Ristrutturazione bagno: agevolazioni fiscali e regole

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Guida pratica per la ristrutturazione del bagno. Ecco tutti i bonus fiscali e le normative da seguire.

Questo articolo si propone di chiarire le idee a tutti coloro che, spinti dai benefici fiscali derivanti dagli interventi di ristrutturazione, vorrebbero procedere a rinnovare la propria stanza da bagno.

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Servono autorizzazioni per ristrutturare il bagno?

La prima domanda che dobbiamo farci quando decidiamo di fare degli interventi di ristrutturazione in casa è se servono o meno delle autorizzazioni.

La normativa italiana prevede, infatti, una serie di regole legate agli interventi di modifica dei locali.

A tal fine è necessario distinguere tra attività di ordinaria e straordinaria amministrazione.

In riferimento al bagno, ad esempio, c’è una bella differenza tra un semplice intervento di restyling della stanza, che contempli ad esempio la tinteggiatura delle pareti o la sostituzione del mobile lavabo esistente con arredi più moderni, ed un progetto più ampio, che presupponga un intervento sugli impianti.

1 Manutenzione ordinaria

Nel primo caso, se si sostituiscono cioe’ i sanitari o si rinnovano i rivestimenti, si parla di manutenzione ordinaria e non è necessario richiedere alcuna autorizzazione preventiva trattandosi di attività di edilizia libera.

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2 Manutenzione straordinaria

Nel secondo caso, quando cioè si interviene con un progetto di ristrutturazione più complesso che comporta la modifica o sostituzione di tubature, impianti e massetto, diventano necessarie le autorizzazioni e per tale motivo occorre aprire una pratica CILA.

Tra le opere di manutenzione straordinaria, per cui è richiesta la CILA, è, infatti, elencata dal Decreto Scia 2 la “realizzazione e integrazione di servizi igienico sanitari”.

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Quali interventi beneficiano dei bonus fiscali?

Una volta compresa la distinzione tra interventi di ordinaria e straordinaria amministrazione è molto più semplice capire in quali casi si potrà beneficiare delle agevolazioni fiscali previsti dalla legge italiana per la ristrutturazione dei locali bagno.

Solo le attività di straordinaria amministrazione beneficiano, infatti, della detrazione fiscale per ristrutturazione.

La semplice sostituzione dei sanitari non consentirà, dunque, di accedere al bonus; ma sarà possibile usufruire dell’agevolazione se i sanitari vengono sostituiti in occasione di un rifacimento totale del bagno.

Lo stesso vale per la rimozione e sostituzione delle vecchie piastrelle con rivestimenti più moderni: potranno essere portate in detrazione solo se si inseriscono all’interno di un intervento che contempli anche attività di straordinaria amministrazione.

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Quali sono i bonus previsti?

Una ristrutturazione del bagno, che contempli anche lavori di manutenzione straordinaria, consente di ottenere gli stessi bonus previsti per le ristrutturazioni domestiche.

1 Bonus per ristrutturazione

In primo luogo, ristrutturando il bagno, sarà possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50%.

Per ottenere tale beneficio è necessario pagare con bonifici specifici per ristrutturazione, indicando il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita iva del creditore.

Qualora il rifacimento del bagno rientrasse in un più ampio intervento di ristrutturazione dell’intero appartamento, si dovrà tenere in considerazione che esiste un tetto massimo di spese che ammonta a 96.000 euro. Oltre tale cifra non si puo’ più beneficiare della detrazione del 50%.

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2 Bonus mobili ed elettrodomestici

Quando si ristruttura il bagno si beneficia anche del bonus per acquisto mobili ed elettrodomestici.

Tale bonus consente di portare in detrazione al 50% le spese legate all’acquisto di mobile ed elettrodomestici per il proprio locale bagno.

Per il pagamento della fattura è sufficiente utilizzare un qualsiasi mezzo tracciabile, come ad esempio la carta bancomat o quella di credito. Non è richiesto il bonifico per ristrutturazione.

Anche per il bonus mobili esiste un tetto massimo. Tale tetto è di 10.000 euro e non è obbligatorio spenderlo tutto in un anno: una volta aperta la pratica CILA sarà possibile usufruirne anche negli anni successivi.

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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?

– L’altezza minima di un bagno è di 240 cm

– Non tutti i comuni consentono di realizzare bagni ciechi, senza finestra.

– Il regolamento edilizio di ogni comune stabilisce le regole per la ristrutturazione dei bagni in quello specifico comune. A Milano, ad esempio, il bagno principale deve essere di almeno 3,5 mq, il secondo bagno deve avere una superficie di almeno 2 mq.

 

Claudia Sgalambro

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