Sport femminile, finalmente una legge per tutelarlo

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Un nuovo emendamento per equiparare lo sport femminile a quello maschile, con le dovute tutele sulle prestazioni.

Una svolta che ci voleva da tempo e che finalmente è arrivata. Ora le atlete donne vengono riconosciute come professioniste mediante un contratto ad hoc. Si tratta di un emendamento presentato dalla commissione Bilancio del Senato nella legge di bilancio che equipara le donne ai colleghi maschi, soprattutto in termini di tutele sulle prestazioni di lavoro sportivo.

Fino a questo momento la legge che regolava il professionismo sportivo era la 91/1981, che nel suo secondo articolo sottolinea che: “Sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi e i preparatori che esercitano l’attività sportiva […] regolamentate e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali, secondo le norme emanate dalle federazioni stesse”.

Una norma di quasi quarant’anni che, come twitta Sara Gama, difensore e capitano della nazionale italiana di calcio femminile, è solo un inizio. “Siamo professioniste oggi dopo questo? No. È l’inizio di una partita che va giocata con nuovi inserimenti e vinta? Sì. È nelle federazioni che si decide in merito allo status delle atlete e così sarà in Figc, dove discuteremo insieme ai nostri club. Troviamo insieme la via migliore per un obiettivo che oggi è più vicino”.

La paura è quella che le società dopo i tre anni garantiti dall’emendamento possano avere difficoltà a sostenerne i costi per la gestione delle professioniste.

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Foto di Jacob Lund su Shutterstock

Addentrandosi nella norma dello sport femminile

Nello specifico, la variante proposta dalla commissione del Senato vuole fornire aiuti per tre anni per il pagamento dei contributi alle atlete. Le federazioni sportive devono deliberare lo status giuridico in consiglio per le loro tesserate. Sono passaggi tecnici determinanti perché la legge, ora che è stata approvata dal parlamento, non resti lettera morta.

L’emendamento non riguarda solo gli sport di squadra ma le atlete di tutti gli sport di cui le federazioni di competenza siano disposte a concedere lo status alle proprie tesserate. I milioni stanziati dallo Stato per i prossimi tre anni saranno venti, quattro per il 2020 e otto per il 2021 e 2022 fino a un massimo di 8mila euro a stagione per atleta.

“Per far compiere il salto di qualità al calcio femminile c’è bisogno soltanto di rendere queste ragazze professioniste. Ciò tutelerebbe le ragazze ma anche le società”, dichiara Maurizio Ganz, ex calciatore e tecnico della squadra femminile del Milan.

Tocca anche alle federazioni, insieme allo Stato, creare le condizioni per poter far sì che le società sportive si mantengano. Solo quando queste condizioni saranno concrete e non utopiche, lo sport potrà esultare perché anche lo sport femminile sarà costituito da professioniste.

Le difficoltà per le atlete dello sport femminile

“Non è la parola professionista che crea un interesse mediatico ed economico intorno al nostro campionato”, spiega Fabrizio Ranieri direttore sportivo della Asd basket costa. In questo momento non sembrano esserci i presupposti economici per rendere i campionati femminili, professionistici perché le società sportive femminili fino a oggi non sono state sostenute da parte dello Stato e gli investimenti pubblicitari sono minimi. Continua Ranieri: “Non abbiamo concretamente la possibilità di sfondare nel professionismo, anche se le ragazze se lo meriterebbero visto l’impegno che ci mettono in allenamento e in partita, sottraendo tempo al loro lavoro e allo studio”.

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Il movimento femminile nel suo complesso è in crescita. Nel 2019 tutte le discipline femminili hanno registrato un incremento di pubblico con il calcio a fare da apripista.
  • Nel 1908 e nel 1912 fu concesso alle donne di partecipare a gare di tiro con l’arco, ginnastica e nuoto. Questa occasione suscitò molto scalpore per via dei costumi più aderenti alle forme.

Credits immagine in evidenza: Shutterstock – Alex Kravtsov

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