Quando si è in procinto di ristrutturare il bagno uno dei dubbi più frequenti è l’altezza delle piastrelle. Le possibilità sono tante, quale sarà la migliore? Scopriamolo.
Quanto devono essere alte le piastrelle in bagno?
La normativa che in Italia fornisce indicazione in merito al rivestimento del bagno, e anche della cucina, è contenuta nel Decreto ministeriale Sanità del 5 luglio 1975. Questo stabilisce che il pavimento e le pareti del bagno devono essere “pulibili e sanificabili”.
Non viene, quindi, indicata una misura specifica cui attenersi. L’unica cosa certa è che in tale ambiente bisogna escludere tutte le vernici non lavabili, ovvero le classiche idropitture. In alcuni comuni i Regolamenti Edilizi possono riportare un’altezza minima del rivestimento, per questo si consiglia sempre di verificare se il proprio bagno può essere considerato a norma.
Altezza del rivestimento in bagno
Una volta apprese le “regole” da seguire è possibile decidere l’altezza, quindi la disposizione, delle piastrelle in bagno secondo le proprie esigenze. Ecco alcuni trend delle varie altezze del rivestimento con tutti i pro e i contro.
- Fino al soffitto. I rivestimenti moderni tendono a ricoprire interamente le pareti evitando, in questo modo, lo stacco tra piastrelle e muro bianco. Questa modalità rende l’ambiente estremamente lineare. In questo caso vengono usate piastrelle molto grandi, lastre lunghe da 2,40 a 3,20 m. Il vantaggio delle piastrelle fino al soffitto sta nella sua funzionalità: il muro è completamente protetto da umidità, muffa e sporco.
- All’altezza della porta. Ovvero rivestire entro un’altezza che va dai 2 ai 2,2 m. In questo caso si protegge quella parte di muro generalmente più soggetta a umidità. Quindi, se l’idea di rivestire interamente le pareti può sembrare eccessiva, optare per piastrelle che arrivino ad altezza porta è una valida alternativa.
- Metà altezza. Le piastrelle arrivano fino a un’altezza che va da 1,2 a massimo 1,5 m, la parte sopra può rimanere bianca o tinteggiata del colore che si preferisce. Nella doccia e dietro il lavabo il rivestimento dovrà, però, superare tale misura. Questa soluzione non è molto in voga in Italia, vista la tradizione ceramica, mentre è spesso usata nei Paesi esteri.
- Solo alcune pareti. Questa soluzione prevede il rivestimento solo dove risulta indispensabile, quindi la parete del lavabo e quella della doccia, lasciando da pitturare le altre. Anche questa tipologia di ambientazione è più apprezzata all’estero che in Italia.
- Niente piastrelle. Pavimentazioni e rivestimenti in resina o microcemento impermeabili consentono di evitare del tutto l’impiego delle piastrelle in bagno.
3 idee per disporre le piastrelle nel bagno
- Continuità tra pareti e pavimento. Le piastrelle, usate per esempio nella doccia o poste dietro al lavabo, possono essere alternate ai mattoni della pavimentazione. In questo caso si consiglia di scegliere un colore abbastanza neutro per la pavimentazione e giocare, invece, con vivaci piastrelle sul rivestimento delle pareti.
- Piastrelle esagonali. Questo tipo di rivestimento è molto scenografico e sofisticato. La sola forma delle piastrelle è di per sé decorativa e rende decisamente caratteristico l’intero bagno. Queste vengono generalmente usate sulla parete del lavabo e degli specchi.
- Disposizione a spina di pesce. Tornata in voga nell’ambito del parquet, la posa a spina di pesce è recentemente molto in uso anche per i rivestimenti. In questo caso le piastrelle dalla forma rettangolare sono lunghe e strette. Il gioco creato dalla loro disposizione dona un effetto dinamico all’ambiente.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- I bagni dei locali pubblici devo attenersi, oltre che al Regolamento Edilizio del Comune, anche alle indicazioni dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento.
- Nel mondo siamo oltre 7 miliardi di persone ma 2,6 miliardi di questi non dispone di adeguati servizi igienici.
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