurezza alimentare e la nutrizione globale. Da molti anni si parla del loro declino che, secondo la FAO, sarebbero soggetti a livelli di estinzione molto preoccupanti, a causa del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dell’uso intensivo di pesticidi in agricoltura.
Prima della giornata mondiale delle api: il lockdown
Le restrizioni che hanno messo in pausa una serie di pratiche dannose per gli insetti, hanno sostanzialmente creato un mondo più amichevole per le api selvatiche. Il blocco dovuto al Covid-19 ha contribuito a invertire il forte declino della popolazione di api.
Le api sono state favorite in questo periodo per diversi motivi. Come hanno spiegato alcuni scienziati alla BBC, i due più importanti sono che tra gli effetti positivi del lockdown vi è stata la significativa riduzione dell’inquinamento atmosferico ma anche la riduzione degli spostamenti in auto. Senza smog, le api possono sentire più facilmente i profumi che emettono i fiori e vengono indirizzate alle piante da impollinare.
Inoltre, come ha dichiarato Mark Brown, professore di ecologia evolutiva alla Royal Holloway, Università di Londra, maggiori spostamenti in auto mettono a rischio la sopravvivenza di un gran numero di api. “Meno macchine sulle strade significano anche altri benefici per le api. È probabile che il numero di morti tra le api diminuisca man mano che diminuiscono i viaggi in auto durante il blocco. Uno studio del 2015 condotto da ricercatori canadesi ha stimato che ogni anno 24 miliardi di api e vespe vengono uccise dai veicoli sulle strade del Nord America”.
Bisogna poi considerare che, sempre a causa delle restrizioni, molti hanno smesso di fare manutenzione ai bordi delle strade e le api hanno anche potuto usufruire di zone che solitamente frequentano poco trasformarsi in habitat lussureggianti perfetti per le loro esigenze.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo e tu?
- C’è da sottolineare però che tale ripresa delle api non significa che sia un buon momento per il miele. Gli apicoltori e gli agricoltori sono in difficoltà a causa delle restrizioni ai viaggi imposte dalla pandemia. Gli apicoltori commerciali in Canada e in molti paesi europei dipendono fortemente dai lavoratori stagionali e dall’importazione di api regine da tutto il mondo per rifornire le loro colonie e per lunghi mesi sono stati praticamente bloccati.
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