Tecnologia e disabilità: come i robot aiutano i bambini disabili

robot e disabilità

Quando tecnologia e disabilità vanno di pari passo, i risultati possono essere sorprendenti.

Dall’orango di peluche che invita a prendersi per mano e fare un girotondo a una morbida palla di pelo bianco che insegna ad associare i colori: si tratta di giocattoli che aiutano in maniera significativa i bambini affetti da disabilità.

C’è anche il bidone intelligente che è felice se riceve i rifiuti giusti o una coda di peluche che si adagia intorno al collo e fa le fusa come un gatto.

Si tratta di nuovi giocattoli robotici inclusivi per bambini con disabilità cognitive, sviluppati nell’ambito del progetto ‘Playbot4all’ dai ricercatori dell’Airlab del Politecnico di Milano, ora stabilitosi nei nuovi spazi dello storico edificio ‘Carlo Erba’ insieme ai laboratori Merlin, Nearlab e Move.

Tecnologia e disabilità: l’AI aiuta i sistemi sensoriali

“L’esperienza di gioco è importante per lo sviluppo delle capacità cognitive dei bambini e i robot permettono di creare esperienze di gioco accessibili a tutti, superando limiti che spesso si trovano nei giochi disponibili sul mercato”, spiega Andrea Bonarini, a capo del gruppo di ricerca Airlab. I robot di questo laboratorio “sono giochi reattivi dotati di sistemi di intelligenza artificiale che servono, per esempio, a rielaborare gli stimoli sensoriali” come il tocco impresso dalla mano del bambino.

Il team di Bonarini sta lavorando anche a reti neurali in grado di capire come il bambino muove il giocattolo, per “poter poi prevedere se lo sta per lanciare con un’azione pericolosa che lo stesso pupazzo può invitare a non compiere”.

Questi giochi inclusivi sono stati sviluppati in collaborazione con operatori di diversi centri di assistenza per disabili, “ma in futuro potrebbero far divertire tutti i bambini, senza alcuna distinzione”, conclude Bonarini.

Quanti bambini ci sono in Italia?

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Le tecnologie possono migliorare le condizioni dei disabili nella prevenzione di malformazioni genetiche, nella riabilitazione e nel raggiungimento della piena inclusione sociale. Le cosiddette tecnologie assistive possono compensare specifiche disabilità, innate o acquisite, e sono ampiamente utilizzate come uno strumento riabilitativo e di compensazione delle abilità residue.

TI È PIACIUTO L’ARTICOLO?  ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA

Per altre curiosità e informazioni continuate a seguirci su www.habitante.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts