Come arredare casa senza errori compositivi

I consigli dell'interior designer||||||

“Il tutto è diverso dalla somma delle singole parti”.
Kurt Koffka (1886 – 1941)

Per progettare correttamente uno spazio al fine di farlo risultare equilibrato e in ordine, è buona norma conoscere ed applicare le cosiddette “leggi della forma” o leggi della “Gestalt”  (dal tedesco Gestaltpsychologie, ‘psicologia della forma’ o ‘rappresentazione’), corrente psicologica degli inizi del XX secolo incentrata sui temi della percezione e dell’esperienza.

Creare un ambiente funzionale ed esteticamente gradevole sembrerebbe un compito banale, ma non è esattamente così

Poiché non vogliamo perderci in analisi teoriche, vediamo di illustrare subito i principali criteri della Gestalt analizzando il caso di studio proposto nell’immagine seguente: un ambiente domestico con duplice funzione di salotto e di sala da pranzo.

Immagine tratta dal sito pixabay.com

Fin dalla prima occhiata, ciò che cattura la nostra attenzione è il colore, che distingue perfettamente il salotto, caratterizzato dal colore blu, dalla zona pranzo, prevalentemente bianca. Questa percezione, subito evidente ad ogni osservatore, si basa sul principio della somiglianza, secondo cui la nostra mente tende naturalmente ad accomunare ciò che le appare simile, prima di tutto per colore, poi per dimensione ed infine per forma.

La separazione tra gli ambienti emerge anche per la legge della vicinanza: disporre le cose alla giusta distanza (o vicinanza) ci comunica ordine, fa emergere la funzione dei vari gruppi di elementi d’arredo e soprattutto fa sì che non li percepiamo come oggetti isolati, abbandonati o distribuiti in maniera casuale. Così, osservando lo spazio, percepiamo immediatamente che la zona pranzo è composta dal tavolo e dalle sedie, mentre l’ambiente di relax del salotto è costituito dal divano e dal tavolino da caffè.

Questo avviene perché il passaggio verso l’ambiente adiacente è posto in evidenza proprio dalla parete blu, che lo definisce, lo incornicia e lo porta alla nostra attenzione. Anche il cambio di texture del pavimento aumenta la divisine. Questo è un esempio della legge della chiusura, secondo cui le forme chiuse fanno emergere ciò che contengono, come accade per i quadri. La diversa pavimentazione dei due ambienti crea cioè una netta linea di separazione tra la zona pranzo, piastrellata, ed il salotto, con il parquet dai toni arancioni (che viene inoltre richiamato, ancora una volta per somiglianza, dal legno dei mobili).

Come dice un noto proverbio, non è tutto oro quello che luccica
Infatti, osservando meglio, emergono alcuni errori compositivi.

Nella zona pranzo, la lampada a muro non è correttamente centrata rispetto al tavolo, mentre nel salotto la pulsantiera bianca sul muro blu rompe l’equilibrio del pattern a strisce.

Immagine tratta dal sito pixabay.com

Anche cambiando visuale sulla stanza ci salta all’occhio qualcosa di stonato: le mensole non sono in alcun modo allineate rispetto agli elementi che determinano le linee ottiche da seguire, vale a dire le tende e l’arco di passaggio verso il corridoio. Ciò significa che nel disporre gli elementi all’interno dell’ambiente non è stata rispettata la legge della continuità di direzione.

Infine, si notano qua e là una serie di oggetti decorativi che paiono fuori posto, di colori che poco hanno a che fare col resto dell’arredamento e che di conseguenza finiscono per appesantire l’ambiente.

A questo punto la domanda sorge spontanea: in che modo questa stanza potrebbe essere migliorata?

È presto detto. Anzi, è presto visto.

Eliminando otticamente la pulsantiera, ossia adeguandone il colore alla parete di sfondo, centrando la lampada a muro rispetto al tavolo da pranzo e modificando la disposizione delle mensole e degli oggetti decorativi, il risultato è totalmente diverso.

Sfruttando i criteri della forma per apportare queste piccole variazioni, si ottiene un ambiente che acquista ordine ed armonia, al punto di sembrare addirittura più ampio ed arioso, mantenendo e anzi accentuando ancora di più il forte carattere dato dal contrasto cromatico tra le varie zone.

 

Pillole di curiosità –  Io non lo sapevo e tu?

  • Il fondatore del movimento della Gestalt, Max Wertheimer, fu amico di Albert Einstein e discusse a lungo con lui dei processi mentali che portarono all’elaborazione delle sue teorie relativistiche. Per approfondire.
  • Gaetano Kanizsa (1913-1993) è stato il maggiore gestaltista italiano assieme a Vittorio Benussi (1878-1927): “la proprietà di una parte dipende dal tutto nel quale è inserita”

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