50 anni fa sbarcammo sulla Luna

||Samantha Cristoforetti

50 anni fa, alle 22.17 italiane del 20 luglio 1969, Apollo 11 toccava il suolo lunare. E alle 4.56 il comandante Neil Armstrong diventava il primo uomo a passeggiare sulla Luna.

Lo seguì a breve il collega Buzz Aldrin, mentre Mike Collins rimase in orbita ad aspettare per riportarli a Terra. In tutto la missione durò 21 ore e 36 minuti. Porterà sulla Terra le 339 fotografie a colori che ancora oggi tutti conosciamo scattate dagli astronauti come quella iconica che ha mostrato per la prima volta la Terra che sorgeva all’orizzonte di un altro astro.

Se desiderate  rivivere quell’avventura collettiva che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell’esplorazione spaziale provate questo incredibile sito web  “Apollo 11 in Real Time”, un’esperienza interattiva  che in  tempo reale vi riporta dall’inizio alla fine del primo atterraggio sulla Luna. È stato realizzato da materiale storico,  filmati d’epoca (dalle TV, dal controllo missione di NASA e dalle telecamere di bordo), oltre 2.000 fotografie, audio originali e dati sui campioni di “astromateriali” raccolti dagli astronauti.

Pochi sanno che ci furono altre missioni, 6 in tutto, Apollo 11, 12, 14, 15, 16 e 17 dal 1969 al 1972. Per un totale di 12 astronauti che hanno camminato sulla superficie della Luna, tutti statunitensi.  La missione Apollo 13 non si posò sulla Luna per il celebre incidente celebrato anche nell’omonimo film diretto da Ron Howard. Le successive missioni previste Apollo 18, 19 e 20 furono annullate per un taglio alle spese da parte del Governo americano.

L’ultimo uomo a camminare sulla Luna è stato Eugene Cernan, il 7 dicembre 1972, con la missione Apollo 17. Da allora nessun altro uomo è mai tornato sul suolo del nostro satellite, anche se le missioni sono continuate nel 1990 con la prima missione giapponese, Hiten, seguita nel 1994 dalla statunitense Clementine. Nel frattempo sono state compiute altre grandi imprese: Tra gli anni 80 e il 2011 lo Space Shuttle ha permesso di costruire la più grande struttura mai vista nell’orbita bassa della Terra: la Stazione Spaziale Internazionale.

A cosa serve andare nello spazio?

E una domanda ricorrente e legittima. Per esempio tutte le missioni sulla Luna dal 1969 al 1972 sono costate circa 25 miliardi di dollari. Se pensate che sia una grande cifra, dovete sapere che le spese militati della sola Italia nel 2009 sono state ben più alte 44 miliardi di euro mentre gli Stati Uniti 663 miliardi. L’investimento dunque in spese di ricerca spaziali civili è inferiore a un millesimo rispetto a qualsiasi altro investimento militare.

Consideriamo poi che le sole missioni lunari hanno portato allo sviluppo di  6.300 nuovi prodotti, dai trapani senza filo al velcro, dai telefoni cellulari al wi-fi (lo utilizzò Armsgtrong e Aldrin per comunicare con il Lem). Il tutto coinvolgendo 60mila scienziati e ingegneri, 400mila persone e 20mila aziende.

La Nasa pubblica ogni anno un report di circa 200 pagine con le decine e decine di applicazioni, una più interessante dell’altra.

Ogni euro investito nelle attività spaziali ne dà 11 di ritorno economico ai Paesi che partecipano.

Pensiamo comunque che le missioni spaziali impegnano Paesi come gli Stati Uniti e l’Italia.  Terzo finanziatore dell’Agenzia Spaziale Europea e prima per numero di astronauti (quattro) dell’attuale European Astronaut Corps, l’Italia è uno dei pochissimi paesi al mondo a disporre di una filiera di prodotto completa nel settore.

Il contributo dell’Italia nello Spazio

Nel 1964 fu proprio l’italiano Luigi Broglio, professore di Mestre ad avere la responsabilità del vettore che lancerà San Marco 1, una sfera di 66 centimetri con all’interno uno strumento per rilevare la densità atmosferica.

