Il Bibliomotocarro: dalla Basilicata la biblioteca su tre ruote che ha conquistato il mondo

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Se per le strade della Basilicata vi capita di avvistare un curioso tre ruote azzurro brillante, con tetto rosso, camino e una colorata libreria ben in vista, si tratta del Bibliomotocarro.

Al volante, il maestro in pensione Antonio La Cava che dopo 42 anni di insegnamento, si è assunto l’impegno di portare libri ai bambini dei paesi remoti di tutta la regione. Annuncia il suo arrivo con il suono di un organo, e i bambini, riconoscendolo, accorrono, incuriositi, come fosse un carro gelati. 

La sua missione educativa, il maestro La Cava la spiega così:

Richiamare l’attenzione sulla crescente disaffezione nei confronti del libro da parte, soprattutto, delle nuove generazioni, affascinate ed attratte sempre più dai nuovi mezzi di comunicazione di massa.

Ecco allora il Bibliomotocarro: un mezzo volutamente umile, dall’aspetto di una casa, perfetto per creare una dimensione di familiarità con i bambini, incuriosirli. La lentezza del tre ruote, storico simbolo d’italianità ormai desueto, la mescolanza tra vecchio e nuovo, la spontaneità sono elementi restituiscono un senso di profonda umilità che si traduce in vicinanza, umanità. Anche questi sono i valori intrinsechi che diffonde il maestro La Cava.

Un’idea semplice quanto rivoluzionaria ,che ha conquistato il mondo. Tanti gli articoli su riviste internazionali dedicati al Bibliomotocarro e altrettanti i rinconoscimenti, culminati con l’onorificenza al merito della Repubblica al maestro La Cava “per l’impegno profuso nel corso della sua vita nella promozione del valore della cultura”.

Con il suo “Bibliomotocarro” il maestro parte ogni volta da Ferrandina, piccolo comune in provincia di Matera. È qui, nel paese in cui è nato e vive che ha avuto inizio l’avventura on the road del maestro La Cava che ad oggi ha percorso più di 200mila i chilometri alla guida sulla sua insolita Ape Car 500.

Con ammirevole dedizione porta avanti la sua missione educativa, raggiungendo con il suo Bibliomotocarro bambini di tutta la regione, soprattutto piccole comunità che contano poche centinaia di abitanti, dove spesso non esistono biblioteche, nè librerie.

Non solo l’amore per la lettura ma anche quello per la scrittura è al centro della straordinaria storia del Bibliomotocarro. Insieme ai libri, infatti, il maestro porta con sé anche taccuini vuoti, affinché i bambini possano scrivere le proprie storie e condividerle con gli altri, talvolta anche comporne a più mani e farle leggere a ragazzi di paesi diversi.

La storia del Bibliomotocarro è un esempio straordinario e concreto di diffusione di cultura e di pedagogia innovativa, che parte dal basso, per raggiungere uno scopo nobilissimo e diffondere un messaggio poderoso ma allo stesso tempo cupo. Infatti la storia di Antonio La Cava fa riflettere anche sulle difficoltà della scuola di avvicinare i bambini alla lettura e sulla grave situazione di isolamento sociale e culturale presente in molte comunità del Sud Italia.

Per le foto si ringrazia il maestro Antonio La Cava, a cui va la nostra stima.

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Ada Maria De Angelis

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