Parliamo del fondatore di Alibaba che insieme ad altri imprenditori si sono mossi per sostenere i paesi più colpiti dalla pandemia: Italia tra i primi.
Questo è il momento di agire, e sono molte le iniziative messe in campo da aziende straniere che stanno orientando fondi e materiale sanitario all’Italia durante questi drammatici giorni con il coronavirus.
Tra le prime aziende ad attivarsi negli aiuti la Xiaomi, multinazionale cinese della telefonia, attraverso la Fondazione Jack Ma, cofondatore di Alibaba (il sito concorrente di Amazon su terreno cinese), ha spedito a Roma numerosi kit per diagnosi rapide e mezzo milione di mascherine.
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“La pandemia che affrontiamo oggi non può più essere risolta da nessun singolo paese”, ha detto Ma in una dichiarazione pubblicata su Twitter. “Non possiamo battere questo virus a meno che non eliminiamo i confini delle risorse e condividiamo il nostro know-how e le lezioni guadagnate duramente”. Gli Stati Uniti sono rimasti indietro rispetto agli altri paesi per testare il coronavirus.
Il contributo di Ma non si ferma qui: egli stesso ha annunciato che donerà 500.000 kit di test per il coronavirus, e un milione di maschere agli Stati Uniti, auspicando nel frattempo la cooperazione internazionale per combattere la crisi sanitaria in corso.
Through a donation of 500,000 testing kits and 1 million masks, we join hands with Americans in these difficult times. pic.twitter.com/tGviVhC6Gx
— Jack Ma Foundation (@foundation_ma) March 13, 2020
Credits Photo: Foundations World Economic Forum / CC BY (https://creativecommons.org)
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Jack Ma ha avviato Alibaba nel 1999 e ha contribuito a farla diventare un’azienda da 420 miliardi di dollari.
- Ma è una tra le persone più ricche del pianeta. 55 anni appena compiuti, si trova al 21° posto nella lista degli uomini più ricchi, con un patrimonio netto stimato di 39 miliardi di dollari.
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