Da quel momento, prima nazione a farlo in autonomia dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, l’Italia entrerà nello spazio. A 54 anni da allora, le attività oltre l’atmosfera muovono 383,5 miliardi di dollari a livello globale. Secondo Morgan Stanley è un valore che triplicherà entro 20 anni. In Italia, le circa 250 imprese del settore danno lavoro a 6300 persone (+3% degli occupati dal 2014) e nel 2017 hanno prodotto un fatturato di 1,9 miliardi di euro.

Nel solo Piemonte, ad esempio, sono 400 aziende che lavorano a vario titolo nel settore dell’aerospace. E l’intero comparto possiede un giro d’affari annuo stimabile intorno a 2 miliardi di euro. Con noti – Leonardo, Agusta Westland, Avio Aero, Avio, Piaggio Aero, Thales Alenia Space, Altec come “prime contractor” in  programmi europei e internazionali.

Per capire l’importanza in termini economici, l’Agenzia Spaziale Italiana ha realizzato il catalogo “Italian Space Industry 2018” che insieme alla Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese Italiane (ICE), in collaborazione con le Associazioni nazionali AIAD, AIPAS e ASAS offre uno spaccato delle aziende italiane coinvolte.

Lo Spazio costituisce una leva di traino per l’intera economia. Gli studi confermano che genera 4 nuovi posti di lavoro per ogni impiego generato nell’industria spaziale

E anche gran parte della mole di lavoro non è minimamente percepita dal pubblico, tutti hanno seguito la nostra prima donna astronauta Samantha Cristoforetti che il 3 maggio 2015 ha sorseggiato il primo caffè espresso italiano nel cosmo. Due anni dopo Paolo Nespoli sorseggiò un “ISSpresso” in orbita. Si tratta della prima partnership commerciale aerospaziale in Europa (con Lavazza). Ma è solo uno dei tanti successi ottenuti dalla Argotec, una pmi innovativa a lavorare nel settore aerospaziale e fondata a Torino nel 2008.

Matteo Chinellato / Shutterstock.com

Ma l’Italia non sta mai ferma e continuiamo a collaborare con la Nasa per lo sviluppo del Lunar Orbital Platform-Gateway, la stazione in orbita cislunare con l’obiettivo di una base sulla Luna e prossimamente su Marte. L’Italia collabora anche con la Cina nella realizzazione della loro stazione spaziale internazionale.

Oggi il lancio di Luca Parmitano sulla Stazione Spaziale Internazionale

Marte e gli asteroidi saranno i prossimi grandi obiettivi dell’Agenzia spaziale italiana. Ma per ora cercheremo di seguire la missione di Luca Parmitano, che oggi lo riporterà sulla Iss, quando in Italia saranno le 18:28. È il primo comandante italiano di una missione spaziale, battezzata come uno dei film di Star Trek “Beyond”, la Expedition 60/61.

In copertina: Foto Shutterstock di Digital Images Studio

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo – E tu?

  • Buzz Lightyear, protagonista dei quattro film d’animazione della serie Toys Story,  è un omaggio a Buzz Aldrin, secondo uomo a mettere piede sul suolo lunare.
  • Neil Armstrong rischiò di morire morì poco prima del lancio dell’Apollo 11. Il 6 maggio del 1968, Armstrong scampò a un incidente quasi mortale con un Lunar Landing Research Vehicle. L’esperto aviatore della Marina USA si catapultò fuori dal veicolo prima che esplodesse in una palla di fuoco.
  • Il cognome da nubile della madre di Aldrin era “Moon”. La madre dell’astronauta si chiamava Marion Gaddys Moon prima di sposare Edwin Eugene Aldrin Sr. Purtroppo non vedrà mai il figlio camminare sulla Luna: si tolse la vita l’anno prima del lancio Apollo 11.
  • Il Presidente Richard Nixon era pronto al fallimento della missione. Nella sfortunata eventualità della morte degli astronauti dell’Apollo in missione, il Presidente Richard Nixon aveva un discorso preparato per le trasmissioni pubbliche.

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